IL RITROVATO MANTEGNA TORNA A BERGAMO

BERGAMO\ aise\ - Un museo, una mostra. L’Accademia Carrara di Bergamo conferma la natura di museo vivo, capace di rileggere e valorizzare l’unicità della propria collezione, coinvolgendo il pubblico. Nel nome di Andrea Mantegna, viene riaccolta ed esposta per la prima volta in modo permanente, dopo la straordinaria riattribuzione di maggio 2018 e il tour internazionale, la Resurrezione di Cristo.
RE-M MANTEGNA”: un viaggio lungo più di 500 anni, dal 1492 a oggi, dalla meraviglia della pittura antica all’innovazione della multimedialità. Un viaggio tra passato, presente e futuro. Dal 25 aprile al 21 luglio a Bergamo: un’esperienza multimediale e, insieme, un percorso espositivo nelle sale che, grazie a un allestimento ad hoc, offre al pubblico una passeggiata storica e artistica che culmina con l’opera di Andrea Mantegna creduta per secoli una copia.
Un avvio sorprendente con un allestimento multimediale, “MANTEGNA EXPERIENCE”, all’interno dei nuovi spazi della Barchessa, aperti in occasione di questo appuntamento, grazie alla tecnologia Epson e alla ricerca multimediale di Museyoum. Un’esperienza affascinante, la tecnologia a servizio dell’arte e dell’emozione. La Resurrezione di Mantegna, la sua storia, la scoperta, l’eco internazionale, il tour all’estero, in una narrazione evoluta e tecnologicamente avanzata.
La mostra (catalogo Skira) prosegue poi all’interno delle sale del museo con un nuovo disegno espositivo che evidenzia alcuni capolavori, conducendo il visitatore attraverso un itinerario nei secoli della pittura, tra i segreti dei grandi maestri, come Jacopo e Giovanni Bellini, approfondendo aspetti di storia e di arte intorno a Mantegna.
RE-M MANTEGNA analizza inoltre alcuni aspetti, anche grazie a numerosi materiali didattici, legati al collezionismo, con una sala dedicata a Guglielmo Lochis donatore del Mantegna, alle tecniche di restauro e alle alterne vicende di alcune opere, erroneamente attribuite o mutile o disperse, di cui la Resurrezione e la sua recente vicenda sono un felice e auspicabile esempio.
MANTEGNA EXPERIENCE La storia di un dipinto, l’attenzione ai dettagli, l’alterna vicenda critica, dalla sfortuna alla “riscoperta” grazie agli studi di Giovanni Valagussa, conservatore di Accademia Carrara. La piccola croce che unisce due tavole: Resurrezione di Cristo con Discesa al Limbo. E poi l’eco mondiale, i commenti, le prime pagine dei giornali, il restauro, il tour internazionale tra Londra e Berlino e il ritorno a casa.
Il restauro della tavola di Mantegna, preceduto da una vasta campagna di diagnostica alla quale hanno contribuito diversi istituti di ricerca, è durato sei mesi ed è avvenuto all’interno del percorso museale. In un box vetrato allestito in una sala, i visitatori hanno avuto la possibilità di seguire in diretta ogni fase dell’intervento realizzato da Delfina Fagnani. I materiali di studio e le immagini tecniche verranno presentati in modo da illustrare l’assetto originale del dipinto, nelle dimensioni reali, con i chiodi e le traverse sul retro (ora mancanti), tutti elementi importanti ai fini della ricostruzione della sua storia.
La tavola della Resurrezione, dipinta a tempera e oro, è stata datata, grazie alla recente attribuzione, al 1492. Il soggetto (e titolo) è la Resurrezione di Cristo, nel momento dell’uscita trionfante dal sepolcro con in mano un vessillo crociato, tra lo sconcerto dei cinque soldati che hanno espressioni di meraviglia. Di qualità molto interessante appare soprattutto la descrizione dello strapiombante paesaggio roccioso, che forma un altissimo sperone obliquo incombente dietro la figura di Cristo e un terrazzo sporgente in primo piano sorretto da una sorta di grandioso arco naturale, sopra il quale l’intera scena si svolge. In mostra l’opera è esposta in modo tale che il visitatore ne percepisca la fisicità e possa aver accesso anche al retro dove si legge, in alto al centro, la scritta Andrea Mantegna in una bella grafia capitale, tracciata a penna o con un sottile pennello.
Grazie alla tecnologia, in mostra sarà possibile rievocare l’aspetto originario dell’opera, integrandola virtualmente con la parte sottostante Discesa al Limbo e la fascia a sinistra mancante, nota attraverso una copia antica conservata ai Musei Civici di Padova. Verranno infine illustrate le ipotesi sulla collocazione originaria dell’opera nel Castello di San Giorgio a Mantova e sarà proposto un mosaico di derivazioni antiche, a testimonianza della grande fortuna della composizione mantegnesca. (aise)