EMA/ GOZI AL “CORRIERE DELLA SERA”: SARÀ DIFFICILE, MA PROVARCI È UN DOVERE

ROMA\ aise\ - ““È un atto doveroso del governo, anche se il caso è molto difficile”. Non si tratta solo di una mossa da campagna elettorale? “Le elezioni non c'entrano nulla. Anzi, le rovescio la domanda. Cosa avremmo dovuto fare? Rinunciare a capire se ci sono tutte le condizioni affinché l'Agenzia europea del farmaco possa fare il suo lavoro nell'interesse di tutti i cittadini europei solo perché tra un mese da noi si vota?”. Sandro Gozi, sottosegretario agli Affari europei, è appena uscito dalla riunione che fino a tarda sera ha limato il ricorso del governo italiano contro l'assegnazione ad Amsterdam della nuova sede dell'Ema, che nel marzo del 2019 lascerà Londra, causa Brexit”. Ad intervistarlo è stato Lorenzo Salvia per il “Corriere della sera”. Di seguito il testo integrale dell’articolo.
D. Che speranze abbiamo?
R. Il caso si presta a diverse interpretazioni. Ma è necessario sapere se quella decisione è stata in qualche modo sviata da una presentazione della candidatura di Amsterdam che, se le notizie circolate in questi giorni fossero confermate, sarebbe stata fuorviante o quanto meno incompleta.
D. Ci risulta che nel governo non tutti fossero d'accordo sull'opportunità del ricorso. Chi era contrario?
R. A me non risulta. Certo, i vari consiglieri giuridici hanno evidenziato le difficoltà di un percorso che potrebbe durare pochi mesi nel caso fosse giudicato inammissibile e molti mesi se si dovesse entrare nel merito. Ma, senza il ricorso, non sapremmo mai se l'Agenzia potrà funzionare senza soluzione di continuità. Non potevamo non presentarlo.
D. Ma a Bruxelles e Amsterdam non l'hanno presa bene.
R. Non è una mossa contro l'Olanda, con la quale abbiamo un ottimo rapporto bilaterale. E tanto meno contro l'Unione europea. È una mossa nell'interesse della salute di tutti i cittadini europei per assicurare la continuità e il funzionamento ottimale dell'Agenzia. E, certo, anche nell'interesse dell’Italia e di Milano.
D. A questo punto, però, cresce il rimpianto per quel sorteggio: non crede che l'Italia potesse fare di più per sostenere la candidatura di Milano?
R. No, abbiamo fatto il massimo. Avevamo anche contestato il sistema di voto con il sorteggio che poi è stato adottato lo stesso nella convinzione che fosse un'ipotesi del tutto remota. Talmente remota che alla fine è stata assegnata con la monetina non solo l'Agenzia del farmaco ma anche quella bancaria. Ma noi non abbiamo nulla da rimproverarci”. (aise)