“DECODING HIS UNIVERSE”: ALIGHIERO BOETTI A LONDRA

LONDRA\ aise\ - I lavori su carta di Alighiero Boetti possono fornire scorsi illuminanti per comprendere il mondo segreto dell’artista italiano. Ad essi è dedicata la mostra "Alighiero Boetti | Decoding His Universe: Works on Paper (1968-91)", allestita sino all’8 gennaio 2020 nella sede londinese della galleria Tornabuoni Arte.
Dal giocoso al provocatorio, dallo scarabocchio al disegno, il lavoro grafico di Boetti porta il visitatore al centro dell'ossessione dell'artista per la creazione di codici, giochi e regole. Per lui l'arte era un gioco rivolto a tutti in cui il ruolo dell'artista era quello di stabilire le regole.
Boetti è stato il primo artista italiano del dopoguerra ad allestire una mostra personale alla Tate Modern di Londra, "Game Plan" nel 2012, che fu poi ospitata anche al MoMA di New York. Il suo concettualismo ludico, l'umorismo e il gioco di parole sono in consonanza con il pubblico londinese.
La carta è il filo conduttore che lega insieme gran parte del lavoro di Boetti, dagli schizzi ai pezzi di qualità museale. "Alighiero Boetti | Decoding His Universe " presenta negli spazi di Tornabuoni Art London oltre 30 opere su carta che coprono tutta la carriera dell'artista e spaziano dagli origami aerei ai murales monumentali. Questi lavori sono stati mostrati al pubblico raramente in tale quantità e qualità, quindi si tratta di un'opportunità unica per conoscere meglio la mente dell'artista, il cui lavoro è stato così intensamente cerebrale.
L’esposizione include alcuni delle sue prime opere concettuali, come la serie Bollini (Stickers) realizzati alla fine degli anni Sessanta. Dopo la nascita di sua figlia nel 1972, Boetti cominciò ad inventare giochi numerici e di parole per giocare con lei, giochi che furono in alcuni casi sviluppati in vere e proprie serie di opere oggi iconiche. Tra queste si segnalano Ricami, ricami di lettere che, se lette dall’alto verso il basso o da sinistra a destra, rivelano componimenti poetici e talvolta giocosi, e Biro, opera che invita il lettore ad abbinare virgole e lettere per decifrare messaggi nascosti in un vasto mare di inchiostro disegnato con la penna a sfera. La monumentale opera realizzata con la biro Mettere al mondo il mondo (Bringing the world to the world) del 1975 (160 x 347 cm) è esposta a Londra come primo esempio di questa pratica.
Proprio come la sua opera spazia dal monumentale al minuto, le cifre con cui possiamo decodificare la sua arte variano dalla complessa equazione algebrica che si cela ad esempio dietro la sua Storia Naturale della Moltiplicazione (1974-75) al fatto che Boetti usava la sua polaroid per fotografare e organizzare in specie i disegni di animali realizzati dalla figlia prima di usarli per creare opere simili a fregi (Fregio), che sono state esposte alla Biennale di Venezia del 1990. Nelle sue Copertine (Magazine Covers) su carta, che sono state montate su tela, la regola era semplice: riassumere visivamente il passaggio di un intero anno selezionando e quindi rintracciando oltre 12 copertine di riviste, una per ogni mese. In mostra anche i Lavori Postali (Postal Works), costituiti da buste vuote timbrate con una combinazione finita e predeterminata di francobolli colorati, inviati in tutto il mondo a indirizzi inventati o a destinatari da lungo tempo scomparsi. Solo se tutte le buste fossero state restituite correttamente al mittente Boetti, avrebbe potuto completare il gioco e quindi il lavoro.
La mostra di Londra, intima e più personale, fa da contrappunto alla recente esposizione realizzata in occasione di Art Basel e dedicata alle iconiche Mappe di Boetti nel giugno 2019, così come alla presentazione di una celebre Mappa al Frieze Masters nel mese di ottobre. Segue anche le recenti indagini su Boetti presso Tornabuoni Art Paris e Londra e la grande mostra "Alighiero Boetti: minimo / massimo" presso la Fondazione Giorgio Cini a Venezia nel 2017. Tutte mostre che, insieme, esemplificano la tradizione di Tornabuoni di esplorare in profondità l'intero universo creativo di un artista.
Alighiero Boetti - o Alighiero e Boetti come firmò i suoi lavori a partire dal 1971 - è nato il 16 dicembre 1940 a Torino, in Italia. Figlio dell'avvocato Corrado Boetti e della violinista Adelina Marchisio, iniziò la sua carriera come artista autodidatta, dopo aver brevemente studiato Economia e Commercio all'Università di Torino.
Nel 1967, la galleria Christian Stein di Torino offrì a Boetti la sua prima mostra personale, in un contesto segnato dalla recente nascita dell’Arte Povera. Il giovane artista fu successivamente invitato a prendere parte a tutte le mostre collettive di questa corrente, che spianò la strada alla totale libertà di espressione artistica, e in mostre sull'arte concettuale come "Quando gli atteggiamenti diventano forma" alla Kunsthalle di Basilea nel 1969. Quest'ultima segnò il distacco di Boetti dall'Arte Povera a favore della sperimentazione concettuale attraverso la duplicazione, la simmetria e la moltiplicazione.
I suoi lavori iniziarono a focalizzarsi sui codici di classificazione e di comunicazione, utilizzando numeri, mappe e alfabeti, giocando con una varietà di materiali e tecniche, reminiscenza dell’artigianato dell’Asia antica.
La passione di Boetti per l’Afghanistan cominciò nei primi anni Settanta con una serie di viaggi che si trasformarono poi in lunghi soggiorni, sino a che nel 1971 aprì l’One Hotel a Kabul. In quel periodo iniziò a lavorare ai suoi famosi arazzi intitolati Mappe (Maps), affidando la realizzazione di queste opere alle artigiane afghane. Kabul ispirò un’altra famosa serie intitolata Frasi messe al quadrato (Squared Sentences). Dopo l’occupazione sovietica dell’Afghanistan nel 1979, Boetti cominciò a lavorare con i rifugiati afghani a Peshawar, in Pakistan.
Grande viaggiatore, Boetti passò lunghi periodi in diversi continenti. Paesi come l’Etiopia, Guatemala e Giappone lo ispirarono a creare i suoi Lavori postali (Postal Works) con francobolli locali. Evocando il passare del tempo, queste opere erano basate sulla mutazione matematica dei francobolli e sulla imprevedibile avventura dei servizi postali nel mondo.
L’aspetto rivoluzionario dell’arte di Boetti sta nella creazione di un paradigma entro il quale attivare il coinvolgimento delle persone nel processo creativo, così da mettere radicalmente in discussione il ruolo dell’artista e l’impatti del caso, della sequenza, della ripetizione e dell’attribuzione nella creazione di un’opera artistica.
Alighiero Boetti è morto a Roma nel 1994, ma il suo lavoro e la sua attitudine hanno fortemente influenzato e continuano ad influenzare le generazioni a venire di artisti in Italia e nel mondo. (aise)