CAPONE (UGL): BLOCCATI ALLA FRONTIERA CON IL VENEZUELA

ROMA\ aise\ - "Ci hanno preso d’assalto con i fumogeni. Siamo in piena guerriglia urbana. C’è gente che grida ovunque, la situazione è drammatica. Si sentono spari di continuo. Sto tentando di mettermi al riparo io stesso". Era nel bel mezzo dell’attacco di sabato, 23 febbraio, sul ponte Bolivar il segretario generale Ugl, Paolo Capone. Al confine tra Colombia e Venezuela per consegnare aiuti umanitari, Capone e la delegazione UGL si sono trovati sotto l’attacco della Polizia ai manifestanti contro il regime Maduro.
Il sindacato UGL aveva aderito alla manifestazione internazionale in favore del popolo venezuelano, con l'invio di una rappresentanza guidata dal segretario generale Paolo Capone, che personalmente ha cercato di consegnare beni di prima necessità e medicinali, raccolti nella città di Cucuta e trasportati, attraverso il ponte di Las Tiendidas sul fiume Meta, al confine con la Colombia.
La delegazione è stata bloccata dalla Polizia Venezuelana, che non ha permesso a nessuno di oltrepassare il ponte Bolivar verso il Venezuela.
Capone si è dichiarato "particolarmente colpito per la gravissima crisi economica, sociale e democratica, che sta creando profonda sofferenza a milioni di cittadini del Venezuela, il Paese più ricco di risorse del Sud America. Per tale ragione", ha sottolineato, "è assolutamente prioritario soccorrere concretamente il Venezuela, in cui vivono, tra l'altro, 2 milioni di oriundi italiani. In tal senso, tutte le forze politiche e sociali dovrebbero sentirsi coinvolte nel prestare aiuto al Paese dell'America Latina attanagliato ormai da una vera e propria crisi umanitaria". (aise)