EMIRATI-CINA: NUOVI ACCORDI PER “100 ANNI DI PROSPERITÀ”

DUBAI\ aise\ - “A partire da settembre, negli Emirati Arabi oltre 200 scuole pubbliche inseriranno nel loro curriculum l’insegnamento della lingua cinese. È il primo effetto concreto della visita, appena conclusa, del principe ereditario di Abu Dhabi Mohamed bin Zayed in Cina. Si parte dunque dall’istruzione, con l’obiettivo di formare le generazioni future, e dalla firma di 16 accordi economici”. A rilanciare la notizia è “DubaItaly.com”, portale fondato e diretto a Dubai da Elisabetta Norzi.
“Primo tra tutti quello tra la Dubai Emaar Properties e l’aeroporto internazionale Daxing di Pechino, per il mega progetto da 11 miliardi di dollari che darà vita ad un moderno quartiere intorno all’aeroporto cinese. Secondo, e non meno importante, l’accordo siglato tra la Abu Dhabi National Oil Company e la China National Offshore Oil Corporation, il maggiore importatore di petrolio al mondo.
I colloqui con il presidente Xi Jinping, ha sottolineato lo Sceicco, sono serviti a rafforzare il legame tra Medio Oriente e Asia orientale, risalente a migliaia di anni fa, ponendo le basi di quella che è stata definita dai due capi di Stato una “road map per garantire 100 anni di prosperità ad entrambi i Paesi”.
La Cina è il secondo partner commerciale di Abu Dhabi con scambi bilaterali che si prevede supereranno i 58 miliardi di dollari quest’anno e oltre 70 miliardi entro il 2020, e sulla scia dell’antica via della seta, gli Emirati Arabi sono parte integrante della nuova “Belt and Road” voluta dal presidente cinese, con l’obiettivo di creare una rotta commerciale globale per collegare la Cina con il resto dell’Asia, il Golfo Arabico, il Nord Africa e l’Europa.
Tra lo Sceicco e il Presidente cinese, non è mancato un confronto sulla crisi iraniana. Dietro all’intesa e agli accordi c’è infatti anche l’Iran, che ancora una volta condiziona gli equilibri geopolitici mondiali: Pechino dipende dal petrolio iraniano e trovare un alleato forte nel Golfo è fondamentale. Non solo per allentare la tensione nel delicatissimo tratto di mare che è lo stretto di Hormuz, linea portata avanti fermamente dagli Emirati, ma anche per garantirsi il petrolio emiratino nel caso la crisi iraniana si trasformi in guerra.
Il pieno appoggio degli Emirati Arabi alla “Belt and Road Initiative” era già stata preannunciata lo scorso anno, in occasione dalla visita del presidente cinese Xi Jimpingi , che si era conclusa con la firma di 13 accordi e memorandum di intesa relativi a commercio, investimenti, energia (green e non), istruzione, cultura. Lo Sceicco di Dubai aveva definito la visita “un incontro storico”, peraltro il primo dal 1989, quando l’ex presidente della Cina Shangkun si era recato ad Abu Dhabi, e verrà ricordata come una delle più grandi visite di stato che gli Emirati abbiano mai ospitato”. (aise)