FARE RETE NEL TEMPO DEI SOCIAL

ROMA – focus/ aise - “Tre anni di organizzazione, oggi è un’emozione veder realizzato tutto questo”. Così Maria Chiara Prodi, presidente della Commissione VII del CGIE, una delle anime dell’organizzazione del seminario di Palermo per la creazione di una Rete di giovani italiani nel Mondo, a margine del panel di apertura, dove sono intervenuti, tra gli altri, Luigi Maria Vignali, Ricardo Merlo, Michele Schiavone e Leoluca Orlando.
“Quando alla nostra commissione è stato chiesto di organizzare questo evento, la situazione rispetto al 2008, anno del primo seminario svoltosi a Roma, era molto diversa. Se nel 2008 i fondi per la realizzazione ammontavano a 2 milioni di euro, a dieci anni di distanza non era rimasto più nulla. Imbarcarsi in questa impresa sembrava una cosa da matti. Ma noi ci abbiamo creduto. Ed oggi eccoci qui”.
115 ragazzi da tutto il mondo, 107 Comites coinvolti (di cui solo la metà – però – sono stati in grado di partecipare) così come le consulte regionali di Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Trentino Alto Adige e Umbria.
“A differenza del 2008, non cambia solo il numero dei partecipanti [erano 400], ma soprattutto le modalità con cui abbiamo operato per la diffusione delle notizie e la distribuzione del lavoro”, commenta Maria Chiara Prodi, riferendosi all’utilizzo dei social, “Strumenti come Instagram, Twitter, Facebook, ci hanno aiutato ad ampliare notevolmente la rete dei nostri contatti. Senza questi strumenti, in così poco tempo e con un budget ridotto all’osso non avremmo potuto organizzare quello che vedete oggi”.
Un tempo storico molto vicino, eppure due mondi completamente diversi. Rispetto al 2008 i ragazzi sono stati coinvolti in modo più significativo “E l’intenzione”, conclude Maria Chiara Prodi, presidente della VII Commissione CGIE, “è quella di continuare a coinvolgerli al termine di questo seminario. Stavolta vogliamo davvero creare una rete di giovani italiani nel mondo”. (focus\ aise)