L’AMBASCIATORE ITALIANO IN SLOVENIA TRICHILO INTERVISTATO DA “TRIBUNA ECONOMICA”
LUBIANA\ aise\ - “Per la Slovenia, l’Italia continua a rivestire un ruolo estremamente importante. Il Bel Paese, infatti, l’anno scorso si è riconfermato come il secondo mercato di sbocco e fornitore (dopo la Germania), diventando anche il quinto investitore. A febbraio una delegazione slovena guidata dal Segretario di Stato allo Sviluppo Economico ha partecipato a Roma - presso la Sede dell’Ice - ad un convegno sul rafforzamento della collaborazione nel campo degli investimenti e in quello dell’innovazione. Infatti, il governo sloveno, ha inserito l’Italia tra le priorità del prossimo biennio in tema di internazionalizzazione”. Questa è la premessa con la quale è cominciata l’intervista che l’Ambasciatore d’Italia in Slovenia Paolo Trichilo ha rilasciato a “Tribuna Economica”, Giornale di Economia e Finanza.
“D. Ambasciatore Trichilo, può descrivere gli sviluppi dell’economia slovena rispetto all’ultima intervista rilasciata a Tribuna Economica?
R. L’agenzia Standard & Poor’s ha innalzato in giugno il rating della Slovenia da A+ (prospettive positive) a AA- (prospettive stabili), motivando tale cambiamento con la crescita economica, l’aumento dell’occupazione e un’eccedenza di bilancio. Da notare anche la significativa discesa del debito pubblico in corso (oggi al 70%) e il processo di privatizzazioni del settore bancario, grazie alla cessione del 75% della NLB e di Abanka. Inoltre, il trend positivo di crescita economica prosegue ininterrotto dagli ultimi mesi del 2013. Nel 2018 il Pil sloveno ha infatti raggiunto il valore di quasi 46 miliardi di euro, segnando una crescita del 4,5% su base annua e le stime della Commissione Europea per il 2019 e 2020 sono entrambe su valori molto positivi (3,4% e 2,5%). Anche considerato a livello pro capite (oltre 22.000 euro), il Pil del 2018 presenta un risultato estremamente significativo. Il sistema economico rimane comunque ancora caratterizzato da qualche squilibrio, in particolare nei settori strutturali segnalati dalla Commissione Europea, che se non affrontati adeguatamente potranno porre dei rischi sistemici, mi riferisco in particolare alla riforma del sistema pensionistico e della salute. E rispetto al rapporto economico bilaterale quali sono state le tendenze più recenti? Nonostante le dimensioni del mercato, l’interscambio commerciale tra i due Paesi sia di tutto rispetto: 8,5 miliardi di euro nel 2018, il valore più alto mai realizzato, con un aumento dell’11,6% rispetto al 2017 e un saldo commerciale positivo a favore dell’Italia di circa 770 milioni di euro. Siamo al livello di quanto si realizza con alcuni mercati del G20 quali Canada, Brasile, Messico e Australia. Il Paese si è anche confermato come il nostro principale partner nell’Area dell’ex Jugoslavia più Albania con una quota di mercato del 37,6% sull’interscambio totale con questi Paesi.
D. In questo quadro esistono settori emergenti o con nuovo focus?
R. Sicuramente, aldilà dei settori tradizionali del nostro interscambio (automotive, chimica, elettronica), si stanno aprendo ulteriori opportunità per le imprese italiane in campi di nuova specializzazione tecnologica. Il Mise, ad esempio, ha lanciato nei mesi scorsi un bando per selezionare delle start up da inserire su alcuni mercati esteri e la Slovenia è uno di questi, insieme a Usa, UK, Giappone, Cina e Corea del Sud. Alcune di esse quindi trascorreranno 3 mesi nel maggior acceleratore sloveno, accompagnate dall’Ufficio dell’Ice Agenzia a Lubiana nella loro fase di scale up e troveranno un ecosistema molto avanzato. Anche nell’aerospazio si sta registrando un’intensa collaborazione: Avio ha partecipato alla realizzazione di alcuni satelliti di geo-rilevazione prodotti dalla Slovenia, cui probabilmente faranno seguito altri progetti. L’economia circolare è un altro campo in cui esistono interessanti collaborazioni: oltre al Gruppo Aquafil, già presente da anni in Slovenia con un suo stabilimento per la produzione di nylon da fibre riciclate, la toscana Lucart sta portando avanti con successo due operazioni per il riutilizzo di materiali prodotti da confezioni per alimenti. Interessanti prospettive all’orizzonte anche per smart city e industria del futuro. Mi fa anche piacere ricordare il design: qui in Slovenia negli ultimi anni molte imprese hanno acquisito riconoscimenti internazionali significativi e, grazie anche all’Italian Design Day voluto dal Maeci in oltre 100 Paesi del mondo, si stanno creando interessanti sinergie e scambio di esperienze con architetti e designer italiani su tematiche sempre più attuali legate a mobilità, conservazione dell’ambiente e del patrimonio architettonico e rigenerazione degli spazi urbani.
D. Ringraziamo per aver offerto un quadro molto dinamico della situazione. Siamo interessati anche a conoscere gli sviluppi…
R. La rete infrastrutturale di trasporto slovena è molto estesa. Il punto di forza è rappresentato sicuramente da strade e autostrade, che permettono un flusso turistico e di trasporto merci molto rilevante, grazie alla posizione strategica del Paese, al centro di due corridoi paneuropei di comunicazione. Attualmente è previsto un piano di modernizzazione della rete ferroviaria - ancora carente soprattutto in alcuni tratti di comunicazione con Ungheria, Austria e Italia - per creare un’alternativa valida al traffico commerciale. Tra i progetti finanziati dai diversi Fondi Ue c’è in programma anche il tratto transfrontaliero Trieste-Divaccia, per la realizzazione di un collegamento ferroviario alta velocità/alta capacità complementare a quello esistente, e la costruzione dell’Arco di Tivoli, progetto ferroviario nel nodo urbano di Lubiana. Ma il progetto principale d’interesse per il governo di Lubiana è il raddoppio della ferrovia dal porto di Capodistria a Divaccia con un nuovo tratto di 27 km che prevede la costruzione di tunnel, gallerie e viadotti per aumentare l’intermodale su rotaia e in prospettiva evitare il collo di bottiglia che altrimenti minerebbe lo sviluppo dell’unico porto sloveno. Questo progetto, del valore di 1,2 miliardi di Euro, si avvale, ormai la notizia è ufficiale, anche di finanziamenti della Bei e della Commissione Europea. Aggiungo che proprio il settore infrastrutture è stato recentemente uno dei focus principali della Three Seas Initiative, il cui Vertice lo scorso giugno si è svolto a Lubiana, in cui i Paesi dell’Europa Centro Orientale, con Usa e Germania come paesi partner, hanno discusso di progetti comuni da finanziare con Fondi Ue. Anche imprese italiane, su iniziativa della presidenza di turno slovena, sono state invitate nel parallelo Business Forum che ha visto nel complesso la partecipazione di 600 aziende provenienti da 40 paesi. Segnalo infine che la Slovenia è interessata almeno potenzialmente dalla proposta cinese Belt and Road Initiative ed ai futuri investimenti in inter-connessione logistica nel sud-est europeo e che la Ministra Bratušek si è recata in Cina per discutere di future collaborazioni.
D. L’ultima domanda che desideriamo porre riguarda un altro settore chiave, come l’energia. Anche questa è un’area interessante per le nostre imprese dato il mix esistente.
R. Lo sviluppo del settore energetico continuerà a fare leva sulla generazione nucleare gestita paritariamente da Slovenia e Croazia nella centrale di Krško, che si avvale di tecnologia americana, e dove sta anche lavorando con un importante contratto per l’upgrading della sicurezza Ansaldo Nucleare. D’altro canto, Sol Group è già presente in questo paese con la gestione di centrali idroelettriche e per l’industria italiana si stanno aprendo ulteriori opportunità nell’introduzione di tecnologie clean coal e nello sviluppo di fonti rinnovabili cost efficient (fotovoltaico, eolico, biomasse forestali), il cui consumo dovrà passare dal 21,6% del 2017 al 25% entro il 2020. Desidero anche ricordare che al convegno annuale di quest’anno a Portorose dell’Associazione slovena per l’Energia, il main sponsor è stata l’Aermec, leader mondiale della climatizzazione, e molto interesse hanno suscitato le sue best practices”. (aise)