IL SOTTOSEGRETARIO MERLO: “CERCHEREMO DI DARE RISPOSTE AI PROBLEMI AL PIÙ PRESTO, MA È UN LAVORO DI CINQUE ANNI”

BUENOS AIRES\ aise\ - “La nomina come conferma del lavoro fatto fin dai tempi di Pallaro per portare le istanze degli italiani all’estero nella stanza dei bottoni. Un lavoro di cinque anni. La parola di Salvini”. Neo-sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo, a poche ore dal suo giuramento, ha rilasciato una breve intervista alla “Tribuna italiana”, diretta a Buenos Aires da Marco Basti.
D. Cosa prova, come discendente di italiani, come esponente della comunità italiana in Argentina e come dirigente nato nell’associazionismo, con la sua nomina nel governo italiano?
R. Provo una grande responsabilità perché realmente abbiamo davanti un lavoro molto arduo per poter risolvere problemi che negli ultimi 8, 9 anni si sono aggravati, perché si sono fatte politiche sbagliate per gli italiani all’estero o direttamente tali politiche non ci sono state. D’altra parte sento che questa responsabilità viene a confermare il lavoro che abbiamo fatto da tanti anni, da quando abbiamo iniziato con Pallaro nell’associazionismo e abbiamo pensato ad un movimento delle caratteristiche che ha il Maie, che nasce in seno all’associazionismo italiano e che è indipendente. Che alla fine è arrivato ad un posto dove si può partecipare alla presa di decisioni politiche. Da sempre questo posto è stato affidato ai partiti politici italiani ed è successo quel che è successo. Con questa nostra esperienza il Maie arriva dove si definisce il potere politico. Non dico che sarà facile, ma è la dimostrazione che avevamo visto giusto.
D. Può raccontarci come è arrivato ad essere nominato sottosegretario?
R. Io avrò parlato due volte con Di Maio e con Salvini ho dialogato personalmente tre o quattro volte. Una volta, parlando con Salvini, prima della campagna elettorale, mi ha detto che se fosse arrivato al governo, la politica per gli italiani all’estero doveva essere affidata ad un italiano all’estero, ad un eletto all’estero che conoscesse le problematiche degli italiani all’estero. Ed effettivamente ha mantenuto quanto aveva detto. Mi hanno chiamato e inoltre nel discorso di insediamento il premier ha incluso alcuni passaggi che hanno a che vedere con le politiche per gli italiani all’estero. Ad eccezione di quando c’era Tremagli, non ricordo che ci sia stato alcun riferimento di questo tipo in precedenti discorsi di insediamento di altri presidenti del Consiglio, da quando sono in Parlamento o almeno dal 2008. Questa volta è incluso nel programma di governo, al punto 10, nel quale si parla – tra l’altro - di lavorare per migliorare la rete consolare. È incluso nel programma di governo e ci impegneremo perché sia fatto.
D. Cosa significa la sua nomina nei rapporti tra l’Italia e l’Argentina?
R. Penso che sia significativo, è qualcosa di nuovo e diverso. Mi sono reso conto vedendo le ripercussioni nei media e nella politica argentina. Ho ricevuto telefonate dalle più altre sfere politiche dell’Argentina, si sono congratulati e hanno commentato positivamente il fatto che un italo-argentino faccia parte del governo di una tra le sette potenze economiche mondiali e di uno dei governi più importanti d’Europa.
D. Come mai il MAIE riesce ad entrare in un governo costituito da partiti che non hanno una tradizione in relazione agli italiani all’estero e invece non è successo altrettanto quando al governo c’erano partiti che questa tradizione nei rapporti con gli italiani all’estero invece ce l’avevano?
R. Veramente la tradizione in relazione agli italiani all’estero non ha contato molto fino ad oggi. È come in una partita di calcio, qui non si vince con la storia, ma con il futuro. Ragion per cui più che la tradizione in relazione agli italiani all’estero, cercheremo gli strumenti adeguati per fare una politica in loro favore. In tal senso ci sarà un momento molto importante, quando si farà il bilancio. In quella sede ci batteremo perché siano aumentati i fondi ai capitoli che hanno a che vedere con gli italiani all’estero. È un lavoro che comincerà nei prossimi giorni. Ieri (il 13 giugno - ndr) sono andato a conoscere l’ufficio dello staff che lavorerà con noi. Dalla prossima settimana lavoreremo esplicitamente sui temi più urgenti. Le deleghe non sono state ancora assegnate, anche se ieri, durante la riunione che ho avuto col ministro (per martedì, con il ministro degli Esteri Moavero Milanesi, ndr) mi ha detto che sicuramente avrò la delega per gli italiani all’estero. Vedremo quali deleghe avrò. Siamo quattro sottosegretari e una volta assegnate, cominceremo a lavorare.
D. La gente, in Argentina e le comunità nell’America Meridionale, sicuramente hanno tanto attese e speranze rispetto alla sua presenza nella stanza dei bottoni. Cosa si sente di dire a quella gente?
R. So che c’è una grande attesa e alla gente dico che farò tutto il possibile per poter ottenere risultati positivi al più presto. Ma bisogna avere pazienza perché questo è un lavoro di cinque anni. Trascorsi quei cinque anni si potrà fare un bilancio del lavoro fatto come è successo con i precedenti governi che hanno completato la legislatura e dopo alle elezioni la gente ha approvato o non ha approvato. Cercheremo di fare cose e di risolvere i problemi al più presto dentro alle possibilità che abbiamo. Dobbiamo attendere la legge di bilancio a ottobre, lavorare perché siano assegnate maggiori risorse per le politiche per gli italiani all’estero e quindi cercheremo di dare al più presto risposte per cominciare a risolvere le annose problematiche degli italiani all’estero”. (aise)