“2019: ITALOCANADESI DECISIVI NEL VOTO FEDERALE” – di Francesco Veronesi

TORONTO\ aise\ - “Il 2019 sarà ricordato come l’anno in cui gli italocanadesi hanno tenuto a galla Justin Trudeau. La principale storia politica di questi ultimi 12 mesi del decennio che sta per terminare è stata la vittoria, seppur risicata e ottenuta senza una piena maggioranza parlamentare, del Partito Liberale alle elezioni federali, dopo una lunga rincorsa nei sondaggi che per buona parte del 2019 indicavano nel Partito Conservatore di Andrew Scheer il probabile vincitore dell’appuntamento alle urne di fine ottobre”. A scriverne oggi, 31 dicembre, è Francesco Veronesi, direttore a Toronto del quotidiano “Corriere Canadese”.
“Nel periodo pre-elettorale il Corriere Canadese ha analizzato, con una lunga inchiesta divisa in quindici articoli, la presenza degli elettori italocanadesi nei 338 distretti federali sparsi per tutto il Canada.
Le circoscrizioni con più di 10mila residenti italocanadesi erano 33, e a queste si dovevano aggiungere altri 59 collegi dove la popolazione originaria del Belpaese era compresa tra 5mila e 9.999. In tutto, 92 distretti elettorali dove era – ed è – massiccia la presenza dell’elettorato della nostra comunità.
Confrontando i dati nazionali con quelli di questi riding, abbiamo scoperto che il voto degli italocanadesi è andato in controtendenza rispetto alle dinamiche elettorali del resto del Paese. Perché nei distretti dove era bassa la presenza di italocanadesi, il Partito Liberale ha perso terreno e consensi, i tory di Andrew Scheer sono avanzati e hanno aumentato la loro rappresentanza parlamentare.
Al contrario, i 92 distretti dove la presenza degli italocanadesi era significativa hanno votato a valanga per Trudeau: 67 seggi sono andati ai liberali (pari al 72,8 per cento), 21 ai conservatori (22,8 per cento) e appena 4 ai neodemocratici (4,3 per cento).
In sostanza, il voto della comunità ha influenzato in maniera decisiva l’esito finale del voto federale.
E un’ulteriore conferma arriva anche dalla lunga lista di candidati di origine italiana eletti alla House of Commons: David Lametti, Angelo Iacono, Francis Scarpaleggia, Patricia Lattanzio, Marco Mendicino, Francesco Sorbara, Judy Sgro, Anthony Rota e Filomena Tassi nel Partito Liberale, Tony Baldinelli, Eric Melillo e Karen Vecchio per il Partito Conservatore e Julie Vignola del Bloc Quebecois.
È del tutto evidente che questa inversione di tendenza, dopo molti anni in cui gli italocanadesi hanno avuto scarsa voce in capitolo a Parliament Hill, è stata recepita anche dal primo ministro, che nella formazione del nuovo esecutivo ha deciso di dare un giusto riconoscimento agli italocanadesi.
Ecco allora che David Lametti è stato confermato nel suo ruolo chiave di ministro della Giustizia e Attorney General federale, a Marco Mendicino è stato affidato l’importantissimo ruolo di ministro dell’Immigrazione, dei Rifugiati e della Cittadinanza, Filomena Tassi è stata promossa al dicastero del Lavoro, mentre è entrata per la prima volta al governo Deb Schulte, deputata eletta nel distretto di King-Vaughan, il secondo in tutto il Canada per presenza di residenti italocanadesi (quasi 41mila).
Ma questo progressivo risveglio politico della comunità dopo anni di torpore è arrivato anche con un’altra tappa chiave, quella dell’elezione di Anthony Rota come Speaker della House of Commons: per la prima volta nella storia del Canada abbiamo un presidente della Camera di origine italiana, come peraltro ricordato dallo stesso Rota nello storico discorso – in parte in italiano – tenuto nel giorno della sua elezione.
Il quadro si completa riprendendo anche la nomina di Tony Loffreda al Senato lo scorso luglio: con lui la comunità torna ad avere un rappresentante nella Camera Alta del parlamento canadese.
Tirando le somme, il 2019 ha rappresentato a livello politico l’anno della svolta per la comunità, l’anno in cui gli italocanadesi sono tornati a recitare un ruolo di primo piano nell’arena politica federale”. (aise)