"EROS E SUE OMBRE": LE OPERE DI FRANCESCA CESARONI IN PALAZZO VENIER A ROMA

ROMA\ aise\ - La Marisa del Re Temporary Gallery Centro per l'arte contemporanea inaugura domani, mercoledì 26 giugno, a Roma la mostra "Eros e sue ombre" di Francesca Cesaroni.
Lo spazio, all'interno di Palazzo Venier nel cuore del Rione Monti è il contesto ideale per accogliere la mostra che vuole parlare dell'uomo e del suo mondo interno, delle dinamiche relazioni con l'altro da sé, e che rappresenta il fil rouge di tutta la ricerca intellettuale dell'artista.
Come racconta, infatti, Francesca Cesaroni, "Eros, come simbolo vivo, aperto, dinamico, impregna le sculture in modo tangibile, scoperto, tattile. In un gioco delle parti, fra passionalità e irruenza, delicatezza, sogno e rapinosità, si manifesta il dio pagano e rimbalza e gioca fra i doppioni d’ombra, in un mondo arcaico. Ritorna enigmatico nelle fisionomie ambigue della fotografia, che rivelano il suo insidioso gioco di vertigine, contrappunto d’ombra di ciò che ognuno sa di Eros".
In mostra dodici sculture in bronzo - tranne una in resina e una in argilla cruda - che dialogano e si confrontano con fotografie di grande formato e dal forte impatto emotivo, realizzate dall'artista. Le opere vogliono esprimere una caratterizzazione dello spirito, una visione interna dell'esperienza umana, mettendo a nudo l'uomo rivelandone la sua intimità e il suo io più profondo.
Una delle sculture in bronzo, dal titolo Il Seminatore, è stata realizzata anche in versione a grandezza naturale: rappresenta un uomo nell'atto di fecondare la terra e, come per le altre sculture, sarà per la prima volta esposta e presentata al pubblico.
Il curatore della mostra Gianni Mercurio così illustra i lavori: "Il realismo delle sculture di Francesca Cesaroni non deve ingannarci: rappresentano corpi, però non fanno riferimento a esseri reali, evocano piuttosto delle situazioni oniriche. Tuttavia non si muovono nemmeno nei territori dell’inconscio, a dispetto della formazione di psicologa e psichiatra dell’artista, ma in quelli del mito. Alludono perciò alla nostalgia, perché il mito non è altro che una favola colta che ci ricorda quello che abbiamo perduto. Sono frammenti, forse, di un’autobiografia spirituale".
Le sculture rappresentano l'incontro di corpi che si fondono insieme e si muovono raccontando l'avventura di Eros. Anime che vengono proiettate sulle pareti rafforzando il messaggio e costruendo una forte tridimensionalità dovuta al lavoro potente della luce e alla cruda componente materica. La presenza delle ombre speculari richiama l'aspetto oscuro e inconscio della personalità umana.
Il percorso dell’esposizione, che sarà aperta al pubblico sino al 27 luglio, si snoda all'interno delle cinque sale, ognuna delle quali rappresenta uno e tutti gli elementi dell'animo: fragilità, abbandono, fiducia, ossessione e attesa. Un'unica scultura in argilla cruda rappresenta il volto di Eros, figura mitologica romantica e malinconica, rivisitata in chiave contemporanea.
Marisa Del Re, gallerista internazionale, che ha dato luce a tanti artisti per oltre 30 anni a New York, a Montecarlo, ha scelto di presentare Francesca Cesaroni perché, spiega, "nel mio lungo interesse e amore per la scultura, ho sempre trovato uno speciale fascino per la tridimensionalità del messaggio artistico. Questa è la ragione per cui sono rimasta delusa dalla scultura contemporanea. La vera scultura deve rappresentare i moti dell’anima che dalle mani dell’artista vengono trasferiti al fruitore. Come è il caso di Francesca Cesaroni che, alla vecchia maniera, ci dà l’emozione del magico rapporto tra uomo e donna. In poche parole Amore. Amore che ci rende esseri umani e ci connette con il divino".
Francesca Cesaroni, psicologa, psicoanalista junghiana, ha svolto attività clinica privatamente e prevalentemente in contesti universitari. Nel 2006 lascia l'esercizio professionale e la ricerca teorico-clinica per la ricerca artistica, attuando un cambiamento radicale nell'esteriorità dei modi e degli strumenti espressivi, scegliendo la scultura e l'immagine fotografica come mediatori preferenziali, ma mantenendo la stessa centralità dell'attenzione sull'Uomo e sul suo mondo interno, sulle dinamiche relazioni con l'altro da sé.
Nel 2008 ha realizzato una personale di sculture e lavori fotografici a Roma all'interno di spazi di sua progettazione architettonica, dal titolo Luoghi per Narciso, curata da Ludovico Pratesi. Ha esposto in alcune collettive italiane. Nel 2012 la sua ultima personale dal titolo Architetture del Sé a cura di Achille Bonito Oliva.
La mostra romana sarà accompagnata dal catalogo a cura di Gangemi Editore. (aise)