FRANCESCO: LASCIAMOCI CONOSCERE DA GESÙ
ROMA\ aise\ - Nella domenica del “Buon Pastore”, Papa Francesco ha esortato i fedeli a “lasciarsi conoscere” da Gesù. Nell’introdurre la preghiera mariana del Regina Coeli, recitata insieme ai fedeli riuniti a piazza San Pietro, il Papa ha richiamato prima le pagine degli Atti degli Apostoli e poi il Vangelo di Giovanni proposti ieri dalla Liturgia.
“La Liturgia di questa quarta Domenica di Pasqua prosegue nell’intento di aiutarci a riscoprire la nostra identità di discepoli del Signore Risorto”, ha spiegato il Papa. “Negli Atti degli Apostoli, Pietro dichiara apertamente che la guarigione dello storpio, operata da lui e di cui parla tutta Gerusalemme, è avvenuta nel nome di Gesù, perché “in nessun altro c’è salvezza”. In quell’uomo guarito – ha sottolineato il Papa – c’è ognuno di noi – quell’uomo è la figura di noi: noi siamo tutti lì –, ci sono le nostre comunità: ciascuno può guarire dalle tante forme di infermità spirituale che ha – ambizione, pigrizia, orgoglio – se accetta di mettere con fiducia la propria esistenza nelle mani del Signore Risorto. “Nel nome di Gesù Cristo il Nazareno – afferma Pietro – costui vi sta innanzi risanato”. Ma chi è il Cristo che risana? In che cosa consiste l’essere risanati da Lui? Da che cosa ci guarisce? E attraverso quali atteggiamenti? La risposta a tutte queste domande la troviamo nel Vangelo di oggi, dove Gesù dice: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”. Questa autopresentazione di Gesù – ha raccomandato Papa Francesco – non può essere ridotta a una suggestione emotiva, senza alcun effetto concreto! Gesù risana attraverso il suo essere pastore che dà la vita. Dando la sua vita per noi, Gesù dice a ciascuno: “la tua vita vale così tanto per me, che per salvarla do tutto me stesso”. È proprio questo offrire la sua vita che lo rende Pastore buono per eccellenza, Colui che risana, Colui che permette a noi di vivere una vita bella e feconda”.
“La seconda parte della stessa pagina evangelica – ha proseguito – ci dice a quali condizioni Gesù può risanarci e può rendere la nostra vita gioiosa e feconda: “Io sono il buon pastore – dice Gesù – conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre”. Gesù non parla di una conoscenza intellettiva, no, ma di una relazione personale, di predilezione, di tenerezza reciproca, riflesso della stessa relazione intima di amore tra Lui e il Padre. È questo l’atteggiamento attraverso il quale si realizza un rapporto vivo con Gesù: lasciarci conoscere da Lui. Non chiudersi in sé stessi, aprirsi al Signore, perché Lui mi conosca”.
“Egli – ha sottolineato ancora il Santo Padre – è attento a ciascuno di noi, conosce in profondità il nostro cuore: conosce i nostri pregi e i nostri difetti, i progetti che abbiamo realizzato e le speranze che sono andate deluse. Ma ci accetta così come siamo, anche con i nostri peccati, per guarirci, per perdonarci, ci guida con amore, perché possiamo attraversare sentieri anche impervi senza smarrire la via. Ci accompagna Lui. A nostra volta, noi siamo chiamati a conoscere Gesù. Ciò implica un incontro con Lui, un incontro che susciti il desiderio di seguirlo abbandonando gli atteggiamenti autoreferenziali per incamminarsi su strade nuove, indicate da Cristo stesso e aperte su vasti orizzonti. Quando nelle nostre comunità si raffredda il desiderio di vivere il rapporto con Gesù, di ascoltare la sua voce e di seguirlo fedelmente, è inevitabile che prevalgano altri modi di pensare e di vivere che non sono coerenti col Vangelo”.
Dopo il Regina Coeli, Papa Francesco ha espresso la sua “preoccupazione per quanto sta accadendo in questi giorni in Nicaragua, dove, in seguito a una protesta sociale, si sono verificati scontri, che hanno causato anche alcune vittime. Esprimo la mia vicinanza nella preghiera a quel Paese, e mi unisco ai Vescovi nel chiedere che cessi ogni violenza, si eviti un inutile spargimento di sangue e le questioni aperte siano risolte pacificamente e con senso di responsabilità”. (aise)