LA DANTE PER L’ITALIANO: RICCARDI E MASI ALLA CAMERA
ROMA\ aise\ - Un rapporto rafforzato con i Comitati, nuove sedi, la formazione dei docenti e nuovi accordi con i privati e le imprese, senza dimenticare le collaborazioni con le istituzioni, sempre a sostegno della promozione della lingua e cultura italiana all’estero, possibilmente sostenuti dal Parlamento e da risorse economiche adeguate. Questa, in sintesi, l’attività della Società Dante Alighieri nelle parole del suo presidente Andrea Riccardi che questa mattina, accompagnato dal segretario generale Alessandro Masi ha svolto un’audizione in Commissione Affari Esteri alla Camera, dove dalla scorsa settimana è all’esame la Relazione sull’attività svolta dalla Dante nel 2018 e sul suo bilancio.
Introdotto dalla presidente Marta Grande, Riccardi ha ripercorso la storia della Società fondata da Carducci per poi soffermarsi su quanto svolto nei quattro anni della sua presidenza, indicando nel 2010 l’anno in cui “sono avvenuti due eventi che hanno messo alla prova la Dante Alighieri: il taglio del contributo statale” e “la perdita della posizione di quasi monopolio nell'insegnamento della lingua italiana all'estero”, visto che anche gli Istituti Italiani di Cultura “hanno cominciato a offrire corsi di italiano in maniera competitiva”.
Una situazione che “ha indebolito la Dante” in un momento in cui si verificarono “fenomeni centrifughi dei comitati all'estero rispetto alla presidenza centrale, che aveva sempre meno da offrire; diciamo poco da offrire, se non il suo prestigio storico o il suo bel palazzo”.
La rete della Dante è “diversa da quella del Goethe o dell’Alliance Francais”, ha spiegato Riccardi, perché “la nostra è una galassia, una fraternità, una federazione di comitati, alcuni molto ben strutturati e associati”. Una rete che si basa sul volontariato e che quindi “richiede un impegno centrale che crei convergenza”. Per questo, ha sottolineato, “fin dall'inizio della mia presidenza ho pensato a come consolidare l'unità della Dante, accompagnando la trasformazione del “popolo della Dante” all’estero, operando sui comitati”. Un popolo, ha detto Riccardi richiamando concetti a lui molto cari, “che non è più o non più solo formato da “italnostalgici”, ma anche dagli “italsimpatici”, dai simpatetici, cioè da persone che hanno attrazione per l'Italia, per l'italiano e per il “vivere all'italiana”. Dopo 4 anni di esperienza, sono convinto che esiste un mondo che è un mix di italiani all'estero, di discendenti di italiani, di innamorati dell'Italia, di gente che ha una serie di legami commerciali o esistenziali con il nostro paese e con il nostro mondo. Ma noi – ha aggiunto – a differenza di tanti altri paesi europei non abbiamo uno strumento di coesione, penso alla francofonia, alla lusofonia alla hispanidad, al Commonwealth delle Nazioni sostanzialmente britanniche. Eppure sono convinto che esiste un bacino di “italsimpatia” da alimentare, nella convinzione che lingua, cultura e prodotto italiano stiano insieme”.
Riccardi ha quindi citato una “recente indagine americana che ha assegnato all'Italia il primo posto per influenza culturale”. Un’influenza che però va alimentata: “dopo 2 anni di presidenza, mi sono sentito di porre al Governo il problema della Dante Alighieri: nel 2016 non si poteva continuare a vivacchiare. Nacque il piano per il potenziamento della lingua e della cultura italiana all'estero di cui hanno beneficiato in tanti non solo la Dante Alighieri”.
Anche se “siamo lontanissimi dall’impegno tedesco, ad esempio, per la promozione della lingua”, Riccardi ha sostenuto che “con il contributo straordinario abbiamo fatto molto e vorrei sottolineare che si potrà fare molto se il contributo “straordinario” diverrà “ordinario”, cioè se questo fondo verrà stabilizzato”.
Nell’attesa, la Dante ha anche “puntato sull'autofinanziamento: abbiamo cinque scuole di lingue in Italia e stiamo per aprirne altre due”. Strutture che “oltre avere un'utilità concreta, contribuiscono al finanziamento della Dante”. La Società ha poi puntato su “un rapporto organico col settore privato, del design, della moda, della cucina e del turismo”, settori che “hanno grande presa all'estero”, convinti che “il marchio italiano ha grande successo, ma se non si creeranno legami con il retroterra identitario culturale del paese, questo marchio fra qualche anno sarà assolutamente effimero”. Anche per questo, la Dante lavorerà ad aumentare “la sensibilità del mondo economico e delle imprese alla lingua”. Una sensibilità “tutta da guadagnare” perché “l'impresa italiana non parla italiano e non conserva l'italiano quando lavora all'estero”.
Quanto ai comitati “abbiamo rilanciato un rapporto, invertendo i processi centrifughi e lavorando sull'accordo di affiliazioni di ogni singolo comitato, rivedendolo, per creare una maggiore coesione”. La Società ha anche lanciato “nuovi servizi”, invitato i comitati a “presentare proposte progettuali”: in questi anni, attraverso una serie di bandi, sono stati individuati 27 beneficiari di un importo di 100.000 euro destinati a progetti specifici. Tra questi, cita Riccardi, “il prezioso archivio documentale del nostro comitato di Tunisi, che è un comitato di origini risorgimentale; oppure gli interventi a Sydney o la riapertura a Tangeri”. Altri 100.000 euro sono stati destinati alle borse di studio per studenti di italiano. La Dante “sostiene nell'università di Pola un posto di lettore di lingua italiana”. Si tratta di “interventi economicamente modesti che però hanno rianimato la rete e hanno dato la sensazione, negli ultimi due anni, di una maggiore coesione, di un maggiore interesse della sede centrale”, che ora si prepara all’83esimo congresso della Dante in programma a luglio a Buenos Aires.
Un’azione che ha portato i suoi frutti, tanto da far dire a Riccardi che “oggi la Dante si presenta con una sua solidità”, ma, ha aggiunto, “centrale è la qualità dell'insegnamento dell'italiano”. Un altro punto su cui la Società ha molto “lavorato, dando risorse per la creazione di strumenti per la didattica, con corsi di aggiornamento professionale per i docenti”. Oltre ai corsi di lingua e alle scuole bilingui “abbiamo investito molto su una piattaforma online per la formazione a distanza dei docenti”; inoltre, per “rispondere alla “fame” di messaggi culturali, di servizi culturali manifestata dai nostri comitati abbiamo elaborato un'enciclopedia infinita in pillole, dei mini-video di 4 minuti dedicati a vari temi, che possono essere usati anche a livello didattico”.
Per riguadagnare il rapporto con i comitati all’estero non sono mancate le visite in loco, affiancate da “un modo nuovo diciamo di essere presenti”, ha detto ancora Riccardi, citando il nuovo centro aperto dalla Dante in Albania, le prossime aperture in Russia – “dove non abbiamo ancora una scuola e questo per me è gravissimo” – rafforzando realtà storiche nel Mediterraneo, guardando all’Africa – “stiamo lavorando in Zambia dove c'è una scuola italiana che si vuole affiliare” – senza dimenticare la “biblioteca italiana per la pace” aperta in Libano in collaborazione con il Ministero della Difesa. E poi i Balcani, la Macedonia, Croazia e Slovenia, ma anche Doha dove “la Dante Alighieri eserciterà di fatto anche la funzione di Istituto Italiano di Cultura”.
Il prossimo congresso a Buenos Aires – il primo organizzato all’estero – conferma, al tempo stesso la grande attenzione per il Sud America, dove la Dante può contare su numeri importanti; pari attenzione viene assicurata all’Europa, con nuove aperture in Belgio, ma anche in Armenia.
C’è invece “un vuoto che dobbiamo colmare in Eritrea, stiamo parlando col Governo in proposito; mentre in Etiopia abbiamo aperto un comitato e abbiamo rilanciato quello di Maputo, in Mozambico”. Completano il quadro i 29 comitati in Asia e Oceania e una ventina di Nord America”.
“Abbiamo realizzato in questi anni una profonda integrazione con la rete diplomatico consolare, partecipiamo agli incontri dei direttori degli IIC, partecipiamo alla messa in campo dei progetti regionali”, ha detto ancora Riccardi.
Palazzo Firenze, la sede della Dante a Roma, “ha ritrovato un suo prestigio anche culturale, come luogo di dibattito, presentazione dei libri”. E ancora: “i nostri comitati hanno lettori che da anni partecipano alla votazione del Premio Strega”. Insomma, la Società si propone come luogo di formazione, di scambio. In questa prospettiva ci sentiamo a metà del guado, cioè sentiamo che la Dante si sta riprendendo. Siamo confortati da una grande domanda di italiano che sentiamo nel mondo”, ha detto Riccardi. “In questa prospettiva, la presidenza ha lanciato una nuova azione di programma, tutta dedicata alla diffusione del libro italiano, con i presidi letterari. Vorrei inaugurarla a Buenos Aires riaprendo la biblioteca italiana che è nella sede del Comitato della Dante”.
Ai deputati della Commissione esteri, Riccardi ha ricordato il suo auspicio di veder confermate le risorse per proseguire queste linee di rinnovamento, per ravvivare e ampliare la rete mondiale, aprendo nuove sedi e offrendo nuovi servizi, nuove scuole di lingua, allargando lo spazio di “italsimpatia” in sinergia con gli IIC, gli altri gestori, la rete del Ministero degli Affari Esteri, creando una collaborazione con il settore delle imprese per favorire l'italianità nel mondo, in collaborazione con il Ministero per lo Sviluppo Economico e con Confindustria, con cui – ha annunciato, concludendo – stiamo firmando un’intesa”.
Per integrare il quadro delineato da Riccardi, il segretario generale Masi – alla Dante dal 99 – ha citato la prossima riapertura del comitato di Malta e poi ribadito l’importanza data alla formazione dei docenti: “è un punto su cui stare molto attenti, perché i contributi ai formatori che partivano dall'Italia verso le varie università sono sempre meno e oggi ci troviamo con un personale all'estero che va a formato”. Si tratta di progetti a lungo termine che vanno finanziati se si vuole avere una strategia: “mi diceva l’Ambasciatore a Buenos Aires Giuseppe Manzo che lui riesce a fare degli accordi con delle scuole, ma poi manca il personale che va a insegnare. È una contraddizione da eliminare”, ha ribadito Masi, prima di citare tra le “novità” dell’azione della Dante anche “il piano della comunicazione”, non soltanto attraverso l’enciclopedia in pillole citata da Riccardi e disponibile online, ma anche attraverso la presenza sui social”.
L’azione della Dante, insieme a quella degli altri attori sul campo, “ha portato la lingua italiana ad essere la quarta lingua più studiata al mondo”. Il piano di comunicazione – ha concluso – verrà presentato a Buenos Aires insieme al ciclo sulle “pillole” sull’identità nazionale voluto dal presidente Riccardi. (ma.cip.\aise)