EUROPEE E BREXIT/ SALVINI RISPONDE A FUSACCHIA (+EUROPA): DISPONIBILITÀ E APERTURA DEL GOVERNO
ROMA\ aise\ - Sul voto alle europee degli italiani residenti in Gran Bretagna “ovviamente la competenza è del Ministero degli Affari esteri, però, per quello che è di mia competenza, rispondo dando la massima disponibilità e apertura, anche a rivedere eventuali normative, stante l'eccezionalità della situazione, che non dipende dalla nostra volontà”. Così il Ministro dell’Interno Matteo Salvini che, nell’Aula di Montecitorio, ha risposto ad una interrogazione con cui Alessandro Fusacchia (+ Europa) chiedeva al titolare del Viminale se il Governo intendesse adeguare la normativa italiana, vista “l'obiettiva eccezionalità della situazione”, per garantire ai connazionali residenti in Gran Bretagna il diritto di voto attivo alle prossime elezioni europee.
“La normativa vigente prevede che gli elettori italiani residenti negli altri Stati membri dell'Unione possano votare per il Parlamento europeo presso i seggi esteri istituiti dagli uffici diplomatici e consolari. Tale possibilità non è invece prevista dalla legge per gli italiani residenti negli Stati non appartenenti all'Unione europea e questo è un discrimine che noi, ad oggi, non siamo in grado di stabilire. È ben chiaro al Governo – ha aggiunto Salvini – che qualora la Brexit dovesse divenire giuridicamente efficace nel termine dei due anni dalla notifica del recesso, cioè entro la fine del prossimo mese di marzo, si determinerebbero riflessi anche sul procedimento elettorale che riguarderebbe questi 300 mila italiani”.
“Pur tenendo conto di tale eventualità e della situazione di incertezza che si è venuta determinando, - ha proseguito Salvini – il Ministero dell'Interno ha intanto avviato gli adempimenti preliminari previsti dalla legislazione vigente pubblicando sulla Gazzetta Ufficiale il comunicato in cui si rende noto il periodo di votazione fissato dal Consiglio dell'Unione, dal 23 al 26 Maggio, e il termine del 7 marzo 2019, entro il quale gli elettori che si trovano temporaneamente in altro Stato dell'Unione per motivi di lavoro o studio possono fare domanda di voto nei seggi istituiti nei consolati. Mi risulta che anche il Ministero degli Affari esteri, che è competente, pur tenendo conto dell'incertezza di cui sopra, abbia avviato le procedure preliminari per il procedimento elettorale. In sostanza, pur nell'incertezza, assicuro che il Governo sta affrontando con tutta la possibile attenzione i diversi e delicati temi posti dalla Brexit, anche nell'ipotesi che avvenga senza accordo, condizione che, per quanto riguarda l'esercizio del diritto di voto per l'elezione del Parlamento europeo, vedrebbe applicarsi la disciplina attualmente prevista dalla legge per tutti gli elettori che risiedono fuori dagli spazi europei”.
“Si tratta ovviamente di una situazione eccezionale, che potrebbe incidere sul procedimento già avviato, ragione per la quale – ha assicurato Salvini – il Governo valuterà la percorribilità di ogni idonea soluzione che possa agevolare i nostri connazionali nell'esercizio del diritto di voto. Penso, spero e sono sicuro del fatto che il Parlamento dovrà essere protagonista di questo processo, che non dovrà dipendere solo dalle scelte del Governo, e la ringrazio a nome di questi 330 mila italiani residenti nel Regno Unito per l'attenzione che ha posto su questo problema”.
Nella replica, Fusacchia ha detto di “apprezzare ciò che ha affermato il Ministro; parto da una delle prime frasi che ha detto il Ministro, ossia che c'è una disponibilità. Ovviamente non sfugge che il Ministro Salvini è anche Vicepresidente del Consiglio, quindi, chiaramente, al netto delle difficoltà e delle corrette procedure che sia il Ministero degli esteri sia il Ministero dell'interno, nelle more di quello che potrebbe o non potrebbe succedere, stanno portando avanti correttamente, è una questione di volontà politica”.
“Mi permetto, Ministro, di registrare una disponibilità di massima a ragionare su questo. Chiudo solo su un punto: apprezzo ovviamente che il Governo si ricordi del Parlamento, è una questione di interesse nazionale molto più ampia; sappiamo pure – ha osservato il deputato eletto in Europa – che i tempi sono molto stretti, quindi è chiaro che lo strumento normativo idoneo e ideale per poter intervenire su questo non potrà necessariamente essere un disegno di legge, che magari potrebbe prendere tempi molto lunghi, ma servirà, contestualmente con altre misure, collegate sempre a un'eventuale Brexit, che arriva o non arriva nei tempi che vedremo e che vedrete, richiedere un intervento del Governo”. “Quindi, - ha concluso – mi reputo parzialmente soddisfatto, se non soddisfatto, nella misura in cui sono convinto che il Ministro Salvini darà seguito, al massimo del suo impegno e dei suoi sforzi, per assicurare questo diritto ai circa 330 mila connazionali nel Regno Unito”. (aise)