ITALIA ECUADOR E COLOMBIA: PONTI PER LA CULTURA E LA PACE

ROMA\ aise\ - Il successo della mostra “Ingenieros y Arquitectos Italianos en Colombia” a cura di Olimpia Niglio e Rubén Hernández Molina e promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Bogotà e dall’Ambasciata d’Italia in Colombia, continua il suo cammino ed arriva nella città di Pasto, capitale del Dipartimento di Nariño a sud della Colombia e ai confini con l’Ecuador.
La mostra sarà ospitata dal 6 al 15 novembre presso il Salón Palatino dell’Universidad de Nariño, la sede accademica più importante nel sud della Colombia. Questo progetto è stato egregiamente coordinato da William Pasuy Arciniegas dell’Universidad de La Salle.
Ma la novità più interessante di questa esposizione internazionale, che ha intrapreso il suo cammino nel settembre del 2016 senza mai interrompersi e raggiungendo tante città colombiane, è che questa volta viene ospitata nell’ambito di un evento culturale realizzato in collaborazione tra la Colombia e l’Ecuador, due paesi che hanno compreso che attraverso la cultura è possibile costruire ponti di pace e di sviluppo per le comunità.
Infatti in una fase storica segnata da forti contrasti politici e sociali il progetto SABIC 2019 (Salón Binacional de Investigación Creación 2019), realizzato grazie alla collaborazione tra l’Universidad de Nariño, l’Universidad CESMAG e l’Institución Universitaria Colegio Mayor del Cauca, ha contributo a costruire uno spazio culturale di ampia condivisione in cui far incontrare ricercatori, studiosi, professionisti e cittadini, con la finalità di aprire dialoghi a favore di una rigenerazione culturale fondamentale per un concreto processo di pace e di sviluppo sostenibile in America Latina.
Tutto questo è accompagnato anche da un’altra esposizione dal titolo Patrimonio Ferroviario In-visible curata dall’architetto Claudia Hernández con il supporto dell’Universidad de La Salle, del Ministero della Cultura colombiana e dalla presidenza della Sociedad Colombiana de Arquitectos.
Questa esperienza internazionale certamente pone le basi per un’interessante riflessione di diplomazia culturale a favore del dialogo tra le diversità che nell’incontro contribuiscono a costruire grandi opportunità di sviluppo e di condivisione. Senza questa conoscenza interculturale non è possibile pensare ad un mondo migliore. La lezione tuttavia arriva da Sant’Agostino che affermava che “il mondo è un libro e chi non viaggia ne legge solo una pagina”. (aise)