NEL RICORDO DI GINO FALLERI, A BRUXELLES CONFERENZA PER GIORNALISTI SUI FINANZIAMENTI EUROPEI DIRETTI

BRUXELLES\ aise\ - Con oltre 70 partecipanti, dei quali 29 giornalisti italiani, ha avuto luogo ieri, presso la sede della Rappresentanza della Regione Toscana a Bruxelles, una conferenza sul tema “Finanziamenti europei diretti: analisi e valutazioni”.
Il Generale della Guardia di Finanza (in congedo) Alessandro Butticé, Condirettore del quindicinale Più Europei, nonché Presidente della Sezione Bruxelles-Unione Europea dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia (ANFI) e Vicepresidente per l’Europa dell'Associazione PIUE (Pubblicisti Italiani Uniti per l’Europa) – che assieme al GUS e alla Rappresentanza della Regione Toscana in Belgio hanno organizzato l’evento – ha introdotto i lavori con il ricordo, seguito da un minuto di silenzio, di Gino Falleri, Vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio e decano dei giornalisti pubblicisti italiani, scomparso proprio ieri, giorno in cui avrebbe dovuto prendere la parola alla conferenza da lui co-organizzata, quale presidente del GUS.
L’intervento sulla deontologia professionale, che avrebbe dovuto essere pronunciato dallo scomparso decano dell’Ordine dei Giornalisti, è stato invece tenuto dal Generale Carlo Felice Corsetti (Generale dei Carabinieri in congedo, già Capo Ufficio Stampa del Comando Generale dell’Arma, giornalista e Consigliere Nazionale dell’Ordine, Presidente di PIUE e Direttore editoriale di Più Europei).
L’idea di questo evento, come è stato spiegato in apertura, è nato dalla duplice volontà degli organizzatori di contribuire, da un lato, a rafforzare il sistema Italia a Bruxelles, e l’informazione sull’Europa ed il suo funzionamento in Italia, e dall’altro a permettere ai tanti giornalisti italiani residenti in Belgio, di poter seguire corsi di formazione professionale, ed ottenere dall’Ordine dei giornalisti i necessari crediti formativi, senza essere obbligati a rendersi per questo in Italia o a seguirli solo on line.
“È per questa ragione”, ha ricordato Alessandro Butticé “che, nella mia duplice veste di Presidente della Sezione di Bruxelles-Unione Europea dell’ANFI, nonché di Vicepresidente per l’Europa di PIUE, d’intesa con gli amici Carlo Felice Corsetti (Presidente di PIUE, e già Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti) e del compianto Gino Falleri, abbiamo avuto l’idea di organizzare a Bruxelles un corso (che speriamo sia solo il primo di una serie), dedicato ai giornalisti italiani, partendo da alcuni aspetti non sempre ben conosciuti del funzionamento del bilancio dell’Unione Europea.”
La conferenza, grazie all’iniziativa di PIUE e del GUS di Gino Falleri, ha permesso ai 29 giornalisti italiani presenti, di ottenere i crediti formativi rilasciati dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti.
Il padrone di casa dell’evento Enrico Mayrhofer, Direttore della Rappresentanza della Regione Toscana a Bruxelles, e socio della Sezione ANFI di Bruxelles-Unione Europea, quale ufficiale di complemento della Guardia di Finanza, in una sala gremita di pubblico, e assieme al Vicepresidente della locale Sezione ANFI (il Generale della Guardia di Finanza Pierpaolo Rossi, uno dei più anziani consiglieri italiani del Servizio Giuridico della Commissione Europea), al senatore Fausto Giovannelli, Presidente del Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano e a Francesco Pinagli, Dirigente dell’Unione Comuni Garfagnana, ha presentato la terra di Garfagnana, prendendo lo spunto da una pubblicazione, recentemente edita a firma del Maggiore Gerardo Severino, Direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza, dal titolo “Fiamme Gialle in Garfagnana”.
Altra ragione della scelta della Regione Toscana come sede dell’evento, in alternativa ad altre che erano state offerte agli organizzatori, è stata il fatto che la Toscana è, dal punto di vista amministrativo, una tra le più virtuose regioni italiane. Soprattutto per quanto attiene l’utilizzo dei fondi europei, seppur con tutte le eccezioni patologiche che, come spiegato dal rappresentante dell’OLAF (l’Ufficio Europeo per la Lotta alla Frode), possono esistere ovunque.
Gli aspetti del funzionamento dei fondi, legali e amministrativi, sono stati trattati, con diversi esempi pratici, da Michela Velardo e Valerio Valla, mentre l’aspetto patologico degli stessi, cioè quello delle frodi, è stato trattato da Vasil Kirov, capo unità indagini dell’Ufficio Europeo per la Lotta alla Frode (OLAF).
I Generali Alessandro Butticé (arrivato a Bruxelles nel 1990, quale primo finanziere, ma anche primo militare e appartenente alle forze di polizia italiane, distaccato presso la Commissione Europea) e Pierpaolo Rossi (tra i primi a seguirlo qualche anno dopo, e assieme al quale ha costituito, nel 2014, ispirandosi ai valori di quel periodo pioneristico, la sezione ANFI di Bruxelles-UE), hanno ricordato nei loro interventi come sono riusciti a ribaltare l’immagine che prima aveva l’Italia in Europa. E soprattutto a Bruxelles.
“Non è un segreto che l’UCLAF, il servizio antifrode che esisteva prima della creazione dell’OLAF, l’Ufficio Europeo per la Lotta alla Frode, di cui sono stato per quasi un decennio portavoce e capo della comunicazione”, ha ricordato Butticé, “era stato creato prevalentemente per tenere d’occhio paesi come l’Italia, seguita dalla Grecia, considerata però meno pericolosa date le ridotte dimensioni. Paesi che, alla fine degli Anni Ottanta, agli occhi della Signora Thatcher, che al grido di “I want my money back”, introduceva la politica del “giusto ritorno” a favore dei cittadini britannici, erano patria di frodatori e criminali che succhiavano le finanze comunitarie, attraverso indebite e fraudolente percezioni di aiuti agricoli e alle politiche regionali, depredando i contributi pagati con le tasse degli onesti cittadini britannici.”
“In qualche anno, non senza molti sforzi, devo dire, e a volte persino contro corrente, contro la cattiva volontà o interessi contrastanti di altri, che in certi casi erano persino connazionali”, ha proseguito il generale oggi giornalista, “siamo riusciti, se non a ribaltare completamente, almeno a riequilibrare questa errata percezione e molti stereotipi che esistevano in materia. E questo è stato soprattutto merito della Guardia di Finanza (mi riferisco a quella in Italia, oltre a quella a Bruxelles) e delle altre forze di polizia, che assieme a sistema investigativo giudiziario, adeguatamente comunicato, ha portato oggi l’Italia ad essere considerato un paese virtuoso nella tutela delle finanze dell’UE, spesso preso persino ad esempio sia dalla Commissione che dal Parlamento europei, e non più la pecora nera delle frodi al bilancio europeo”.
Butticé e Rossi hanno infatti raccontato come, anche attraverso un’incisiva azione di informazione e comunicazione, siano riusciti a provare, prima con i fatti e il loro esempio personale, e poi a informare anche il pubblico, del fatto che l’Italia oltre a frodatori “dispone di mezzi e strumenti investigativi per perseguire le frodi che altri paesi neppure se li sognano.”
“E anche questo va detto e ricordato”, ha precisato Butticé, “perché sono cose che devono essere conosciute. Da tutti i cittadini. Ma anche e soprattutto dai colleghi giornalisti che, seppure in dilagante epoca di informazione web e social, restano (e spero resteranno sempre) un pilastro fondamentale dell’Informazione con la I maiuscola, a baluardo e difesa dell’opinione pubblica da una delle peggiori minacce incombenti del nostro secolo: le fake news.” Il problema delle fake news è stato ampiamente affrontato anche da Carlo Felice Corsetti nel suo intervento sulle regole deontologiche dei giornalisti.
La Sezione ANFI di Bruxelles-Unione Europea e l’Associazione PIUE (che nei rispettivi loghi e nelle denominazioni fanno esplicito riferimento non solo al nome ma anche alla bandiera dell’Unione Europea), sono costituite da persone che si definiscono tutte, come ricordato dal loro, rispettivamente, Presidente e Vicepresidente per l’Europa “Patrioti italiani e europei”. “Un binomio che non ha però nulla a che fare con il nazionalismo, che vorrebbe dire rimettere pericolosamente indietro le lancette della storia” ha voluto precisare Alessandro Butticé, aggiungendo che “questo binomio è per noi indissolubile e, anche attraverso una paziente opera d’informazione, necessita essere spiegato a tutti, dentro e fuori le istituzioni, dentro e fuori gli ambiti professionali che rappresentiamo. Siano essi quelli degli appartenenti alla Guardia di Finanza e alle altre forze di polizia e forze armate italiane, che quello del giornalismo e dei comunicatori.” (aise)