IMPARARE UNA LINGUA ABORIGENA: IL MURRINH-PATHA – di Magica Fossati
MELBOURNE\ aise\ - "Alberto Furlan arrivò in Australia nel 2001 per completare un dottorato in antropologia, che comprendeva almeno dodici mesi di "field work", lavoro sul campo. Alberto ha quindi vissuto a Wadeye, a sud ovest di Darwin, per circa un anno e mezzo. Lì ha naturalmente cercato di imparare la lingua locale, il Murrinh-patha, un tassello importante del suo lavoro di ricerca che si concentrava sulla musica locale". Lo ha incontrato Magica Fossati per il portale di informazione SBS Italian di Melbourne e Furlan le ha raccontato la sua esperienza di apprendimento della lingua aborigena.
"Secondo il Censimento del 2016 poco meno del 3% della popolazione australiana ha dichiarato di avere origini aborigene o dello Stretto di Torres. A Wadeye questa percentuale è stata del 90.8%. Nella zona il Murrinh Patha è la lingua principale per la stragrande maggioranza dei locali (74.1%), l’11.4% ha dichiarato di parlare principalmente altre lingue aborigene australiane, mentre l’inglese è stato indicato come prima lingua dall’8.9% degli abitanti.
"A differenza di molte altre lingue aborigene, il Murrinh-patha è vivo e vegeto", spiega Alberto. Nella zona l’inglese è per molte persone la terza, quarta lingua parlata.
La lingua è molto difficile da imparare, ma Alberto sostiene, modestamente, di avere raggiunto un livello in cui "capisco più o meno quello che sta succedendo".
All’epoca Alberto poté contare su un dizionario Murrinh-patha-inglese prodotto negli anni ’80 e su poche altre risorse.
"Niente ti prepara come andare là sul posto e vivere con la gente", racconta Alberto, che ha trascorso molto tempo con gli anziani della zona, che per sua fortuna parlavano correntemente l’inglese. Due o tre di loro l’hanno preso sotto la loro ala protettrice, aiutandolo ad inserirsi.
Tra le strutture grammaticali più complesse del Murrinh-patha c’è quella dei pronomi, che sono ben 21, poiché la relazione di parentela tra chi parla e la persona o le persone a cui si riferisce può incidere sulla scelta del pronome. "La relazione spaziale e parentale è tutto per gli indigeni del posto", osserva Alberto.
All’epoca del suo prolungato soggiorno a Wadeye, Alberto Furlan si è sentito molto ben accolto dalla popolazione locale. "Ero là per lavorare con loro, sono stato per 18 mesi, di cui 12 consecutivi, quindi hanno capito che ero là per stare e imparare con loro".
A suo parere il fatto di essere italiano è stato forse un vantaggio, in parte perché non ha un bagaglio di "guilt" che potrebbe avere un australiano anglosassone, in parte perché la fonetica della lingua italiana è più vicina al Murrinh-patha rispetto all’inglese".
Il video dell’intervista è disponibile sul sito internet di SBS Italian. (aise)