EMERGENZA CLIMA

ROMA – focus/ aise – L’8 ottobre è stato pubblicato il rapporto delle Nazioni Unite che rappresenta un punto di riferimento scientifico che valuta le prospettive di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 °C e che mostra la necessità di un’azione urgente per il clima. Approvato da 195 governi, il report sottolinea che oggi abbiamo l’opportunità, ancora e per poco, di modificare la china pericolosa su cui abbiamo posto il mondo come lo conosciamo. Il report speciale sul riscaldamento globale a 1,5 °C del Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC), è stato chiesto proprio allo scopo di guidare i prossimi passi dei Governi sul clima.
Il rapporto dimostra che mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 °C è più sicuro rispetto ai 2 °C in termini di impatti climatici e che l’aumento della temperatura globale a 2 °C al di sopra dei livelli preindustriali porterebbe a conseguenze devastanti, fra cui l'innalzamento del livello del mare, la desertificazione di molti territori, la perdita di habitat e specie naturali e la diminuzione delle calotte glaciali, che avrebbero ripercussioni gravissime sulla nostra salute, sui mezzi di sussistenza, sulla sicurezza umana e sulla crescita economica. Il livello attuale di emissioni gas serra porterà a conseguenze peggiori del previsto, causando impatti irreversibili. Fra queste la perdita del patrimonio naturale, che danneggerebbe le persone, l’ambiente e le economie, spingendoci verso scenari nei quali l’adattamento sarebbe impossibile, con molte comunità costrette ad affrontare disastri e catastrofi. Il report evidenzia la necessità di un’azione urgente. Gli impegni finora assunti dai governi non sono sufficienti a limitare il riscaldamento a 2 °C, ancor meno a 1,5 °C, e più ritardiamo drastiche riduzioni delle emissioni, più le conseguenze saranno irreversibili e le soluzioni future saranno costose.
Il rapporto IPCC è il più importante testo scientifico sui cambiamenti climatici, realizzato per guidare il processo decisionale delle politiche governative.
Il WWF esorta i governi a intensificare e aumentare l’ambizione nei loro piani climatici nazionali entro il 2020, coerentemente con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale entro 1,5°C rispetto all’età preindustriale. L’appello è che i Paesi annuncino la revisione verso l’alto dei propri impegni in occasione del dialogo Talanoa alla XXIV Conferenza delle parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP24), che si terrà a dicembre a Katowice, in Polonia. In occasione del lancio del rapporto IPCC, il WWF Italia ha lanciato una campagna per l’azione sul clima anche in Italia, a partire dalla richiesta al Governo italiano di attuare l’impegno a uscire del carbone entro il 2025 con i provvedimenti necessari. Nella stessa giornata anche Legambiente ha lanciato lo stesso appello: “Il rapporto del Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), presentato oggi dimostra che molte delle disastrose conseguenze dei cambiamenti climatici in corso possono essere evitate se si rispetta la soglia critica di 1,5 gradi centigradi. Si tratta di un obiettivo ambizioso che siamo, però, ancora in grado di raggiungere. Ma serve una rapida e profonda riconversione di tutti i settori dell’economia globale. Domani i ministri europei dell’ambiente si riuniranno a Bruxelles e, insieme a tante altre associazioni europee, abbiamo chiesto loro di dare concreta attuazione a questa speranza. L’Italia può e deve avere un ruolo da protagonista in Europa non solo per tradurre in realtà la promessa di Parigi, ma soprattutto per accelerare la transizione, fondata su efficienza energetica e rinnovabili, verso la decarbonizzazione dell’economia europea. Solo così sarà possibile vincere la triplice sfida climatica, economica e sociale, creando nuove opportunità per l’occupazione e la competitività delle imprese italiane ed europee”.
È stato questo il commento di Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, a seguito della pubblicazione del rapporto speciale dell’IPCC. (focus\ aise)