AIC ONLUS E UNICEF: CAMP A “TORRE DEL GRIFO” CON I MINORI MIGRANTI E RAGAZZI DEL TERRITORIO PER "DISINTEGRARE I LUOGHI COMUNI"

CATANIA\ aise\ - È stato presentato questa settimana - nel Centro Sportivo del Catania Calcio “Torre del Grifo” – l’AIC Onlus camp, un progetto ideato dall’Associazione Italiana Calciatori con la collaborazione di UNICEF Italia e Calcio Catania patrocinato della Lega Pro.
Il camp ha l’obiettivo di avviare l’inclusione sociale sin dalla prima accoglienza e consentire ai 50 giovani coinvolti, italiani in condizioni di disagio e minorenni stranieri non accompagnati, di beneficiare di attività sportive per migliorare ed implementare il loro coinvolgimento nel processo di inclusione sociale.
Alla presentazione, moderata e condotta dal Responsabile della Comunicazione del Calcio Catania, Angelo Scaltriti, hanno partecipato Simone Perrotta, Responsabile Dipartimento Junior AIC, Fabio Poli (Direttore organizzativo AIC), Carmela Pace (Vice Presidente UNICEF Italia), Chiara Ricci (Responsabile dell’Area Volontari e Programmi UNICEF Italia), Alessandro Failla (Responsabile settore giovanile Calcio Catania) e due ragazzi migranti tesserati del Catania Calcio, KalifaManneh e Ibrahim Escu, che hanno raccontato la loro esperienza.
“Calcio Catania è lieto di ospitare un’iniziativa così importante”, ha esordito Failla. “In un momento non felicissimo per il calcio, in cui si pensa solo a vincere, direi che i vincitori sono loro, AIC Onlus e Unicef Italia, che hanno pensato e coordinato questo progetto”.
“Grazie al Calcio Catania, a Pietro Lo Monaco e Angelo Scaltriti in particolare, grazie ad UNICEF, con cui ormai da anni viaggiamo insieme, e a Diego Bonavina, Presidente di AIC Onlus”, ha aggiunto Fabio Poli. “In un centro sportivo di eccellenza assoluta, avere questa disponibilità non è una cosa scontata. Questo non è un progetto di integrazione ma di disintegrazione dei luoghi comuni. Il nostro luogo comune deve essere il campo perché il calcio è di tutti ed è un modo meraviglioso di stare insieme”.
A sottolineare che “lo sport non deve avere barriere” è stata Carmela Pace. “Praticare sport – ha aggiunto – significa convivere nel rispetto delle regole, fare progetti insieme. In Sicilia abbiamo tanti minori non accompagnati e in condizioni di difficoltà. Lo sport ci aiuta a dialogare e proprio il calcio ci offre grande opportunità. Per il calcio basta un pallone, basta un campo. E attorno a quel campo siamo tutti uniti e tutti uguali. Grazie a tutti, in particolare ai ragazzi perché attraverso i loro occhi, oggi, possiamo vedere la realizzazione di un diritto, il diritto allo sport”.
Il camp, ha spiegato Chiara Ricci, “unisce obiettivi comuni, è un progetto di accoglienza ed inclusione che consente a questi ragazzi di godere del diritto al gioco. Un grande grazie agli operatori: senza di loro sarebbe impossibile realizzare questo ed altri sogni. Questo è un primo obiettivo raggiunto insieme che vorremmo si espandesse a tutto il nostro territorio”.
“La differenza genera ricchezza”, ha osservato Simone Perrotta. “Partirei da questo per raccontare come, attraverso il calcio, ho avuto la possibilità di conoscere paesi, culture e ragazzi di tutto il mondo. Ho avuto nella mia vita una grande opportunità che mi ha cambiato la vita, un’opportunità che ho cercato di sfruttare con tutto me stesso. È una cosa che può succedere anche a voi. Il calcio ha bisogno di voi ragazzi, e noi abbiamo molto da imparare dai più giovani. I bambini giocano a calcio con un pallone che è il pallone di tutti. Con il nostro Dipartimento Junior seguiamo molte scuole calcio che hanno scelto di adottare il modello formativo dell’Associazione Italiana Calciatori e che lavorano unicamente per la crescita del bambino. Tutto è partito da un sogno di Damiano Tommasi che noi condividiamo e portiamo avanti. Se lavoreremo tutti insieme, potremo cambiare il mondo”.(aise)