“DÍA DEL INMIGRANTE ITALIANO” – di Marco Basti

BUENOS AIRES\ aise\ - “L’omaggio dell’Argentina alla presenza italiana, reso ufficiale con la legge che nel 1995 stabilì il 3 giugno come “dia del Inmigrante Italiano”, sta perdendo importanza di anno in anno. Inizialmente era una celebrazione che in Argentina era stata abbinata a quella della nascita della Repubblica Italiana e successivamente si decise di celebrarle in due giornate o in due manifestazioni successive. Così, anche quando entrambe venivano celebrate, per fare un esempio, una domenica, si faceva in mattinata un evento per rendere omaggio a Manuel Belgrano e all’immigrazione italiana in Argentina e nel pomeriggio si celebrava l’anniversario della Repubblica Italiana”. Così scrive Marco Basti nell’editoriale del nuovo numero della “Tribuna italiana”, quindicinale che dirige a Buenos Aires.
“Come è noto, il Giorno dell’Immigrante Italiano si celebra il 3 giugno, in coincidenza con la data di nascita di Manuela Belgrano, illustre patriotta creatore della bandiera argentina, figlio di un ligure di Oneglia.
Negli ultimi anni, la ricorrenza veniva affidata alla FACIA, la Federazione delle associazioni cattoliche italiane in Argentina, che teneva una cerimonia davanti al mausoleo di Belgrano, nell’atrio della Basilica di Santo Domingo e poi una messa, seguita riunione conviviale nel Santuario della Madonna Madre degli Immigrati nel rione di La Boca, celebrando anche l’anniversario della citata federazione, che coincideva col 3 giugno. E se nei primi anni erano in tanti a radunarsi portando bandiere, stendardi e tanto altro, e recandosi in processione della Basilica al Santuario, col passare del tempo l’evento sempre ripetitivo, ha perso smalto e interesse e pubblico.
Il “Dia del Inmigrante Italiano”, poi, ha avuto anche una seconda manifestazione celebrativa, che è stata organizzata al Senato argentino, proprio dove nacque, nel 1995, la legge che stabilí la festa, su progetto del senatore Alfredo Avelin. Anche in questo caso, è venuto meno l’entusiasmo e la solennità dei primi anni, diventando sì, un momento di omaggio, sempre presieduto da un senatore a nome dei suoi colleghi, ma scadendo nelle solite canzoni e canzonette, parole di rito e poche novità.
Passata la celebraziomne però, sembra utile pensare al suo futuro.
A questo riguardo, il presidente del Comites di Lomas de Zamora, Emilio Bianco, vede nel 2020 una grande occasione di rilancio, perché l’anno prossimo ricorrono i 200 anni della morte di Manuel Belgrano e 25 anni della legge che sancì la Giornata dell’Immigrante Italiano. C’è del tempo per pensare a nuove idee, a delle iniziative originali, che vadano oltre il folclorismo, che superino il solito riferimento alla nostalgia e i riferimenti generici al contributo dato dall’immigrazione italiana alla crescita dell’Argentina.
Celebrare alla grande la data che l’Argentina ha stabilità per rendere omaggio ai nostri genitori e nonni giunti dall’Italia, può diventare una occasione per riflettere sulla presenza italiana e sul futuro della nostra comunità”. (aise)