LA DIPLOMAZIA SI PRESENTA AL PUBBLICO

ROMA – focus/ aise – La scorsa settimana, a Roma, presso l’Auditorium Parco della Musica, si è tenuto l’evento di anticipazione della XIII Conferenza degli Ambasciatori e delle Ambasciatrici, al Ministero degli Affari Esteri, dal titolo “Diplomazia per l’Italia. Sicurezza e crescita in Europa e nel mondo”. Il panel di apertura, dal titolo “Italia, Europa, Mediterraneo”, è stato introdotto dall’intervento di Elisabetta Belloni, Segretario Generale degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che ha spiegato al pubblico presente in cosa consista il lavoro del diplomatico e quale sia il ruolo del MAECI. “Grazie per aver accettato il nostro invito”, ha esordito Belloni, “la vostra presenza ci aiuta a proseguire nel nostro lavoro. Non sempre il cittadino ci sente vicini e non sempre riusciamo a far capire quello che è il nostro impegno, per quello oggi ne vogliamo parlare, con questo evento aperto alla società civile, un confronto leale, diretto, limpido. Oggi rifletteremo sul ruolo della diplomazia”. “Il mio ruolo”, ha spiegato Belloni, “è previsto dall’ordinamento del MAECI e ho il compito di coadiuvare il ministro nell’indirizzo della politica estera italiana, avvalendomi di una squadra di professionisti all’Estero e nel Ministero. È un compito che svolgo con orgoglio e con grande riconoscenza verso tutti quelli che mi coadiuvano”. “Cos’è la diplomazia? Ci sono molti cliché”, ha subito chiarito il Segretario Generale, secondo cui “è giusto chiedersi quale sia il ruolo, oggi, della diplomazia. È giusto interrogarsi quale sia il nostro ruolo in un mondo in pieno cambiamento. Cominciano a riprendere forza i confini, le identità, sta rinascendo la minaccia nucleare, ecco, la diplomazia ha il compito di navigare, di tenere la barra dritta e interpretare con coerenza questi cambiamenti. La nostra politica estera si basa sul dialogo, sul rispetto dei diritti umani, il rifiuto del protezionismo, l’apertura ai commerci e alle relazioni. In questo contesto oggi cercheremo di ridefinire gli interessi nazionale, il che non vuol dire abbandonare i binari: ci sono alcuni punti fermi della nostra politica estera, ma ridefinire significa rinnovarsi”. “Il contesto in cui ci muoviamo” ha spiegato Belloni, “è sempre più competitivo e l’interesse nazionale che cercheremo oggi di declinare parte dal presupposto di avere la capacità di individuare le priorità: Europa, Brexit, Mediterraneo, Africa, Turchia. Sono asset che offrono ovviamente sfide ma anche grandi opportunità, come quelle che rappresenta in primis l’Africa. Investire in diplomazia è una necessità, perché contribuisce alla sicurezza e alla stabilità di tutti noi. Noi abbiamo il compito di anticipare e percepire i cambiamenti che si stanno per verificare, intercettando i fenomeni che si avverano nel mondo. Le nostre informazioni devono poter essere fruite dai cittadini. Il nesso tra politica estera e la vita del cittadino c’è, esiste, e bisogna valorizzarlo. Abbiamo una rete molto ampia: 130 ambasciate e circa 300 strutture, il vero valore aggiunto del MAECI. La diplomazia è il biglietto da visita del nostro Paese e noi rivendichiamo la nostra buona amministrazione, che deriva dal fatto che noi entriamo in carriera attraverso un concorso tra i più difficili e selettivi. Chi ce la fa è preparato alla lealtà e al servizio dello Stato. Questa si chiama professionalità e noi la rivendichiamo”, ha ribadito Elisabetta Belloni. “C’è bisogno di una rete e c’è bisogno di un centro che deve elaborare una strategia e dare gli impulsi”, ha osservato il Segretario Generale, aggiungendo: “noi diplomatici non siamo maggioranza e non siamo opposizione, pretendiamo rispetto e par condicio. Dobbiamo essere propositivi, contribuire alle linee d’azione proposte a livello internazionale. La globalizzazione comporta che nulla sia estraneo per l’Ambasciatore”. “Dobbiamo occuparci di accordi, commercio, terrorismo, tutela del cittadino e innovazione tecnologica, altro grande elemento di novità”, ha concluso Belloni. “Le informazioni non sono più solo esclusivo patrimonio della diplomazia: spesso le notizie corrono più velocemente di noi, ma noi dobbiamo cercare di intercettarle, anticiparle, studiarle. Diplomazia è stabilità, sicurezza, crescita. Dobbiamo investire. La Farnesina c’è a Roma, c’è all’estero; potete contare su una rete sistemica, punto di riferimento per tutti i cittadini e per tutto il Paese”. (focus\ aise)