MINNITI A PALERMO A 26 ANNI DALLA STRAGE DI CAPACI: COMBATTERE IL RAPPORTO MAFIA-POLITICA PER FAR VINCERE LO STATO
PALERMO\ aise\ - "Se non combattiamo il rapporto mafia-politica, mai combatteremo fino in fondo le mafie. E sciogliere i Consigli comunali è il primo anello per combattere questo rapporto". Lo ha ricordato il ministro dell’Interno Minniti oggi a Palermo per commemorare il 26esimo anniversario della strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.
Ciò che fa delle mafie l'elemento differente, ha spiegato il ministro, è il tentativo di costituire un rapporto di intimidazione, controllo e cointeressenza a volte con le istituzioni, a volte con la politica.
"L'anno scorso abbiamo sciolto 37 consigli comunali, nel 2016 ne erano stati sciolti 8", ha ricordato Minniti. "Quando si scioglie un consiglio per infiltrazioni mafiose non è mai una festa della democrazia, tuttavia ritengo che questi strumenti siano doverosi e necessari".
Il ministro Minniti ha quindi elencato gli strumenti di contrasto di cui è dotata l’Italia, a partire da "una Procura nazionale antimafia e antiterrorismo. Penso sia venuto il momento di avere una struttura analoga in Europa: se si vogliono combattere davvero le mafie, l'Europa deve dotarsi di strumenti di fortissimo coordinamento come questi. Noi ce la mettiamo tutta. La magistratura e le forze di polizia italiane sono numero uno nella lotta contro le mafie nel mondo".
Infine i ringraziamenti agli uomini della scorta. "Ringrazio Maria Falcone per aver tenuto viva la memoria e aver pensato oggi anche agli uomini delle scorte. Purtroppo, si parla di loro solo quando le cose vanno male. Quando vanno bene, tutto scorre veloce. Non c'è nulla di più straordinario, direi eroico, che donare la vita per proteggere gli altri. Gli uomini delle scorte fanno proprio questo".
"Oggi", ha concluso il ministro Minniti, "dobbiamo trovare il modo per ringraziare non solo chi ha donato la vita, ma anche chi oggi sta facendo questo lavoro, perché donarsi agli altri è una cosa molto impegnativa". (aise)