IMPRESE: +12.000 FRA LUGLIO E SETTEMBRE; AL SUD IL 40% DELLA CRESCITA/ I DATI UNIONCAMERE

ROMA\ aise\ - È stato il Mezzogiorno a trainare la crescita del tessuto imprenditoriale del Paese nel trimestre estivo. Tra luglio e settembre scorso i terminali delle Camere di commercio hanno registrato l’iscrizione di 64.211 nuove imprese (5.500 in meno rispetto allo stesso periodo del 2017) e 51.758 chiusure di imprese esistenti (2mila in più rispetto all’anno precedente). Il risultato di queste due dinamiche ha consegnato a fine settembre un saldo positivo per 12.453 imprese. Quasi il 40% della crescita è dovuto alla buona performance del Mezzogiorno, dove il saldo è stato positivo per 4.763 unità. Resta in difficoltà il settore artigiano.
È quanto emerge, in sintesi, dai dati diffusi da Unioncamere-InfoCamere sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel terzo trimestre 2018. Come sempre, tutti i dati sono disponibili online all’indirizzo www.infocamere.it/movimprese.
“I dati ci confermano che c’è bisogno di un’iniezione di fiducia affinchè la ripresa possa ridare davvero fiato all’economia”, spiega il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli, secondo cui “occorre inoltre aiutare i nostri giovani ed i nostri imprenditori a cavalcare i cambiamenti in atto. Anche per questo le Camere di commercio sono impegnate a supportare il processo di transizione verso l’adozione delle nuove tecnologie a partire dal digitale, che rappresenta uno dei principali pilastri per sostenere lo sviluppo delle imprese e del Paese. Perché parlare la lingua 4.0 significa innovare, semplificare, creare valore”.
IL BILANCIO DEI TERRITORI
Nonostante i valori complessivi molto contenuti, il saldo trimestrale fa registrare bilanci positivi in tutte le macro-ripartizioni e in tutte le regioni. Il 38,2% dell’intero saldo (4.763 imprese su 12.453) è localizzato nel Mezzogiorno che però, fra tutte le marco-aree, è anche quella che fa segnare la frenata più vistosa del tasso di crescita (-0,2%). Tra le regioni a primeggiare è il Lazio (+2.364), seguito da Lombardia (+1.965) e Campania (+1.668). Rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, le uniche a segnare un lieve miglioramento – anche se di poco - sono state Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna. Per tutte le altre, la scorsa estate non sarà da ricordare.
IL BILANCIO DEI SETTORI
A livello aggregato, nessun settore mostra saldi negativi mentre, guardando alle singole attività il bilancio estivo mostra segnali di arretramento in alcuni comparti. A guadagnare di più, rispetto al dato di giugno, sono state le attività di alloggio e ristorazione (+3.337 imprese), i servizi di ristorazione (+2.453), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+1.469) e il noleggio e servizi alle imprese (+1.384) anche se, in tutti i casi, gli aumenti sono in forte contrazione rispetto al 2017. Sul fronte opposto, a scivolare in campo negativo sono stati i settori del commercio al dettaglio di autoveicoli (-520 imprese nel trimestre), le industrie del mobile (-114) e quelle della lavorazione dei minerali (-93). Quanto all’artigianato, il bilancio del trimestre estivo (-999 imprese) segna complessivamente un peggioramento rispetto a quello, pur sempre negativo, di dodici mesi fa, quando chiuse con una perdita di 735 unità. (aise)