“ALLA MADRE”: LE SCULTURE DI GIOVANNI CASELLATO A MATERA

MATERA\ aise\ - Una mostra dedicata alla libertà di pensiero, di religione, al coraggio delle proprie azioni al rispetto delle donne ma anche alla figura della Madre e al suo amore incondizionato.
È stata inaugurata il 27 giugno scorso al Complesso Monastico di Sant’Agostino Sasso Barisano a Matera “Alla Madre”, mostra di Giovanni Casellato che rimarrà aperta al pubblico fino al 31 agosto.
Le opere scelte da Casellato per il progetto “Matera Capitale Europea della Cultura 2019”, alte più di due metri, ma caratterizzate da naturale levità, sono sculture e bassorilievi creati dall’artista negli ultimi tre anni, frutto di una ricerca introspettiva e di un percorso spirituale che si sono tradotti in figure che raccontano strati profondi della sua interiorità attraverso precise e riconoscibili simbologie.
Tra i lavori in esposizione, le Anime, forme verticali che si stagliano verso l’infinito, leggere e fluide come l’etere, i Danzatori di sufi, simbolo dell’amore universale, privo di limiti e confini, le Betulle, che rappresentano la purezza e sacralità della natura e la Maddalena, che Casellato ha terminato a ridosso dell’inaugurazione. La Maddalena è un’opera che va oltre la figura di madre, di moglie e di Madonna dentro cui la cultura, religiosa e non, ha sempre incorniciato le donne, fino a rappresentarne l’amore senza limiti.
E ancora gli Aquiloni, creazioni iconiche di Casellato che escono dagli schemi e dalle aree di comfort. Simbolo di leggerezza, di gioco, di volo verso l’alto, l’aquilone riesce a volare solo se ha un filo che tira in senso contrario…
Opere che colpiscono per la loro “profondità”, ma anche per l’estrema fluidità con cui esprimono il loro ritmo compositivo e quindi capaci di evocare in chi le osserva, differenti e opposte suggestioni.
“L’intento dell’esposizione – spiega l’artista – è quello di far intraprendere, a chi osserva, un viaggio spirituale attraverso forme che tendono all’essenza e alla purezza, con l’uso del colore bianco che si contrappone alla gravità del metallo. Un colore assoluto che sublima la materia pesante e trasporta la mente nel puro luogo del niente”.
La mostra curata da Chiara Casarin, direttore dei Musei di Bassano del Grappa, avrà luogo all’interno del convento di Sant’Agostino, e sarà allestita sia nella sala polifunzionale che negli antichi ipogei utilizzati per la prima volta come spazio espositivo. Il complesso monastico di Sant’Agostino, oggi sede della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali, il cui nucleo antico è databile tra il X e l’XI secolo d.C., domina, da uno sperone roccioso, il Sasso Barisano della città di pietra, ed è circondato da profondi baratri. I monaci dell’ordine degli Eremitani fondarono il convento nel 1592 annettendovi la chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie.
“Le sculture di Casellato catturano lo sguardo di chiunque le incontri. Lo catturano e lo incantano”, scrive Chiara Casarin. “Non si tratta di semplice bellezza, non è solo una relazione di tipo estetico quella che si instaura tra l’opera e l’osservatore: vi è qualcosa di più profondo, di più importante, di più complesso che si avverte immediatamente e si comprende lentamente”.
La mostra di Giovanni Casellato è inserita all’interno della programmazione internazionale degli eventi organizzati dalla Fondazione Matera – Basilicata 2019 che coinvolge tutta la città con mostre, eventi, spettacoli e rassegne che si concluderanno il 20 Ottobre del 2019.
Giovanni Casellato. Laureato in Architettura presso lo IUAV di Venezia, da diversi anni si occupa di design e scultura. Ha collaborato alla progettazione d’interni, oggetti di design e illuminazione, elementi architettonici, scenografie teatrali, utilizzando il ferro come materiale da cui partire per i suoi lavori. Ha esposto in alcune delle maggiori città Italiane ed Europee, partecipando anche alla Biennale di Venezia nel 2008 invitato dal Ministero dell’Ambiente. Menzionato da Banca Aletti quale scultore per investimento d’arte. Giovanni ricerca in ogni pezzo “il fascino dell’unicità”, lavorando meticolosamente sulla linea e sulla finitura in modo da valorizzarne l’aspetto formale.
Lo scultore veneto è reduce dalla mostra personale inaugurata il 19 Marzo a Rabat in Marocco, presso la Galleria d’arte Abla Ababou. (aise)