LA DIPLOMAZIA ITALIANA E LA PERSECUZIONE DEGLI EBREI
ROMA\ aise\ - “Solo il dovere oltre il dovere. La diplomazia italiana di fronte alla persecuzione degli ebrei 1938-1943” è il titolo della mostra inaugurata ieri, Giornata della memoria, dalla Fondazione Museo della Shoah presso la Casina dei Vallati (Via del Portico d’Ottavia, 29) a Roma.
La mostra, a cura di Sara Berger e Marcello Pezzetti, rimarrà aperta al pubblico fino al 14 luglio.
La mostra racconta l’atteggiamento e la reazione della diplomazia italiana di fronte alla tragedia che colpì gli ebrei italiani ed europei durante gli anni 1938-1943. Partendo dai censimenti del personale ebraico all’interno del Ministero degli Esteri e al suo conseguente licenziamento, la mostra descrive il lavoro delle ambasciate, delle legazioni e dei consolati italiani di tutto il mondo in relazione al sistema persecutorio estero: si delinea la situazione generale degli ebrei a partire dal 1938, per poi descrivere nello specifico la situazione degli ebrei di Croazia, Francia, Paesi Bassi, Bulgaria e Grecia. Viene infine evidenziato il rifiuto di alcuni diplomatici di consegnare gli ebrei alle forze locali e lo sforzo, di alcuni di loro, per salvare dalle persecuzioni gli ebrei italiani residenti all’estero.
Il materiale in esposizione fa parte di un eccezionale fondo documentario ritrovato nell’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Esteri (non inventariato e inedito). Dopo aver fatto una panoramica sulla situazione degli ebrei nel mondo nel 1938 grazie alle risposte date dai diplomatici ad un questionario del Minculpop e ai rapporti più significativi dei diplomatici sugli eccidi e le deportazioni, il percorso espositivo si concentra su alcune aree particolari. Tra queste la zona di occupazione italiana della Croazia, dove i diplomatici si rifiutarono di consegnare gli ebrei alle forze locali. Viene anche evidenziato lo sforzo di alcuni diplomatici di salvare ebrei italiani residenti all’estero, con la ricostruzione di alcune delle vicende biografiche e umane più significative, sia dei diplomatici che dei perseguitati.
"La volontà e la capacità di scongiurare ogni seppur minimo rischio di ritorno di forme di sciagurata analogia con quei tempi oscuri, va fortificata dalla consapevolezza che è possibile seguire la propria coscienza, non avere paura e trovare la forza interiore di reagire e il coraggio di non rassegnarsi al pregiudizio e alla barbarie”. Sono le parole con cui il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi nella prefazione del catalogo della mostra individua il messaggio che proviene dall’esperienza e dall’azione “dei migliori tra i rappresentanti del corpo diplomatico”.
Sono presenti inoltre documenti provenienti Dall’United States Holocaust Memorial Museum di Washington, dall’istituto israeliano Yad-Vashem, dall’Archivio storico-diplomatico tedesco, dalla Fondazione Centro di documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano e dalla stessa Fondazione Museo della Shoah di Roma. (aise)