IL GLOBALISTA MACRON DA TRUMP - di Claudio Salvalaggio

WASHINGTON\ aise\ - ““Trump whisperer”, l’uomo capace di sussurrare a Trump. Emmanuel Macron, accompagnato dalla premiere dame Brigitte, è sbarcato alla Casa Bianca con questa fama per una missione difficilissima, che mette in discussione l’America first: convincere il presidente Usa a non uscire dall’accordo sul nucleare iraniano, a non imporre i dazi alla Ue e a non ritirarsi dalla Siria. E tenere una linea dura, ma aperta al dialogo, verso Putin, con cui ha parlato al telefono ieri anche in vista della sua visita al Cremlino a fine maggio. Tutte richieste che saranno ribadite anche da Angela Merkel, attesa anche lei venerdì dal tycoon”. A scriverne è Claudio Salvalaggio che firma questo articolo per “America oggi”, quotidiano diretto a New York da Andrea Mantineo.
“I primi ‘sussurri’ sono previsti nella cena a Mount Vernon, in Virginia, nella storica residenza di George Washington, che conserva anche le chiavi della Bastiglia. Ma la giornata clou sarà oggi, con il bilaterale nello studio Ovale. Arrivato in una capitale pavesata da bandiere francesi, Macron ha l’onore di essere stato scelto per la prima visita di stato ufficiale dell’era Trump, che sarà suggellata mercoledì anche dal privilegio di parlare al Congresso a camere riunite.
L’ultima visita del genere era stata quella del premier Matteo Renzi con Obama. Era dai tempi di Calvin Coolidge, un secolo fa, che un presidente non riceveva un leader straniero con il protocollo di una visita di stato nel suo primo anno alla Casa Bianca. Trump ha deciso di stendere per la prima volta il tappeto rosso con Macron, il leader europeo con cui ha più “chi- mica”. Anche il capo dell’Eliseo ha vantato una “very special relationship” con il tycoon nella intervista alla Fox da cui si è fatto precedere e dove ha sottolineato alcune analogie in una offensiva tutto charme e pragmatismo: “Le nostre elezioni erano forse inaspettate nei nostri Paesi e non siamo parte del sistema politico classico. E siamo molto attaccati agli stessi valori”. In effetti entrambi sono due outsider anticonformisti, imprenditori passati alla politica, ma sono anche molto diversi, se non opposti sul piano ideologico e dello stile.
L’uno è un tecnocrate globalista convinto, l’altro è un populista nazionalista. Anche i rapporti di coppia sono ribaltati: Trump, al suo terzo matrimonio, è sposato con una ex modella 24 anni più giovane di lui, Macron invece è felicemente sposato con la sua prima moglie, una ex insegnante di 24 anni più grande.
Il leader francese ha criticato in passato il tycoon ma lo ha anche corteggiato invitandolo alla parata della festa della Bastiglia.
Finora però ha ottenuto poco o nulla, dall’accordo di Parigi sul clima, ai dazi. La missione di oggi è quindi un banco di prova della sua influenza su Trump. L’obiettivo più difficile sembra quello di far restare gli Usa nell’accordo sul nucleare iraniano, dal quale Trump ha minacciato di uscire se non sarà rafforzato entro il 12 maggio. “Non ho un piano B”, ha avvisato Macron. Ma una fonte dell’amministrazione Usa ha riferito che “proseguono i negoziati con gli europei per un accordo supplementare e sono stati fatti grandi progressi”.
Il presidente francese chiederà a Trump anche di esentare la Ue dai dazi su acciaio e alluminio, sospesi sino al primo maggio, ammonendolo che “non si fanno guerre agli alleati”. Infine tenterà di persuadere il commander in chief a non ritirarsi dalla Siria, per contribuire insieme alla Russia ad una soluzione politica”. (aise)