ELETTI ALL’ESTERO/ IL MAIE SCEGLIE IL GOVERNO L’USEI SI DIVIDE / BILLI (LEGA) SODDISFATTO / DISINCANTO E DELUSIONE DEL PD/ FORZA ITALIA "NO"
ROMA/ focus/aise / - Ricardo Merlo, presidente del MAIE ha dato il suo appoggio al governo M5S-LEGA ; Eugenio Sangregorio , presidente dell’USEI, annuncia il suo “no” ; Adriano Cario , eletto senatore con l’USEI ne prende le distanze e annuncia il “sì” ; Simone Billi, deputato della LEGA, esprime soddisfazione, come immaginabile anche la deputata Elisa Siragusa eletta con il M5S ; I sei parlamentari PD esprimono delusione e scetticismo, oltre che preoccupazione per il coordinamento dei 18 parlamentari dell’estero.
Questa al momento la piantina geopolitica della rappresentanza parlamentare dell’estero, in cui restano da piazzare le bandierine di Forza Italia , in Parlamento con la deputata Fucsia Nissoli, la senatrice Francesca Alderisi ed il senatore Raffaele Fantetti, i quali , come indirizzo di partito, non dovrebbero votare la fiducia.
“Siamo in Parlamento dal 2006 e sempre all’opposizione, perché nessun governo ha avuto finora una politica seria per italiani all’estero”, ha detto Merlo ai giornalisti dopo l’incontro con il Premier incaricato Giuseppe Conte. “In questa Legislatura” ha aggiunto “ oltre a condividere gran parte del contratto di Governo, è per noi fondamentale il punto 10, che parla di italiani all’estero. Una vera bozza di politica per gli italiani all’estero”, “È la prima volta che noi vediamo un programma di governo che parla di politiche per gli italiani ,all’estero” e , quindi “ abbiamo deciso di appoggiare e dare fiducia a questo programma di Governo”.
Simone Billi, unico deputato LEGA eletto in Europa, sottolinea con soddisfazione che “Grazie al supporto dell’on. Guglielmo Picchi, a lungo rappresentante in parlamento degli Italiani residenti all’estero ed oggi eletto in Toscana per la Lega, sono state introdotte in questo Contratto di governo le principali istanze proposte nel mio programma elettorale”.
“È chiaro”, assicura Billi, “che la mia azione politica nella nuova legislatura non si limiterà a questi soli punti indicati nel Contratto, ma lavorerò per concretizzare il mio programma nella sua interezza. E mi adopererò “ conclude “affinchè vengano affrontate e risolte nel miglior modo possibile”.
“Non sosteniamo e non votiamo la fiducia al Governo, per fare un’opposizione seria e responsabile con Forza Italia e i partiti di centrodestra”, è,invece, l’annuncio di Eugenio Sangregorio, presidente dell’USEI, che con Maurizio Lupi di “Noi per l’Italia” ha partecipato alle consultazioni del il premier incaricato Giuseppe Conte, cIò perché , ha motivato Sangregorio “esistono grandi distanze tra il nostro programma e quello contenuto nel contratto di governo M5S-LEGA”. Non la pensa, così Adriano Cario, senatore eletto in Sud America, che oggi, dopo l’ufficializzazione della posizione del partito con cui è stato eletto, ha deciso di lasciare l’Usei e votare la fiducia al governo Conte.
“Le consultazioni per la formazione del nuovo governo hanno già tracciato più di un solco tra gli eletti nella circoscrizione Estero. I rappresentanti del MAIE si sono affrettati a dichiarare il loro voto favorevole mentre i due dell’USEI si sono divisi in favorevole e contrario. E questo ad appena qualche giorno di distanza dalla riunione degli eletti all’estero che ha invocato l’opportunità di un maggiore coordinamento tra le diverse posizioni, sia pure nel rispetto delle scelte politiche e culturali di ognuno”. Questo il commento a caldo dei parlamentari Pd eletti all’estero, i senatori Garavini e Giacobbe, e i deputati Carè, La Marca, Schirò e Ungaro, all’indomani delle consultazioni di Giuseppe Conte per la formazione del nuovo Governo.
In contrapposizione ai “confronti di comodo con il passato” i parlamentari del PD il “massiccio sostegno degli ultimi anni alle politiche di internazionalizzazione e il raddoppio, da noi ottenuto, delle dotazioni per le Camere italiane di commercio all’estero. Per la lingua e la cultura si glissa sui 150 milioni (!) inscritti nel Bilancio 2017; per la rete consolare si ignorano le 290 nuove assunzioni e i 4 milioni annui per i consolati, da noi ottenuti; per i COMITES e il CGIE, si parla in modo equivoco di un “adattamento” alla presenza dei parlamentari, mettendo in discussione la loro autonomia e ignorando la riforma materiale dell’ultimo anno, che ha riportato le risorse finalmente ai livelli pre-tagli; per la riforma del voto all’estero si auspica genericamente il superamento dei “brogli”, una pura ritualità finché non si affronta la questione nei contenuti e nelle modalità di voto”.
“Insomma” concludono Garavini, Giacobbe, Carè, La Marca, Schirò e Ungaro “ a qualcuno gli italiani all’estero serviranno per la demagogia e per inseguire carriere personali”, mentre “ ad altri toccheranno le responsabilità delle azioni e delle politiche”. (focus/aise)