IL 2019 DELL’UE DALLA A ALLA Z – di Emanuele Bonini

BRUXELLES\ aise\ - “Economia, finanza, politica, cronaca. Tanti e tutti diversi gli avvenimenti del 2019 per l’Unione europea e i suoi Stati membri. Non è facile cercare di condensarli tutti insieme, né fare una selezione dei più significativi. Dodici mesi non sono pochi, e non c’è dubbio che quello che volge al termine sia stato un anno ricco di appuntamenti, avvenimenti e sorprese. A cominciare dalle difficoltà incontrate per avere una nuova Commissione europea”. Inizia così il pezzo riepilogativo di Emanuele Bonini pubblicato su Eunews, quotidiano online diretto a Bruxelles da Lorenzo Robustelli, sul quale si esplorano le tematiche più rilevanti dell’anno che sta volgendo al termine avvenute nell’Unione Europea.
Ecco, dunque, il 2019 dell’Ue dalla A alla Z secondo Eunews: Albania e Macedonia Del Nord: sull’allargamento l’Unione si spacca. Il 3 ottobre il Consiglio accoglie la richiesta della Commissione per l’avvio dei negoziati di adesione per Albania e Macedonia del nord. Dopo anni di stallo, i negoziati cominciano. Anzi, no. Perché i leader invece la pensano diversamente. Francia, Danimarca e Paesi Bassi pongono il veto. La Macedonia del Nord ha presentato domanda il 22 marzo 2004, e ha ottenuto lo status di candidato il 12 dicembre 2005. Per tutto questo tempo il dossier è rimasto fermo per via della questione del nome del Paese. L’Albania ha chiesto di entrare a dicembre 2009, ottenendo lo status di candidato nel giugno del 2014.
Brexit: il 2019 è forse l’anno della svolta nella difficile trattativa che deve portare il Regno Unito fuori dall’UE. Le elezioni del 12 dicembre vengono stravinte dal conservatore Boris Johnson, che ottiene un’ampia maggioranza per portare a termine il processo di uscita. Era quello che era mancato a Londra fino a questo momento. L’affermazione di Johnson e del suo partito è stata salutata positivamente da tutti, che ora si attendono l’addio di Londra entro fine gennaio.
Commissario all’economia: Paolo Gentiloni viene nominato ed eletto commissario per l’Economia. È la prima volta nella storia dell’Unione europea che l’Italia ricopre tale posto in seno all’esecutivo comunitario. Il Paese riesce nell’impresa, che viene accolta con tutte le migliori aspettative. Resta da capire quanto potrà fare nei prossimi cinque anni, sulla base dell’assetto dato alla Commissione, che non consente a Gentiloni un’ampia libertà di manovra.
Dispute commerciali: il 2 ottobre l’Organizzazione mondiale per il commercio (WTO) si pronuncia nella causa Airbus-Boeing. Viene stabilito che l’UE ha concesso aiuti illegittimi alla società europea per lo sviluppo e il lancio di alcuni suoi modelli (A380 e A350), e che per questo gli Stati Uniti possono imporre dazi punitivi per 7,5 miliardi di dollari sulle esportazioni dall’Unione europea. È l’ultimo atto di tensioni commerciali tra Washington e Bruxelles iniziate a fine 2018 con l’imposizione di dazi USA su prodotti europei.
Event Horizion Telescope: il 10 aprile il programma internazionale per lo studio della galassia, cui partecipano anche Stati membri dell’UE, pubblica per la prima volta la foto di un buco nero. Lo storico momento è raggiunto anche grazie ai contributi dell’Unione europea, che ha aiutato gli scienziati europei con finanziamenti per le loro opera di studio e ricerca attraverso il Consiglio europeo per la ricerca (ERC), agenzia europea indipendente. L’immagine catturata rivela il buco nero al centro di Messier 87, un’enorme galassia nella costellazione della Vergine. Questo buco nero si trova a 55 milioni di anni luce dalla Terra e ha una massa di 6,5 miliardi di volte più grande del nostro sole. La fantascienza diventa realtà, aprendo un nuovo capito dello studio dello spazio.
Fine era Juncker: con il 2019 si chiude, pero ora, dopo 35 anni, la permanenza di Jean-Claude Juncker in Europa. Ministro per la prima volta nel 1984, è da responsabile per le politiche del lavoro che inizia la avventura con il Consiglio e la Commissione UE. Primo ministro dal 1995 al 2013 senza interruzioni e presidente dell’Eurogruppo dal 2005 al 2013, è stato anche presidente di turno del Consiglio UE quando ancora non c’era la figura di presidente ‘ad hoc’. Il 29 novembre, in occasione della sua ultima conferenza stampa in Commissione, dice: “Assieme all’euro io ero l’ultimo superstite del trattato di Maastricht”, che nel1992 trasforma la CEE nell’UE e di cui Juncker è stato negoziatore e firmatario. “Adesso l’euro rimane da solo”. È la fine di un’epoca.
Greta Thunberg: la ragazza simbolo della lotta ai cambiamenti climatici viene eletta da Times “persona dell’anno”. Svedese, 16 anni, l’icona dell’attivismo per la sostenibilità è la più giovane personalità scelta dal magazine per la copertina di dicembre dal 1927. Un riconoscimento agli sforzi profusi per attirare l’attenzione sulla grande sfida dei nostri tempi e la capacità di mobilitazione delle masse. Greta viene ospitata a febbraio dal Comitato economico e sociale europeo (CESE), e dal Parlamento europeo ad aprile. Chiede di agire, ma è però ‘tradita’ dal suo Paese. La Svezia è tra gli Stati membri dell’UE che intende contribuire il meno possibile al nuovo bilancio pluriennale dell’UE, scelta che complica il finanziamento delle politiche comunitarie anche in campo ambientale.
Horror!: in Spagna si vota due volte in un anno, per cercare di trovare un governo e dare al Paese una stabilità politica. Si vota il 28 aprile, e si torna alle urne il 10 novembre. La prima volta non si produce una maggioranza e non si riesce a formare una coalizione di governo. La situazione si ripropone anche dopo il voto di novembre. È il peggior momento della storia della Spagna democratica post-franchista. Al momento in cui scriviamo questo articolo non è chiaro se il Regno riuscirà ad avere un esecutivo.
Incognite: le elezioni europee di maggio producono una situazione senza precedenti. Per la prima volta nella storia dell’UE c’è un Parlamento europeo a maggioranze variabili e alleanze non fisse. Il Partito popolare (PPE) resta il primo partito, quello socialista il secondo. Nessuno ha i numeri per maggioranze solitarie né i due principali schieramenti hanno i seggi per riproporre l’alleanza PPE-PSE che ha contraddistinto gli ultimi anni di politica comunitaria. Una situazione così frammentata è il grande punto interrogativo soggiacente alla nuova legislatura europea. La maggioranza, risicata, che ha eletto il presidente della Commissione europea, non è la stessa che ha dato la fiducia all’interno collegio, e sulle politiche migratorie maggioranze non se ne sono trovate. Al primo vero voto il Parlamento non ha saputo produrre elementi di novità. I prossimi cinque anni non si annunciano facili.
Jacques Chirac: il 26 settembre muore a 86 anni Jacques Chirac, presidente della repubblica francese tra il 1995 e il 2007, e protagonista delle politiche europee. È durante la sua presidenza che venne adottata la moneta unica. Sotto Chirac il mandato presidenziale venne ridotto da sette a cinque anni, e la Francia si rifiutò di intervenire in Iraq a fianco degli Usa, nel 2003.
Klaus Kinkel: muore il 4 marzo colui che è considerato uno dei politici tedeschi più influente della prima metà degli anni Novanta. In Europa promuove il processo di integrazione sostenendo i trattati di Maastricht e il superamento dell’Unione europea occidentale, l’organizzazione di cooperazione politica e militare. Da ministro degli esteri si fa promotore dell’avvio di relazioni con la federazione russa, aumenta le missioni di pace della Germania nel mondo e preme per un seggio permanente tedesco al consiglio di sicurezza dell’ONU. È lui a proporre l’istituzione di un Tribunale penale per i crimini nella ex Jugoslavia.
Lampedusa: sinonimo di sbarchi e crisi migratoria, la più grande isola dell’arcipelago delle Pelagie è terreno di scontro tra chi implora di restare umani e chi ordina di chiudere i porti. Carola Rackete, capitano della nave SeaWatch, infrange i divieti di attracco e fa porto a Lampedusa per far scendere 53 migranti. Viene arrestata il 12 giugno dalle autorità italiane, poi rilasciata. L’episodio riapre lo scontro tutto europeo sull’immigrazione.
Malta: Alla fine di novembre le indagini e le rilevazioni sull’omicidio della giornalista Dafne Caruana Galizia provocano un terremoto politico a Malta. Viene arrestato il presunto mandante, Yorgen Fenech, e a seguito delle indagini che decretano l’arresto si dimettono Keith Schembri e Konrad Mizzi, rispettivamente capo di gabinetto del primo ministro e ministro delle Finanze. Entrambi sono sospettati di corruzione con l’uomo accusato di aver ordinato di piazzare l’autobomba che nel 2017 ha ucciso la giornalista.
Notre-Dame: il 15 aprile un incendio devasta la cattedrale di Notre-Dame, a Parigi, facendone crollare il tetto. La Commissione europea si dichiara immediatamente pronta a fornire alla Francia ogni tipo di aiuto richiesto.
Ottobre Catalano: in Spagna si consuma il processo contro i secessionisti catalani. Il 13 ottobre il Tribunale supremo spagnolo riconosce il reato di sedizione ma non quello di ribellione. Risultato: da 9 a 13 anni di carcere per i vari protagonisti del tentativo di separazione. Proteste si scatenano in tutta la Generalitat. La federcalcio spagnola annulla il “clasico” Barcellona-Real Madrid per i troppi disordini. Protestano anche i Verdi europei, che considerano la sentenza “sproporzionata”.
Ppe: il 20 novembre, in occasione del congresso tenuto a Zagabria, il Partito popolare europeo elegge Donald Tusk presidente. È la prima volta che un politico dell’Europa dell’est si ritrova a capo del principale partito del centro-destra europeo.
Quote Rosa: il 2019 segna l’anno della “rivoluzione in rosa” dell’Unione europea, con donne alla guida di ruoli chiavi dell’Ue (presidenza della Commissione UE, BCE, commissione Affari economici del Parlamento europeo). Inoltre la Commissione europea ha il numero più alto di donne della storia, ben 12 su 27 membri.
Romania 2019: il 2019 è l’anno della prima presidenza romena di turno della storia dell’UE. Il Paese, divenuto Stato membro nel 2007, ha guidato i lavori in Consiglio per i primi sei mesi dell’anno.
Spitzenkandidat Scheitern: letteralmente “il fallimento del miglior candidato”. Con le elezioni europee si sgretola il meccanismo che voleva l’indicazione da parte dei partiti europei del candidato alla testa della Commissione in caso di vittoria elettorale (Spitzenkandidaten, appunto, i candidati designati). I popolari propongono Manfred Weber, i socialisti Frans Timmermans. Alla fine a installarsi ai piani alti dell’esecutivo comunitario non è nessuno di questi due. Il sistema introdotto la scorsa legislatura fallisce. Decisiva in tal senso la spallata della Francia. Il tentativo di avvicinare i cittadini alle istituzioni dura il tempo di un solo tentativo.
Terrorismo: il 12 gennaio viene arrestato in Bolivia Cesare Battisti, il terrorista latitante dal 1981, anno della fuga dal carcere di Frosinone. Rifugiatosi in sud America, Battisti per un periodo ha goduto della protezione della Francia. Ciò grazie alla cosiddetta “dottrina Mitterand”, legge che prevedeva la non estradizione anche di coloro si fossero resi responsabili di crimini gravi per timore di ritorsioni o di pene sproporzionate. Solo nel 2004 la Francia acconsentì all’estradizione, ma Battisti nel frattempo aveva fatto perdere le sue tracce.
Ursula Von Der Leyen: La prima donna a guidare la Commissione europea. Il 16 luglio il Parlamento europeo dà la fiducia alla tedesca, eleggendola nuova presidente dell’esecutivo comunitario. Un voto storico, poiché per la prima volta consegna l’istituzione comunitaria ad una donna. Sessant’anni, 7 figli, von der Leyen è stata ministro della Difesa, ministro del Lavoro e ministro per la Famiglia del governo federale tedesco. Von der Leyen è il frutto di negoziati difficili tra i leader dell’UE, che hanno dovuto tenere un vertice senza fine prima di convergere su un nome in grado di trovare un consenso.
Vicepresidente a 5 Stelle: il 3 luglio l’Aula riunita a Strasburgo conferma Fabio Massimo Castaldo vicepresidente del Parlamento europeo. Per la prima volta un membro dei Non Iscritti ricopre questa carica. Il Movimento 5 Stelle, di cui Castaldo è esponente, inizia la nuova legislatura europea senza un gruppo politico. Ciò nonostante Castaldo ribalta i pronostici ottenendo un risultato senza precedenti.
Whatever It Takes: “Fare tutto il necessario” per il bene di tutti. Su questo imperativo Mario Draghi ha costruito il suo mandato da presidente della Banca centrale europea. L’1 novembre si chiude l’era Draghi. A lui succede Christine Lagarde, prima donna alla guida dell’Eurotower. Prima di lasciare la BCE Draghi decide di riattivare il Quantitative Easing, il vasto programma di acquisto di titoli pubblici per accrescere la liquidità delle banche al fine di stimolare l’economia reale. Sempre nel rispetto del motto “whatever it takes”, “qualunque cosa serva” per garantire stabilità dei prezzi e inflazione al 2%.
X: ovvero la croce posta dal Parlamento europeo su Rovana Plumb (Romania, PSE), László Trócsányi (Ungheria, PPE), e Sylvie Goulard (Francia, ALDE), candidati commissari europei bocciati per conflitti d’interesse. I primi due neanche sono stati ammessi alle audizioni parlamentari. Non era mai successo. La terza viene tenuta sulla graticola e bocciata alla seconda e ultima audizione, quella supplementare. Paga i suoi trascorsi e lotte politiche in seno all’UE. Per queste bocciature la Commissione von der Leyen inizia a lavorare con un mese di ritardo, l’1 dicembre.
Young Leaders: Cala l’età media dei leader politici europei. Secondo una ricerca di Rulers, Elections and Irregular Government dataset, curata da Curtis Bell della University of Tennessee a Knoxville, nell’Unione europea l’età media dei leader è di 52 anni, in continuo calo dagli anni ’80 del secolo scorso, portando la media ben al di sotto di quella mondiale che sfiora i 65. Dei 28 capi di governo dell’Unione otto hanno meno di 45 anni (e presto saranno 9 appena Sebastian Kurz, 33enne, formerà il suo governo). Solo 5 (compresa la cancelliera austriaca pro tempore) ne hanno più di 60 e solo uno, il cipriota Nicos Anastasiades, ne ha più di 70: 73.
Zero Emissioni: La neutralità climatica dell’Europa è l’obiettivo centrale che Ursula von der Leyen pone e si pone. Viene eletta con la promessa di dare vita ad un Patto per il clima (Green New Deal) e programmi di transizione verso modelli più sostenibili di produzione. A inizio dicembre presenta l’impianto della sua proposta. C’è una tabella di marcia che indica le date di tutte le proposte legislative per raggiungere l’obiettivo emissioni zero al 2050, con l’istituzione di un fondo di transizione capace di mobilitare fino a 100 miliardi di euro l’anno grazie all’effetto leva. Il nodo sta nelle risorse, che andranno trovate”. (aise)