LE FCLIS IN PIAZZA A BERNA PER LA PARITÀ SALARIALE

BERNA\ aise\ - Dopo Zurigo e i diritti dei migranti, le FCLIS annunciano che scenderanno in piazza anche a Berna, per partecipare alla manifestazione nazionale indetta il 22 settembre in difesa della parità salariale. Appuntamento alle ore 13.30 in Schützenmatte.
"Da 37 anni un numero significativo di datori di lavoro in Svizzera si rifiutano di applicare la parità salariale, pur essendo sancita dalla Costituzione elvetica. Nel 2018 le donne guadagnano ancora il 20% in meno degli uomini. La discriminazione nei confronti delle donne è ancora più ampia di quanto società e politica credano", denunciano le FCLIS.
"Scendiamo in piazza per la parità salariale e contro la discriminazione", annunciano, sottolineando che "La manifestazione è indetta dalle organizzazioni sindacali", compreso il sindacato UNIA. "Per il trasporto di andata e ritorno ci sono treni gratuiti a partire da diverse città della Svizzera".
Sei i motivi elencati proprio dall’UNIA per i quali i sindacati chiamano alla mobilitazione.
"Le donne guadagnano il 20% in meno degli uomini. Il Consiglio nazionale sta affrontando la revisione della Legge sulla parità. Esigiamo controlli salariali obbligatori, un adeguamento dei salari discriminatori delle donne e multe elevate in caso di infrazioni.
Mancato riconoscimento del lavoro femminile. Le "professioni femminili" meritano un salario maggiore, sufficiente personale e riconoscimento. Occorrono più risorse e più tempo per il lavoro domestico e familiare non retribuito e per le cure prestate ai familiari. Il lavoro non retribuito deve avere degli effetti sulle assicurazioni sociali.
Nelle posizioni di responsabilità le donne sono sottorappresentate. Con le dimissioni di Doris Leuthard vi è il rischio che la Svizzera rimanga con una sola consigliera federale. Esigiamo un’adeguata rappresentanza nella politica e nel settore privato!
Il corpo femminile non è un oggetto. "Il mio corpo mi appartiene" non sono parole vuote, ma un’affermazione da rispettare! Ci opponiamo con forza a qualsiasi forma di violenza contro le donne e all’ossessione della bellezza femminile!
Tasse di genere sui prodotti: le donne pagano spesso di più per lo stesso prodotto. Sui prodotti dell’igiene femminile viene persino applicata un’aliquota IVA maggiore rispetto ai rasoi! Esigiamo la parità di genere anche per i beni di consumo!
Tentativi di risanamento della pensione di vecchiaia a danno delle donne. Le donne ottengono in media il 37% in meno di rendita rispetto agli uomini. Invece di porre rimedio a questa situazione, i partiti borghesi chiedono un aumento dell’età pensionabile delle donne!". (aise)