FANTETTI (FI) A MARCINELLE: LE PERSONE NON SONO NUMERI

ROMA\ aise\ - “Anche quest’anno, doverosamente, sarò a Marcinelle per ricordare le vittime della tragedia mineraria del 8 Agosto 1956”. Così Raffaele Fantetti, senatore di Forza Italia eletto in Europa, che anticipa oggi la sua partecipazione alla cerimonia commemorativa al Bois du Cazier di giovedì prossimo.
“Lo faccio da oltre venti anni in rappresentanza degli Italiani emigrati in Europa e per rispettare la tradizione di Tremaglia che, da ministro del governo Berlusconi, riuscì ad istituire anche la giornata di commemorazione delle vittime italiane sul lavoro all’estero”, ricorda Fantetti che anticipa il testo del discorso che terrà di fronte alla comunità italiana.
Lo riportiamo di seguito.
“Amici Italiani e autorità presenti, buongiorno e grazie ancora per la presenza e testimonianza di oggi, 8 Agosto 2019, sessantatreesimo anniversario di una tragedia che è divenuta il simbolo delle tante sofferenze dell’emigrazione italiana all’estero.
Vorrei indicarvi dei numeri. Numeri che ci fanno capire l’entità di quanto è successo qui a Marcinelle.
1946 - È la data (23 Giugno) in cui venne firmato il protocollo Italo-Belga
50’000 il numero di lavoratori che questo accordo prevedeva emigrassero dall’Italia in cambio di carbone per il nostro paese
142’000 il numero di minatori impiegato in Belgio nel 1956
44’000 di questi erano italiani
08.08.1956 - la data fatale della tragedia di Marcinelle, poco piu di 10 anni dalla firma dell’accordo italo-belga
262 il numero delle vittime di Marcinelle, che oggi chiameremmo “morti bianche”
136 il numero degli italiani che morirono in questa tragedia
13 il numero dei minatori che sopravvisse
1133 è il numero delle morti bianche registrate in Italia nel solo anno 2018 riportate dall’osservatorio sulla sicurezza del lavoro VEGA e basato sui numeri dell’INAIL
104 vittime in più rispetto all’anno precedente, incredibilmente un numero crescente
Sono numeri. Ma sono solo numeri? Stalin, in una frase tristemente famosa disse “Un morto è una tragedia, un milione di morti una statistica”.
In questa nostra società dove tutto viene misurato, dove ogni giorno veniamo bombardati da numeri e statistiche, i numeri finiscono per perdere valore. Si discute sul numero e non sul loro significato.
Si abusa dei numeri per portare acqua al proprio mulino e la politica ne è un chiaro esempio. Così ci si dimentica delle vittime dirette e di quelle indirette. Si, perchè a parte coloro che periscono in un incidente, vi sono molte famiglie che indirettamente ne subiscono le conseguenze.
Famiglie, mogli e figli, per le quali spesso l’unica fonte di reddito era il minatore che è morto qui a Marcinelle. Famiglie per le quali l’unica fonte di reddito rientra adesso tra le 1133 morti bianche dell’anno scorso in Italia.
Quante sono le vittime indirette di queste tragedie? Quanti figli hanno perso non solo un genitore ma anche l’opportunità di studiare e con esso il biglietto per salire sull’ascensore sociale?
Questa tragedia si consumava nel 1956. Oggi a 63 anni di distanza molte cose sono cambiate. Ma tante altre no. A seguito di quella tragedia venne immediatamente bloccato il patto italo-belga. Da tragedie come questa di Marcinelle, la politica ha, tardivamente, preso atto che servivano dei cambiamenti. Le fasce più deboli, spesso costrette ad emigrare, hanno oggi finalmente diritti a cui nessuno pensava nel 1956. La carta dei “Diritti fondamentali” dell’UE garantisce oggi i diritti che i tutti i cittadini europei hanno quando si muovono all’interno dell’Europa. Ma ci sono voluti decenni e molte vittime per riuscire ad arrivare a questo punto. È di questi giorni (31.07.2019) l’istituzione dell’Autorità Europea del Lavoro, per far fronte a quella mobilità che continua a vedere l’Italia come paese d’origine di molti migranti. Anche grazie a questa nuova Istituzione, la ricerca del lavoro all’interno dell’UE sarà semplificata e i diritti dei lavoratori garantiti grazie al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale.
Ma la strada è ancora lunga. E sono molti gli aspetti di cui ancora non conosciamo le dimensioni. Molte le domande a cui la politica deve ancora dare delle risposte.
Oggi, non molti lo sanno, è anche la “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”. Una ricorrenza importante voluta da Mirko Tremaglia, Ministro per gli Italiani all’Estero. Fu Tremaglia che, dopo essersi battuto per l’istituzione della Circoscrizione Estero, ed essere riuscito a far inserire la Circoscrizione Estero ed il relativo diritto di voto per gli iscritti all’AIRE nella Costituzione Italiana, volle porre l’accento al valore generato dagli Italiani all’estero ed in particolar modo a coloro che all’estero hanno perso la vita sul lavoro.
Questa giornata si celebra ogni 8 Agosto a commemorazione proprio della tragedia di Marcinelle.
A distanza di anni, non siamo ancora in grado di quantificare il numero di vittime, morti bianche, degli Italiani all’estero. E come dicevo innanzi, questi non sono solo numeri. Esprimono un valore, un’importanza che noi Italiani all’Estero abbiamo e che dobbiamo valorizzare.
È nostro compito non permettere che le nostre vittime all’estero vengano dimenticate. Dobbiamo parlare più spesso di questa giornata per ricordare le vittime di Marcinelle e con loro tutte le altre che purtroppo continuiamo a registrare in giro per il mondo.
È una battaglia senza colore politico. Una battaglia che tutti noi possiamo e dobbiamo portare avanti in memoria di chi è caduto e per i nostri figli”. (aise)