ATTIVITÀ DELLA DANTE ALIGHIERI: COCNLUSO L’ESAME DEL COMITATO ITALIANI NEL MONDO DELLA CAMERA
ROMA\ aise\ - Nella seduta di ieri in Commissione Affari Esteri, il Comitato Italiani nel mondo e promozione Sistema Paese presieduto da Simone Billi (Lega) ha concluso l’esame della “Relazione sull'attività svolta dalla società Dante Alighieri nell'anno 2018 e il suo bilancio consuntivo per la medesima annualità”, iniziato il 6 giugno e proseguito il 12 dello stesso meno con l’audizione di Andrea Riccardi e Alessandro Masi, rispettivamente presidente e segretario generale della Dante.
Proprio in base all’audizione di Riccardi e Masi la relatrice del provvedimento al Comitato, Mirella Emiliozzi (M5S) ha segnalato ai colleghi “alcune questioni” e “spunti conclusivi che potrebbero essere oggetto di un atto di indirizzo”.
Evidenziata la “necessità di preservare il prestigio e la lunga tradizione della Società Dante Alighieri in quanto istituzione di origine risorgimentale nata su intuizione di Giosuè Carducci per preservare i valori dell'italianità all'estero a tutela delle comunità di connazionali”, la deputata ha sostenuto che l'audizione di Riccardi e Masi “ha dato risalto alla natura privatistica della Società Dante Alighieri, che è un'istituzione caratterizzata da una forte vocazione volontaristica, sostenuta dallo Stato, basata su un sistema “federativo” di comitati presenti in tutti i continenti e legati alla sede centrale dal solo logo “Dante Alighieri” non essendovi una connessione giuridica stringente, trattandosi di soggetti privati autonomi”.
Oggi, ha aggiunto, “la SDA svolge un ruolo importante nell'insegnamento della lingua italiana all'estero – ruolo condiviso dal 2010 con gli Istituti italiani di cultura – rivolto non solo più ai connazionali ma anche all'ampia gamma dei cosiddetti “italosimpatizzanti”, attratti dall’Italian style, i quali rappresentano un bacino fin qui poco valorizzato sul piano delle potenzialità anche commerciali (uno studio condotto negli Stati Uniti avrebbe assegnato all'Italia il primo posto per capacità di influenza culturale nel mondo)”.
Ricordato che “a partire dal 2010 c’è stato un evidente ripensamento da parte dello Stato che, oltre a potenziare il ruolo degli istituti di cultura, ha rivisto il contributo statale erogato alla Società Dante Alighieri su base regolare”, Emiliozzi ha evidenziato che “durante l'audizione il presidente Riccardi ha sottolineato il suo impegno per riscattare e rivendicare il ruolo della SDA a partire dal contrasto alla tendenza centrifuga dei comitati, alcuni dei quali anche ben strutturati, come ad esempio a Buenos Aires, potenziando il ruolo di coordinamento della sede centrale, che finora ha avuto un ruolo per lo più di prestigio e rappresentanza. Occorre anche ben valutare che il dualismo tra Società Dante Alighieri ed istituti di cultura caratterizza l'Italia rispetto a Francia, Germania, Spagna o Portogallo, dove esiste un'unica istituzione preposta all'insegnamento della lingua all'estero – Goethe Institut, Institut français, British Institute, Cervantes, Camoes –e dove l'investimento finanziario pubblico è molto più consistente”.
“In risposta alle misure del 2010, - ha aggiunto Emiliozzi – dal 2016 la Società Dante Alighieri si è dotata di un piano per il potenziamento della propria rete e del proprio mandato, di cui hanno beneficiato molti ministeri oltre al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e la stessa RAI. L'auspicio della Dante è oggi la stabilizzazione del contributo straordinario ricevuto dallo Stato, a fronte di un maggiore impegno sul versante dell'autofinanziamento e del rapporto con il privato, che dovrebbe permettere a breve l'apertura di ulteriori due scuole, oltre alle cinque già presenti in Italia”.
Dall’audizione, ha proseguito la deputata, “è emersa, in generale, l'esigenza che l'azione all'estero della Società Dante Alighieri e degli stessi istituti si fondi su un rapporto più stretto con il retroterra culturale italiano. È inoltre emersa una competenza specifica della SDA sul terreno della qualità e della formazione didattica degli insegnanti all'estero, grazie a corsi di aggiornamento, anche a distanza (con piattaforma online), e, di recente, a nuovi strumenti comunicativi video, dedicati ai vari temi. Secondo quanto riferito in audizione, ad oggi i fondi per questa attività sono esigui e non si riesce a coprire gli organici per le scuole già aperte o in fase di apertura. Resta cruciale il sostegno alle comunità di connazionali all'estero, soprattutto nella ex Jugoslavia”. Al riguardo, Emiliozzi ha ricordato che la Dante “è presente a Fiume e a Pola, dove sostiene un posto di lettore di lingua italiana. In Albania è stata aperta una nuova scuola che offre un ciclo elementare intero, dipendente dalla sede centrale, per ravvivare la conoscenza dell'italiano, parlato un tempo dal 40 per cento degli albanesi e oggi soppiantato da altre lingue europee. Il sostegno è importante anche in Paesi strategici come la Russia, dove la domanda di italiano è fortissima ma manca una scuola italiana, ma anche a Malta, in Africa e in Asia. La SDA è presente a Tunisi, a Tangeri, in Zambia e in Libano, dove promuove un modello di accompagnamento culturale della presenza militare italiana”.
Citando ancora l'audizione di Masi e Riccardi, la relatrice ha ricordato “l'esigenza di colmare un vuoto nel Corno d'Africa dove la domanda di italiano è elevata e connessa alla nostra cultura e al nostro modello, anche in ragione di uno storico legame con specifiche realtà della regione” e che “a Doha, in Qatar, si starebbe sperimentando un modello, che appare virtuoso, di interazione tra Società Dante Alighieri ed istituti di cultura, nel senso di un ruolo supplente della Società laddove siano assenti gli istituti”.
Per Emiliozzi “i numeri della Società Dante Alighieri non vanno sottovalutati: 250 scuole nel mondo, 50 mila soci in quindici Paesi, con sedi certamente superiori nel numero agli istituti: a titolo di esempio, ricordo che in America Latina la Società Dante Alighieri ha trenta sedi contro soli undici istituti. Appare, in generale, condivisibile l'obiettivo strategico della presidenza Riccardi di allargare lo spazio della “italsimpatia” in sinergia con gli istituti di cultura, gli enti gestori, la rete diplomatico consolare e in collaborazione con le imprese e ministeri come il Ministero dello sviluppo economico e Confindustria”. Anche alla luce del dibattito che è seguito all'audizione, secondo Emiliozzi “le linee di azione si possono così sintetizzare: sul tema del rapporto “concorrenziale” tra Società Dante Alighieri e istituti di cultura, occorre lavorare a rafforzare la sinergia e le leve istituzionali di coordinamento tra le due realtà, per ottimizzare le risorse e potenziare l'Italia nel rapporto con gli altri maggiori Paesi europei. Al riguardo, certamente Doha rappresenta un buon esperimento di ruolo supplente della Società Dante Alighieri rispetto alle istituzioni culturali statali”.
“Poiché la diplomazia culturale è leva di politica estera cruciale anche a fini di promozione commerciale”, la deputata ha sottolineato che “un'ulteriore linea di azione consiste nell'affrontare una riflessione a tutto campo sui temi dell'identità nazionale, dell'interesse nazionale e sulla necessità di unificare il marchio Italia, affinché esso sia riconoscibile e accompagnato da un marketing di immagine preciso e coerente”.
Per la parlamentare, inoltre, “non deve essere trascurata la funzione della Società Dante Alighieri a sostegno delle comunità di connazionali che cercano il contatto con la patria di origine in regioni complesse come l'Istria, i Balcani – ad esempio il Montenegro – o l'area euroasiatica – come in Crimea o in Kazakhstan – e che oggi corrisponde ad una regione a forte rilancio economico”.
Concludendo, Emiliozzi ha rappresentato ai colleghi “l'opportunità di istituire presso la Presidenza del Consiglio una cabina di regia integrata per la politica di promozione del Sistema Paese che includa non solo le leve economiche ma anche gli strumenti della promozione culturale. Tale struttura potrebbe avvalersi di portali dedicati, nonché identificare un logo “Italia” unico e riconoscibile, definendo strategie ed assegnando responsabilità specifiche ai vari attori preposti a veicolare l'italianità nel mondo”. (aise)