MARCO GUALAZZINI TRA I CINQUE FINALISTI DEL WORLD PRESS PHOTO

'Almajiri Boy' di Marco Gualazzini, Italy, Contrasto

MILANO\ aise\ - Marco Gualazzini è tra i cinque finalisti del World Press Photo per La Foto dell’anno con la foto "Almajiri boy", tratta dal suo lavoro sulla crisi del lago Ciad. Gualazzini è anche finalista nella nuova sezione introdotta nella corrente edizione del premio, La storia dell’anno, con il suo reportage dal Ciad e per la sezione Environment, Storie.

Una selezione delle fotografie del Ciad, compresa l’immagine in lizza per la foto dell’anno, è esposta nell’ambito della mostra "Resilient", a cura di Alessandra Mauro, in corso fino al 24 marzo a Forma Meravigli.
La resilienza è la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento; Marco Gualazzini nel suo lavoro cerca di testimoniare in che modo il continente africano reagisca ai problemi e alle crisi che lo flagellano con una capacità di resilienza straordinaria e insieme drammatica. Le immagini in mostra sono il frutto di un lungo lavoro di quasi dieci anni che hanno portato l’autore ad esplorare l’Africa alla ricerca di storie e vicende inedite. Storie che nessuno vorrebbe sentire. È il caso delle sue immagini del Congo, Paese piegato dalle credenze popolari e dal rapporto tra religione e stregoneria, dove chi soffre di malattie mentali viene tuttora considerato un indemoniato e lo stupro è usato come arma di guerra (ogni anno vengono stuprate 15.000 donne) o il Mali tormentato dalla guerra e dalle infiltrazioni islamiste nell’Africa subsahariana. Nei suoi reportage Gualazzini documenta le condizioni del Sudan del Sud e della Somalia, uno tra i Paesi più pericolosi e meno accessibili per stranieri e giornalisti. Durante il suo ultimo viaggio, nel 2018, il fotografo ha testimoniato la grave crisi umanitaria in corso lungo il bacino del lago Ciad, dovuta alla desertificazione come conseguenza del cambiamento climatico. Le immagini, di grande forza compositiva e impatto giornalistico, compongono un racconto fotografico straordinario e importante e ci regalano uno sguardo ravvicinato, partecipe e attento, sulla nostra realtà. La mostra è accompagnata dal libro omonimo edito da Contrasto.
Nato a Parma nel 1976, Marco Gualazzini ha iniziato la sua carriera come fotografo nel 2004, con il quotidiano locale della sua città, La Gazzetta di Parma. I suoi lavori più recenti comprendono reportage sulla microfinanza in India, sulla libertà d’espressione in Myanmar, sulla discriminazione delle minoranze in Pakistan; negli ultimi anni ha coperto prevalentemente crisi umanitarie e conflitti in Africa. Ha ideato e ha partecipato alla realizzazione di un documentario per la RAI sul sistema delle caste in India, premiato per la "miglior fotografia" al Al- Jazeera International Documentary Film Festival, e ha diretto un documentario sul tema dello stupro come arma di guerra in Congo, e uno sul modello di accoglienza per i rifugiati in Uganda. I suoi lavori sono stati pubblicati con amplio spazio, su riviste nazionali e internazionali, tra cui CNN, M (Le Monde), Der Spiegel, The Sunday Times Magazine, Paris Match, The New York Times, Al- Jazeera, Geo, Time Magazine (Lightbox), Courrier International, Internazionale e L’Espresso tra gli altri. Resilient (Contrasto) è il suo primo libro. (aise)