L’UNHCR ESTENDE L’ASSISTENZA AI RIFUGIATI CHE VIVONO NELLE AREE URBANE DELLA LIBIA

GINEVRA\ aise\ - L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha annunciato ieri che sta intensificando il sostegno destinato a rifugiati e richiedenti asilo presenti nelle aree urbane della Libia e rivalutando il ruolo e il funzionamento del Centro di raccolta e partenza (Gathering and Departure Facility/GDF).
“Dato l’aggravarsi del conflitto libico, abbiamo preso la decisione di estendere l’assistenza a rifugiati e richiedenti asilo che vivono nelle aree urbane”, ha spiegato Jean-Paul Cavalieri, Capo Missione UNHCR in Libia.
I rifugiati e i richiedenti asilo che vivono nelle aree urbane sono già circa 40.000, tra i quali alcuni estremamente vulnerabili e in disperato bisogno di aiuto. L’assistenza umanitaria per rifugiati e richiedenti asilo è disponibile presso il Centro comunitario diurno (Community Day Centre/CDC) dell’UNHCR attivo a Gurji, nel distretto di Tripoli, dove coloro che ne hanno necessità possono accedere a servizi quali cure primarie, registrazione e assistenza in denaro per soddisfare le esigenze legate a cibo e alloggio.
L’agenzia, inoltre, sta rivalutando il ruolo del GDF alla luce delle gravi e insostenibili condizioni di sovraffollamento. Il GDF è stato inaugurato un anno fa come centro di transito per rifugiati e richiedenti asilo vulnerabili, principalmente donne e minori non accompagnati a rischio più elevato in stato di detenzione e per i quali erano state individuate soluzioni fuori dalla Libia.
Tali soluzioni – spiega l’agenzia – restano “estremamente limitate” e richiedono che l’UNHCR individui e dia priorità ai casi di vulnerabilità più gravi in seno a una popolazione molto più ampia, composta da molte persone in stato di forte bisogno. L’UNHCR e i partner operano all’interno della struttura, la quale ricade sotto la giurisdizione complessiva del Ministero dell’Interno libico.
Tuttavia, a partire da luglio, in seguito all’attacco aereo che ha colpito il centro di detenzione di Tajoura, provocando diverse vittime, centinaia di ex detenuti si sono recati presso il GDF. A fine ottobre, a questi si è aggiunto un altro gruppo di circa 400 persone provenienti dal centro di detenzione di Abu Salim, nonché fino ad altre 200 persone dalle aree urbane. Fanno parte di una popolazione più ampia di richiedenti asilo, rifugiati e migranti che in Libia sono vulnerabili e esposti a rischi – ma ai cui casi non è stata data priorità per l’evacuazione o il reinsediamento.
Il GDF è ora in condizioni di grave sovraffollamento: a fronte di una capacità di circa 600 persone, attualmente ne ospita quasi il doppio, molte delle quali da diversi mesi.
L’UNHCR, altre agenzie delle Nazioni Unite e i partner hanno fornito loro assistenza umanitaria, offrendo cure mediche, supporto psicosociale, pasti caldi e biscotti ad alto contenuto energetico. Tuttavia, la situazione presso il GDF non è sostenibile e la struttura non funziona più come centro di transito, ostacolando la capacità dell’UNHCR di evacuare i rifugiati più vulnerabili per i quali sono state individuate soluzioni al di fuori della Libia, fuori dai centri di detenzione e in luoghi sicuri.
“Accogliamo con grande favore il rilascio di richiedenti asilo e rifugiati dai centri di detenzione da parte delle autorità libiche, e ora stiamo ampliando il nostro programma di assistenza nelle aree urbane affinché essi possano ricevere l’aiuto di cui hanno bisogno”, ha dichiarato Jean-Paul Cavalieri. “Inoltre, stiamo esortando partner e donatori ad aumentare il sostegno ai migranti che vivono in aree urbane e ad altre comunità vulnerabili”.
“L’UNHCR auspica che il GDF possa tornare a svolgere la propria funzione originale di struttura di transito per i rifugiati con le vulnerabilità più gravi, così da poterli evacuare verso luoghi sicuri”, ha aggiunto, osservando, allo stesso tempo, come il GDF sia divenuto, di fatto, un “centro aperto” per migranti e richiedenti asilo urbani presso cui l’UNHCR continuerà a garantire assistenza medica e servizi igienico-sanitari nel prossimo futuro, in base alle risorse disponibili.
Data l’introduzione di un pacchetto di assistenza urbana di portata più ampia, l’UNHCR eliminerà gradualmente il servizio di ristorazione erogato presso il GDF a partire dall’inizio dell’anno.
L’UNHCR continuerà a garantire informazioni e consulenza a quanti hanno fatto ingresso informalmente nel GDF in merito alle opzioni a loro disposizione e al pacchetto di assistenza urbana. Coloro che presentano profili per cui è necessaria la protezione internazionale stanno ricevendo sostegno per lasciare il GDF tramite il pacchetto di assistenza urbana, il quale include denaro di emergenza in contanti per i primi due mesi, beni di prima necessità, accesso alle cure primarie e invio a visite specialistiche. Inoltre, ai beneficiari verrà data la possibilità di sostenere colloqui col personale dell’UNHCR per individuare vulnerabilità e soluzioni specifiche. L’UNHCR continua a chiedere risorse supplementari che permetterebbero di fornire un sostegno più sostanzioso e continuo.
Circa 40 persone hanno già accettato quest’opzione, il che – spiega l’agenzia – non esclude che possano usufruire in futuro di possibili evacuazioni o reinsediamenti al di fuori della Libia. A titolo di esempio, a quattro persone che hanno accettato il pacchetto è stata riconosciuta l’ammissibilità all’evacuazione umanitaria a seguito dei colloqui di valutazione delle esigenze di protezione.
L’esame dei casi individuali, comprese la valutazione delle esigenze di protezione e l’individuazione di possibili soluzioni durature al di fuori della Libia, continuerà a essere effettuato presso l’ufficio di registrazione dell’UNHCR operativo a Sarraj, al fine di assicurare l’integrità delle procedure previste dall’UNHCR.
L’UNHCR ribadisce che “le opzioni di reinsediamento purtroppo continuano a essere estremamente limitate, con il numero di posti disponibili a livello mondiale drammaticamente inferiore rispetto alle esigenze. Ogni anno, meno dell’1 per cento dei rifugiati ritenuti in stato di necessità dall’UNHCR può essere reinsediato”. Per questo, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati esorta la comunità internazionale a “garantire più posti per il reinsediamento e procedure più rapide per consentire di evacuare un numero più elevato di rifugiati che necessitano di essere reinsediati in luoghi sicuri”. (aise)