IL COPYRIGHT NELL’ERA DIGITALE

STRASBURGO\ aise\ - Le piattaforme Internet saranno incentivate a retribuire artisti e giornalisti. Alcuni materiali, come meme o GIF, potranno essere condivisi liberamente. Link ad articoli di attualità, accompagnati da "singole parole o brevissimi estratti" potranno essere condivisi liberamente. I giornalisti riceveranno una quota delle entrate legate al diritto d'autore ottenute dalla loro casa editrice, mentre le piattaforme start-up saranno soggette ad obblighi più leggeri. Sono solo alcune delle nuove regole sul copyright sui cui questa notte i negoziatori del Parlamento europeo e del Consiglio hanno raggiunto un accordo.
Creativi e editori avranno, dunque, più forza per negoziare con i giganti del web la giusta remunerazione del diritto d’autore. L’accordo, infatti, mira a garantire che i diritti e gli obblighi derivati dal copyright si applichino anche a Internet. YouTube, Facebook e Google News sono tra le aziende più direttamente interessate da questa legislazione.
I co-legislatori si sono inoltre impegnati a garantire che Internet rimanga uno spazio di libera espressione. I frammenti degli articoli di cronaca potranno così continuare ad essere condivisi senza violare il diritto d’autore, così come le GIF e i meme.
I GIGANTI DEL WEB DOVRANNO CONDIVIDERE I RICAVI CON ARTISTI E GIORNALISTI
L'accordo mira a rafforzare la posizione dei titolari dei diritti d’autore, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori, nonché gli editori di notizie, al fine di negoziare accordi migliori per la retribuzione per l'uso delle loro opere sulle piattaforme online.
DIFESA LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
Come regola generale, la condivisione di frammenti di articoli non sarà soggetta al diritto d’autore. Tuttavia, l'accordo contiene anche misure per evitare che gli aggregatori di notizie abusino di questa concessione. Il cosiddetto "snippet" potrà quindi continuare ad apparire nel newsfeed di Google News, ad esempio, o ad essere condiviso su Facebook, a condizione che il testo sia "molto breve".
Il caricamento di opere protette a scopo di citazione, critica, recensione, caricatura o parodia è protetto, assicurando che meme e GIF continuino ad essere disponibili e condivisibili sulle piattaforme online.
MOLTE PIATTAFORME ONLINE ESCLUSE DALLE REGOLE
Il testo specifica inoltre che il caricamento di opere su enciclopedie online a scopi non commerciali, come Wikipedia, o piattaforme software open source, come GitHub, sarà automaticamente escluso dalle nuove regole. Le piattaforme start-up saranno soggette a obblighi più leggeri rispetto a quelle più consolidate.
RAFFORZAMENTO DEI DIRITTI DI NEGOZIAZIONE PER AUTORI E ARTISTI
Gli autori e gli artisti, interpreti o esecutori, potranno chiedere al distributore una remunerazione aggiuntiva per lo sfruttamento dei loro diritti, quando la remunerazione originariamente concordata è sproporzionatamente bassa rispetto ai benefici che ne deriva per il distributore.
COME LA DIRETTIVA MODIFICA LO STATUS QUO
Attualmente, le società di internet sono poco incentivate a firmare accordi di licenza equi con i titolari dei diritti, in quanto non sono considerate responsabili dei contenuti che i loro utenti caricano. Sono soltanto obbligate a rimuovere i contenuti che violano i diritti su richiesta degli autori. Tuttavia, ciò è oneroso per gli autori e non garantisce loro un reddito equo. L’introduzione della responsabilità per le società online aumenterà le possibilità dei titolari dei diritti (in particolare musicisti, interpreti e sceneggiatori, nonché editori di notizie e giornalisti) di ottenere accordi di licenza equi, con una remunerazione più giusta per l'uso delle loro opere sfruttate in forma digitale.
PROSSIME TAPPE
L'accordo deve ora essere approvato dai rappresentanti del Consiglio, dalla commissione parlamentare per gli affari giuridici e dalla plenaria del Parlamento.
Soddisfatto il Presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, secondo cui con l’accordo raggiunto ieri tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue “l’Unione europea ha dimostrato la sua determinazione a proteggere e valorizzare l’inestimabile patrimonio di cultura e creatività europea. Abbiamo finalmente definito un quadro di regole moderno ed equo per la tutela dei diritti d’autore per il più grande mercato digitale al mondo”.
“Le industrie culturali e creative sono tra i settori più importanti e dinamici dell’economia Ue, generando il 9% del PIL e dando lavoro a 12 milioni di persone”, annota Tajani. “Senza un’adeguata remunerazione del loro lavoro, questi posti sono a rischio, così come l’indotto. Non è accettabile che i giganti del web, che pagano nell’Unione tasse irrisorie trasferendo ingenti guadagni negli USA o in Cina, si arricchiscano a spese dei contenuti creati in Europa”.
Le nuove regole, quindi, “mirano a mettere fine all’attuale far-west digitale, garantendo una giusta remunerazione ai creatori e difendendo autori, giornalisti, scrittori, tutti gli artisti, dai musicisti ai commediografi, dai designer agli stilisti. Gli europei beneficeranno di questa riforma, che fa chiarezza sulle regole per le piattaforme online. I detentori dei diritti d'autore potranno concludere accordi con le grandi piattaforme digitali per vedersi riconosciuti i diritti sull’utilizzo dei loro contenuti. Ci sarà anche maggiore trasparenza e un meccanismo adeguato per la risoluzione delle controversie”.
Inoltre, aggiunge Tajani, “garantendo ai giornalisti un equo compenso per il loro lavoro, salvaguardiamo l’indipendenza e la qualità dei media. Solo così possiamo assicurare una vera libertà di stampa, e la professionalità indispensabile per contrastare il fenomeno sempre più diffuso delle fake news. Nelle democrazie liberali, libertà e responsabilità devono sempre andare insieme. È giusto che anche le piattaforme digitali siano responsabili per contenuti che violano i diritti d’autore e facciano la loro parte per garantire il rispetto delle regole”.
“Non ci sarà nessuna forma di censura. Ad esempio, l’utilizzo dei meme sarà libero e garantito. Inoltre, - conclude Tajani – le nuove regole prevedono deroghe per start-up, e micro e piccole imprese”. (aise)