AL VIA IL TOUR DI PAOLO ANGELI IN ARGENTINA
ROMA\ aise\ - Il tour, realizzato in collaborazione con l’IIC di Cordoba e Buenos Aires, ha inizio domani a Catamarca, per proseguire l’1 giugno a Tucumán, il 2 a Jujuy, il 4 a Santa Fé, il 5 a san Justo e per chiudersi l’8 a Buenos Aires nell’auditorium Usina del Arte.
“Decido sul palco quale sarà la scaletta della serata, basata su oltre cinque ore di repertorio. Sicuramente il perno del concerto sarà 22.22 Free Radiohead, ma darò risalto alle musiche a me più care, che hanno caratterizzato con continuità i tour intercontinentali degli ultimi tre anni, con materiali inediti e rivisitazioni della tradizione sarda, cuore pulsante del mio processo creativo”.
Per Paolo Angeli è un atteso ritorno in Argentina, a distanza di quattro anni dai concerti in solo del 2015, proseguiti con il world tour Talea, culminato con la pubblicazione del doppio cd live.
Questa volta il tour sarà dedicato al nuovo album 22.22 Free Radiohead, una dedica alla band di Oxford che ha costruito canzoni e melodia e, allo stesso tempo, un gesto coerente di un musicista che sposta ancora una volta i margini per cogliere ampie zone di libertà.
Nell’album, Angeli ne rilegge la discografia in un unico respiro, trasformando le canzoni in un'opera aperta. Siamo molto lontani da un'idea di cover e ci troviamo difronte alla costruzione di una suite basata su una drammaturgia organica, in cui il repertorio della band è trasfigurato, 'risuonato' con un senso di libertà assoluta e innestato sulle composizioni inedite di Angeli.
Il tour è stato inaugurato con successo al Kennedy Center di Washington e proseguirà per un biennio toccando tutti i continenti.
I brani diventano tasselli di un mosaico, arabeschi che decorano un portale tra occidente e oriente, con echi flamenco, jazz, arcate mediorientali e psichedelia. Sono pezzi di vetro racchiusi in un caleidoscopio, guardati e riletti attraverso la lente di un'elegante free music mediterranea, in cui l'avanguardia incontra il post-rock, e si alterna alla tessitura evocata da un nastro analogico che rimanda al paesaggio sonoro della Sardegna.
Il suo linguaggio musicale ibrido, sospeso tra i generi, rende unico il tratto del musicista di Palau, che si è affermato su scala internazionale con una musica inclassificabile, sospesa tra occidente e oriente, in cui coniuga la forma canzone con i suoni contemporanei. l suo strumento è il suo inconfondibile marchio di fabbrica: una vera e propria orchestra a 18 corde - ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria - dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile, ponti mobili per evocare il suono del koto giapponese o la kora africana. (aise)