CORRIDOIO UMANITARI: FAMIGLIE CHE SI RIUNISCONO/ A FIUMICINO L'ABBRACCIO DI MADRI E FIGLI SEPARATI DALLA GUERRA E DALLA POVERTÀ

ROMA\ aise\ - Sono arrivati in 51, prima dell'alba oggi a Fiumicino, i rifugiati dal Corno d'Africa, i primi del nuovo corridoio umanitario aperto grazie al secondo protocollo d'intesa firmato recentemente con i Ministeri dell' Interno e degli Affari Esteri. A darne notizia la Comunità di Sant’Egidio
Nell'accoglierli, Daniela Pompei, ha parlato di un giorno di festa. "Molti tra di voi - dice - si ricongiungono con i propri familiari, dopo tanti anni di separazione. Molto spesso le leggi dei paesi europei sono restrittive, e i figli maggiorenni non possono riunirsi alle loro madri perché maggiorenni. Per questo oggi è un giorno di festa. Il Corno d’Africa soffre da molti anni e molti giovani, donne e bambini si avventurano in viaggi pericolosi. I corridoi umanitari sono una via legale e umana per ricongiungersi, per essere protetti e ricominciare insieme una nuova vita”.
“Siete i primi 51 di questo secondo corridoio”, ha aggiunto Monsignor Francesco Antonio Soddu. “Alcuni di voi parlano italiano, hanno studiato nelle scuole italiane nel Corno d’Africa e pensiamo che la vostra nuova vita sarà felice. Con voi più di 2800 persone sono entrate con i corridoi umanitari e speriamo che molti paesi aprano ai corridoi. Oggi siete qui anche per dare una testimonianza a chi non vuole capire che ci sono milioni di persone nel mondo che hanno bisogno di essere protette. Per questo vi chiediamo di essere testimoni per i tanti che sono nelle carceri libiche, per i tanti che hanno perso la vita. Il nostro appello lo vogliamo rivolgere chi ha responsabilità di governo. Voi grazie all’Italia siete giunti in sicurezza e legalità. Voi siete un segnale di speranza e fiducia".
Al caloroso benvenuto si sono uniti anche i rappresentanti del Ministero dell'Interno e degli Affari Esteri. I 51 rifugiati saranno ospitati da parrocchie, associazioni e famiglie italiane. Tra loro anche i due figli di A. che da otto anni viva e lavora in Italia e che questa mattina li ha riabbracciati: i due ragazzi sono rimasti in Etiopia, in un campo profughi, per tutto questo tempo.
I Corridoio Umanitari sono un progetto-pilota, realizzato dalla Comunità di Sant’Egidio con la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese e la Cei-Caritas, frutto di un Protocollo d'intesa con il governo italiano. Il progetto è completamente autofinanziato.
Ha come principali obiettivi evitare i viaggi con i barconi nel Mediterraneo, che hanno già provocato un numero altissimo di morti, tra cui molti bambini; impedire lo sfruttamento dei trafficanti di uomini che fanno affari con chi fugge dalle guerre; concedere a persone in "condizioni di vulnerabilità" (ad esempio, oltre a vittime di persecuzioni, torture e violenze, famiglie con bambini, anziani, malati, persone con disabilità) un ingresso legale sul territorio italiano con visto umanitario e la possibilità di presentare successivamente domanda di asilo.
Arrivati in Italia, i profughi sono accolti a spese delle associazioni in strutture o case. Viene insegnato loro l'italiano,e i bambini vengono iscritti a scuola , per favorire l’integrazione nel nostro paese e aiutarli a cercare un lavoro. (aise)