CORRIERE CANADESE/ SCUSE PER GLI INTERNAMENTI, PRESSING DELLA COMUNITÀ – di Francesco Veronesi

TORONTO\ aise\ - “Azioni concrete che accompagnino le scuse ufficiali del governo per l’internamento degli italocanadesi durante la Seconda Guerra Mondiale. È questa la richiesta fatta dal Congresso Nazionale degli Italocanadesi con sede a Montreal, insieme alla National Federation of Canadian Italian and Business and Professional Associations, e all’Order Sons and Daughters of Italy of Canada”.
A firmare l’editoriale è Francesco Veronesi, che dirige a Toronto il “Corriere Canadese”.
“Dopo l’impegno solenne preso due settimane fa dal primo ministro Justin Trudeau circa le future scuse ufficiali del governo, la comunità di origine italiana aumenta il pressing sul leader liberale, chiedendo di mantenere la promessa accompagnata però da una serie di iniziative per rendere giustizia a quanto sofferto da centinaia di italocanadesi negli Anni Quaranta.
“Durante la Seconda Guerra Mondiale - fa sapere il Congresso Nazionale degli Italocanadesi attraverso un comunicato stampa - 6.000 italocanadesi vennero arrestati, 5.300 di questi furono rilasciati dalla prigione con l’obbligo di presentarsi all’Rcmp ogni mese; altri 700 - continua - vennero internati dal governo federale per una media di 15 mesi, senza nemmeno un’accusa formale, senza il diritto di un’udienza imparziale e senza il diritto ad avere un avvocato. L’intera comunità italocanadese fu vittima di ingiustizia e sotto assedio a causa di ingiusti elementi di discriminazione, tormento e stenti e da tempo ha cercato una riparazione”. Negli anni, a partire dal governo del conservatore Brian Mulroney, i primi ministri si sono impegnati a scusarsi formalmente per gli internamenti: promesse via via cadute nel vuoto e mai mantenute.
“La comunità italocanadese - sottolinea Roberto Colavecchio, presidente del Congresso Nazionale degli Italocanadesi - ha ulteriori richieste oltre alle scuse formali: una mostra per commemorare questo capitolo della storia canadese al Canadian Museum for Human Rights a Winnipeg e a Casa d’Italia a Montreal, la creazione di una cattedra di studi a Toronto, a Montreal a Vancouver e altre iniziative. Vorremmo vedere alcune azioni concrete su queste questioni”.
“Il governo - fa sapere Gianni Leonetti, presidente nazionale della National Federation of Canadian Italian and Business and Professional Associations - ha trovato modo di riparare ai danni commessi ad altre comunità attraverso la compensazione ad altre comunità, in particolare ai canadesi di origine giapponese, ucraina e cinese. Nell’interesse della giustizia e dell’equità la nostra comunità non dovrebbe avere ricevere nulla di meno”.
Dello stesso parere anche Carmine E. Filice, presidente nazionale dell’Order Sons and Daughters of Italy of Canada. “La promessa di scuse formali alla House of commons dal nostro primo ministro rappresenta un importante primo passo in questo processo. Sfortunatamente, questo non avrà luogo prima delle elezioni. La mia speranza è che anche i leader degli altri partiti assumano lo stesso impegno come promessa”. (aise)