L’UNITÀ NON TOGLIE LE LEGITTIME DIVERSITÀ

foto Osservatore Romano

ROMA\ aise\ - Le tappe del viaggio apostolico in Romania sono state ripercorse da Papa Francesco nell’udienza generale di questa mattina a piazza San Pietro.
Nel Paese dopo 20 anni dall’ultima visita di un Pontefice – Giovanni Paolo II – il Papa ha spiegato ai fedeli che il motto del suo viaggio è stato “camminare insieme”.
“I diversi incontri hanno evidenziato il valore e l’esigenza di camminare insieme sia tra cristiani, sul piano della fede e della carità, sia tra cittadini, sul piano dell’impegno civile”, ha aggiunto. “Come cristiani, abbiamo la grazia di vivere una stagione di relazioni fraterne tra le diverse Chiese”.
In Romania, “la gran parte dei fedeli appartiene alla Chiesa Ortodossa, guidata attualmente dal Patriarca Daniel, al quale va il mio fraterno e riconoscente pensiero. La Comunità cattolica, sia “greca” sia “latina”, è viva e attiva. L’unione tra tutti i cristiani, pur incompleta, è basata sull’unico Battesimo ed è sigillata dal sangue e dalla sofferenza patita insieme nei tempi oscuri della persecuzione, in particolare nel secolo scorso sotto il regime ateistico. C’è anche un’altra comunità luterana che professa anche la fede in Gesù Cristo, ed è in buoni rapporti con gli ortodossi e con i cattolici”.
“Con il Patriarca e il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Romena – ha detto Francesco – abbiamo avuto un incontro molto cordiale, nel quale ho ribadito la volontà della Chiesa Cattolica di camminare insieme nella memoria riconciliata e verso una più piena unità, che proprio il popolo romeno invocò profeticamente durante la visita di San Giovanni Paolo II. Questa importante dimensione ecumenica del viaggio è culminata nella solenne Preghiera del Padre Nostro, all’interno della nuova, imponente cattedrale Ortodossa di Bucarest. Questo – ha sottolineato – è stato un momento di forte valore simbolico, perché il Padre Nostro è la preghiera cristiana per eccellenza, patrimonio comune di tutti i battezzati. Nessuno può dire “Padre mio” e “Padre vostro”; no: “Padre Nostro”, patrimonio comune di tutti i battezzati. Abbiamo manifestato che l’unità non toglie le legittime diversità. Possa lo Spirito Santo condurci a vivere sempre più come figli di Dio e fratelli tra di noi”.
Citate le tre Liturgie eucaristiche celebrate come Comunità cattolica, e la beatificazione di sette Vescovi Martiri greco-cattolici, il Papa ha poi citato l’incontro con i giovani e le famiglie, “particolarmente intenso e festoso” tenutosi a Iasi, “un’antica città e importante centro culturale, crocevia tra occidente e oriente. Un luogo – ha osservato – che invita ad aprire strade su cui camminare insieme, nella ricchezza delle diversità, in una libertà che non taglia le radici ma vi attinge in modo creativo. Anche questo incontro ha avuto carattere mariano e si è concluso con l’affidamento dei giovani e delle famiglie alla Santa Madre di Dio”.
“Ultima tappa del viaggio è stata la visita alla comunità Rom di Blaj. In quella città – ha spiegato ancora Francesco – i Rom sono molto numerosi, e per questo ho voluto salutarli e rinnovare l’appello contro ogni discriminazione e per il rispetto delle persone di qualsiasi etnia, lingua e religione”.
“Cari fratelli e sorelle, ringraziamo Dio per questo viaggio apostolico, e chiediamo a Lui, per intercessione della Vergine Maria, che esso – ha concluso – porti frutti abbondanti per la Romania e per la Chiesa in quelle terre”. (aise)