POLITICHE 2018/ NISSOLI (FI) A “LIBERO”: ALL’ESTERO CONTA PIÙ LA PERSONA CHE IL PARTITO
ROMA\ aise\ - Il voto all’estero, le preferenze e le operazioni di voto. Di questo ha parlato Fucsia Nissoli, candidata alla Camera con Forza Italia in Nord e Centro America, nell’intervista rilasciata a Michele Di Lollo per il quotidiano “Libero”.
Un’intervista che non poteva non cominciare con un cenno agli ipotetici brogli, con una domanda sulla “pericolosità” del voto all’estero. Accusa che Nissoli rinvia fermamente al mittente: “votare all’estero non è pericoloso. Spero si rispetti la legge. Ma dico a tutti che se avvertono dei rischi devono denunciare”. Certo "bisogna stare molto attenti”, che significa controllo da parte dei ministeri competenti, e “informarsi” per gli elettori.
Quanto al caso di presunti “impresentabili”, Nissoli ha risposto al giornalista di “non voler entrare nel merito della questione. Mi pare un modo indelicato di fare politica. So che ci sono state problematiche legate a questo o quel candidato, ma non voglio dire di più. Non mi va di giudicare gli altri”.
Anche sul caso "Free flights to Italy", esploso sui media nazionali, Nissoli è garantista: “questo caso mi preoccupa molto. Ma non conosco esattamente il profilo del responsabile. Dalle notizie che ho ricevuto la storia è molto preoccupante”, dice la deputata a “Libero”. “Ma ci sono tante fake news in giro. Non saprei con sicurezza se le accuse sono vere oppure no”.
Inoltre, ricorda Nissoli, c’è un modo efficacissimo per ovviare alle candidature impresentabili, “basta non votarli” visto che all’estero “ci sono le preferenze. Se qualcuno è preoccupato per una persona, se non le sembra il candidato adatto, non lo vota”.
In Centro e Nord America si sono presentate “nove liste e ogni lista conta circa quattro candidati alla Camera. C'è una vasta scelta. Qui conta più la persona che il partito”, sottolinea Nissoli, proprio perché ci sono le preferenze.
Vista la vastità delle ripartizioni della circoscrizione estero, la campagna elettorale per i candidati può essere molto faticosa.
“Sto prendendo un volo per Detroit. Ieri sono stata a Cleveland a incontrare la comunità italiana. I candidati qui hanno un rapporto diretto con l'elettore”, dice Nissoli a Di Lollo. “Pensi che ho scritto il mio numero di telefono su tutte le cartoline elettorali che ho inviato”, rivela la candidata che, aggiunge, viene richiamata “tantissimo” dagli elettori. “Parlo con quasi 60 persone al giorno. Poi ci sono quelli che scrivono sui social”.
La richiesta più ricorrente è quella in materia di cittadinanza: “qui – spiega Nissoli nell’intervista a “Libero” – ci sono tantissime persone nate in Italia e che negli anni hanno perduto la cittadinanza. Non possono votare, ma voglio battermi anche per loro”.
Alla Camera dal 2013, NIssoli vive negli Stati Uniti da 29 anni. “Ho sposato un americano e ho tre figli. Mi sono occupata molto di volontariato prima di fare politica. E sono scesa in campo 5 anni fa. Sono entrata in politica per dare voce a chi non può. Per me – conclude – fare politica è essere al servizio degli altri. In Italia non è proprio così”. (aise)