L’AICS SOSTIENE LA FORMAZIONE UNIVERSITARIA IN SOMALIA

MOGADISCIO\ aise\ - Centotrenta studenti, tra cui ventotto donne, hanno partecipato alla Cerimonia di Consegna dei Diplomi di Laurea dell’Università Nazionale Somala, lo scorso 24 giugno a Mogadiscio. L’evento – riporta in questi giorni l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo – si è tenuto alla presenza del Presidente della Repubblica Somala Farmajo che ricopre anche il ruolo di Cancelliere dell’Università e, per parte italiana, del vice ministro degli Esteri Emanuela Del Re, del direttore della sede Aics in Somalia Guglielmo Giordano, delle autorità locali, delle famiglie degli studenti. Per motivi di sicurezza tutto si è svolto all’interno dell’area protetta dell’Aeroporto di Mogadiscio.
L’Università Nazionale Somala è l’unica istituzione universitaria pubblica e laica del Paese, martoriato per oltre un ventennio dalla guerra civile. Fu istituita nel 1969 per impulso del Ministero degli Affari esteri, l’insegnamento era svolto in lingua italiana, e molte erano le facoltà tecniche, per formare la classe dirigente e tecnica del Paese. Poi la chiusura delle attività per vent’anni fino all’agosto del 2014 quando si sono riavviate, grazie al costante sostegno della Cooperazione Italiana, le Facoltà di Legge, Agraria, Economia, Veterinaria, Educazione e Scienze Sociali.
Nel 2019 oltre al programma “Rafforzamento infrastrutturale e strategico dell’Università Nazionale Somala”, con un finanziamento previsto di 4 milioni di euro, la Cooperazione Italiana ha sostenuto la formazione degli studenti anche con 17 borse di studio che, verranno attribuite ai neolaureati secondo un criterio di parità di genere al 50%.
L’università e l’educazione rappresentano il “simbolo di rinascita e di speranza per la ricostruzione materiale e morale di un paese segnato da guerra e povertà” ha affermato il Presidente Farmajo. La Somalia, colpita da carestia, siccità, malnutrizione e instabilità politica, vede quasi la metà della sua popolazione al di sotto dei 14 anni; quasi la metà dei bambini non frequenta la scuola. Una cerimonia che, in modo simbolico, conferma come l’educazione e la formazione siano reali possibilità di cambiamento e di stabilità per uno dei paesi tra i più poveri al mondo. (aise)