"EROS BONAMINI": NASCE DALLA COLLABORAZIONE TRA SKIRA E VAF STIFTUNG LA MONOGRAFIA DELL’ARTISTA

ROMA\ aise\ - La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ha ospitato il 16 gennaio scorso la presentazione del volume "Eros Bonamini", monografia edita da Skira editore e VAF Stiftung (Francoforte) e curata da Francesco Tedeschi, che rappresenta uno studio sistematico sull’autore, con la ripresa di un’ampia raccolta della sua produzione artistica.
Eros Bonamini (Verona 1942-2012) fa la sua apparizione sulla scena dell’arte contemporanea a metà degli anni Settanta, nell’ambito di ricerche affini alla pittura analitica. Le sue prime mostre hanno avuto luogo a Verona nella Galleria dello Scudo e nella Galleria Ferrari, che per alcuni anni ha seguito da vicino il suo lavoro. Da una pittura fondata sulle varianti della monocromia, in breve tempo Bonamini passò a operare con stesure materiche, attraverso l’adozione del cemento come materia cromatica su cui tracciare segni in forma di scrittura e di misurazione del tempo, e in seguito sperimentando altre soluzioni di analisi del tempo come fattore operativo nelle sequenze ottenute per immersione di tele in acqua ossigenata e inchiostro, ottenendo le prime opere che iniziò a denominare come "Cronotopografie". Da allora il fattore temporale è stato persistente nella sua attività, che ha assunto i caratteri di un lavoro di grande attenzione e precisione, ma non per questo privo di note poetiche.
Nel procedere di un’attività che si è dipanata nei decenni successivi attraverso l’applicazione dei principi di analisi della registrazione del tempo in uno sviluppo che si modifica costantemente, fino a divenire labirintico specchio dell’anima, Bonamini ha dato vita a opere di impatto anche ambientale, dove i numeri, le parole, le tracce variamente prodotte, si misurano con taluni aspetti delle tecniche e dei modelli artistici del Novecento, in composizioni aperte alla continua variazione. Un elemento costante è anche la disposizione o la successione triadica, dove ogni opera, in particolare dagli anni Ottanta in poi, diventa risultante di tre variabili o momenti diversi. Questo aspetto risulta evidente nelle composizioni in più parti o in quelle che mettono in gioco segni di vario genere (numeri, tracce di colore, segni, stili pittorici…), prima di manifestarsi come motivo portante nei lavori effettuati con le superfici in plexiglass e quindi in acciaio, sottoposte a incisioni e modifiche per effetto delle combustioni, introdotte nelle sue opere dal 2000 in poi.
Il volume, di oltre 400 pagine, è introdotto da un testo di Klaus Wolbert, presidente amministrativo della VAF-Stiftung, dedicato alle possibili relazioni del modo di operare adottato da Bonamini con la filosofia classica e moderna, seguito da un saggio di Francesco Tedeschi, Tempo Numeri Spazi, che si sofferma sui caratteri portanti individuali dell’opera di Bonamini, in rapporto con il contesto storico-artistico in cui l’artista si è mosso. Le opere di Bonamini sono presentate quindi suddivise in sei sezioni, riguardanti i diversi periodi della sua parabola creativa. Completano l’opera, impostata con grande attenzione dal grafico Corrado Bosi, una antologia dei testi degli autori che nel corso del tempo si sono occupati dell’artista - da Giorgio Cortenova a Eugenio Miccini, Mario Bertoni, Luciano Caramel, Alberto Veca, Claudio Cerritelli, Marco Meneguzzo – e gli apparati biografici e bibliografici. (aise)