MARCINELLE/ IL PD ESTERO AL BOIS DU CAZIER: MEMORIA E RESPONSABILITÀ

ROMA\ aise\ - “Il PD sarà a Marcinelle non solo per commemorare i nostri lavoratori emigrati e morti in quella tragica mattina del 1956, ma anche per ribadire oggi che lasciare il proprio paese d'origine non può significare morire, in una miniera o sotto al mare”. Così, in una nota congiunta, Lanfranco Fanti e Massimiliano Picciani, rispettivamente segretario del PD Belgio e presidente dell’Assemblea PD estero.
Domani, 8 agosto, anniversario della tragedia mineraria, una delegazione della Federazione del PD in Belgio, guidata da Nadia Buttini, vice-presidente dell’Assemblea PD estero, deporrà le corone della Federazione del PD Belgio e dell’Assemblea del PD Mondo al cimitero dei Caduti alla presenza delle autorità belghe ed italiane.
“L'8 agosto del 1956 nella miniera di carbone del Bois du Cazier si é consumata una tragedia che ha coinvolto 236 minatori provenienti da 12 paesi diversi, dall'Europa e dal Nord Africa. Sono morti belgi, polacchi, olandesi, francesi, maghrebini e russi”, ricordano Fanti e Picciani. “L’Italia intera renda omaggio ai nostri 136 connazionali provenienti da molte regioni (abruzzesi, siciliani, friulani, sardi etc). Marcinelle rappresenta la più grande tragedia sul lavoro mai accaduta in Europa e anche uno spartiacque definitivo che ha convinto le autorità nazionali ed europee ad adottare finalmente standard più elevati di sicurezza sul lavoro”.
“Come ha ricordato il nostro Presidente Mattarella non si può non riconoscere una triste similitudine con le tragedie che si verificano oggi, non più sotto terra, ma nel fondo del nostro mare Mediterraneo per una colpevole ed inumana cecità. Spetta ai governi nazionali – sottolineano i due esponenti del pd - impegnarsi oggi con maggiore efficacia per fare fronte ad una grande e sempre attuale emergenza che é quella della migrazione”.
“L’insegnamento e la memoria dei nostri caduti – concludono – impongono scelte coraggiose ispirate alla solidarietà piuttosto che respingimenti e barriere dettate da egoismi nazionalistici”. (aise)