COSTRUIRE APPARTENENZE: L’EMIGRAZIONE ITALIANA IN “STORIA E REGIONE”

BOLZANO\ aise\ - Si parla anche di emigrazione italiana in “Community of Images: Zugehörigkeiten schaffen / Costruire appartenenze”, sezione monografica dell’ultimo numero della rivista “Storia e regione/Geschichte und Region” edita da Studien Verlag. Tra i contributi pubblicati anche quelli di Edith Pilcher, ricercatrice e docente in Germania (Università di Potsdam) e consigliere del Cgie.
“Almeno a partire dal XVIII secolo – si legge nell’abstract dellaa rivista – l’emigrazione transoceanica ha rappresentato uno dei più grandi fenomeni della storia mondiale. Nel corso del XIX secolo i movimenti di popolazione, volontari o forzati, sono diventati sempre più marcati anche all’interno dei continenti. Tali spostamenti – dovuti a ragioni economiche o a fenomeni conseguenti alle guerre come fughe, deportazioni o espulsioni – manifestarono la loro enorme portata nella “vecchia Europa” già nel XIX secolo e poi soprattutto all’epoca delle guerre mondiali. Lo sradicamento delle relazioni personali e sociali da contesti precedentemente stabili e il venir meno dei riferimenti spaziali e temporali sono fenomeni di enorme portata che spesso coinvolgono persone e gruppi sociali fino alle estreme conseguenze. Come fanno le popolazioni e i grandi gruppi sociali a costruire una nuova rappresentazione di sé, una volta intrapreso il difficile e spesso estremamente impegnativo cammino della migrazione temporanea o permanente? Come stabilizzano la loro appartenenza e come ricostruiscono il loro contesto sociale, culturale e religioso?”.
Proprio l’autopercezione delle persone coinvolte è al centro dei contributi della sezione monografica di questo numero della rivista.
“In questo contesto – si legge ancora nell’abstract – torna utile il ricorso alla diffusa, ormai classica, nozione delle Imagined Communities. Il concetto di “comunità immaginata” dello storico Benedict Anderson si riferisce al carattere fittizio e costruttivista delle nazioni e dei gruppi definiti in chiave nazionale. Giocando coi termini, si può anche trasformare la sua formula e parlare di una community of images per indagare quelle immagini capaci di produrre legami, stabilità e consolidamento di un gruppo. In questo numero il concetto di community of images offre una chiave per penetrare spazi di possibilità e mondi di immaginazione dai quali possono svilupparsi le appartenenze. Si tratta di appartenenze che si formano in condizioni di estrema pressione: guerra, emigrazione come anche intense esperienze di abitanti di villaggi che vivono in regioni in cui i confini sono più volte cambiati nel corso della storia lontana e recente. I territori presentati dai contributi ci portano dall’America del Nord e del Sud fino all’Africa e all’Europa centrale e orientale”.
La parte monografica si apre con l’editoriale di Francesco Frizzera “Tra valle, regione, Stato e Impero. I profughi trentini nella Prima guerra mondiale e il concetto di spazio”.
Seguono i contributi di Markus Wurzer (Gruppenzugehörigkeit als fotografisches Ereignis. Gruppenbilder aus dem Italienisch-Abessinischen Krieg 1935–1941), Susanne Korbel (Die Austrian Refugee Groups am Central Park. Identifikationen mit und (Raum-)Wahrnehmungen von „Ur-Wiener-Gemütlichkeit“ im New York der 1930er und 1940er Jahre), John Starosta Galante (Buenos Aires and the making of italo-argentinidad, 1915–1919), Sabine von Löwis (Konfessionelle Räume in der Westukraine: Annäherungen, Abgrenzungen und Überlagerungen), Michael M. Hammer (Das Frauenhaus in Bozen. Ein Fallbeispiel für das spätmittelalterliche Bordellwesen), Liliana De Venuto (Franz Gottfried Troilo: dalla Valle Lagarina alla corte dell’imperatore Rodolfo II), Edith Pichler (Migrazioni e milieus: diversificazioni di comunità e immagini), Francesca Brunet (“Verrei a vivere, ove ora tu vivi, terra libera, terra beata!”. Esuli austriaci negli Stati Uniti d’America (XIX secolo): un progetto in corso), Lienhard Thaler (Missionskreuz – Kruckenkreuz – Hakenkreuz. Die Tiroler Kapuzinermissionare in der Mandschurei und der „Anschluss“ 1938), Thomas Götz (Diroll divers – oder: Die Dialektik von Einheit und Vielfalt regionalgeschichtlich betrachtet. Ein Rezensionsessay zu Francesca Brunet/Florian Huber (Hg), Vormärz. Eine geteilte Geschichte Tirols / Una storia condivisa trentino-tirolese, Innsbruck 2017). (aise)