"OPEN SECRETS": LA PRIMA PERSONALE IN ITALIA DI RACHEL LEE HOVNANIAN

LUCCA\ aise\ - L’arte come denuncia delle nuove dipendenze digitali. È questo il tema centrale di “Open Secrets”, la prima personale in Italia dell’artista statunitense Rachel Lee Hovnanian, che verrà inaugurata il 20 luglio al Palazzo Mediceo di Seravezza in Versilia, in provincia di Lucca, e che si prolungherà fino al 15 settembre.
La mostra, dell’artista del Texas - ma stabile da molti anni a New York - Rachel Lee Hovnanian, è curata da Annalisa Bugliani e organizzata da Pechersky Family Foundation in collaborazione con Galleria Poggiali e la Fondazione Terre Medicee, e abbraccia gli ultimi dieci anni di lavoro di questa artista poliedrica e multidisciplinare che combina pittura, scultura, installazioni interattive, opere su carta e videoarte. Con “Open Secrets”, Hovnanian propone una personale ricerca artistica sulla dipendenza dai social media e dall’abuso di sostanze come l’alcol, e sulle pressioni della società contemporanea attraverso un obiettivo femminile. Le sue opere affrontano temi sociali che rivelano la dicotomia tra i sistemi di valori personali e la nostra immagine pubblica, proseguendo e approfondendo un suo precedente progetto: “Perfect Baby Showroom”.
Il percorso espositivo di “Open Secrets”, invece, sarà composto da 14 lavori tra installazioni e sculture, mettendo in evidenza con ironia l'infatuazione della società per l'iper-connettività. Nonostante tutti i nuovi mezzi di comunicazione “ci stiamo connettendo più intimamente con gli altri in questa era post-internet?”. È questa la domanda di partenza del progetto dell’artista statunitense.
Cercando di rispondere a tale quesito, infatti, la mostra mette in luce le pressioni esercitate sugli individui per utilizzare queste nuove modalità, per mostrare le nostre vite sempre più interessanti e curate e in costante ricerca della gratificazione, dove le nostre esistenze sempre più virtuali hanno cominciato a influenzare e oscurare il nostro rapporto con la realtà.
“Open Secrets” svela quindi le doppie esistenze che si sono evolute online attraverso l'avvento della rivoluzione digitale. Tra le opere esposte si possono vedere in particolare la serie di lavori “Too Good to be True”, l’installazione “Swipe Left, Swipe Right”, e il monumentale “Beauty Queen Totem”, grande scultura in marmo di Carrara vincitrice di un concorso in cui l’artista esprime l’idea che le nostre concezioni di bellezza sono codificate come pietre di paragone del potere sociale.
Seguendo la genesi delle piattaforme dei social media e l'ubiquità degli smartphone, Hovnanian ha poi creato “Dinner for Two”, una installazione che mostra un lungo tavolo da pranzo. Seduti alle due estremità ci sono due commensali, rappresentati con le loro immagini su uno schermo. Piuttosto che guardarsi, i due personaggi passano la maggior parte del tempo a guardare i loro telefoni. L'audio dell'installazione riproduce solo i suoni di notifica digitale. Con la video installazione dal titolo “C.R.E.E.P.S.”, l’artista racconta con il suo stile in che modo offriamo le nostre informazioni personali in cambio dell'opportunità di partecipare alla “piazza” virtuale. Con la serie “Happy Hour”, “House of Empty Bottles” e la scultura “Taped Shut”, Hovnanian esprime poi la sua drammatica esperienza personale di donna cresciuta in una famiglia dove gli effetti della dipendenza, in questo caso l’alcool, sono stati occultati dalle pressioni sociali dirette ad offrire un'immagine di perfezione. “Ho concepito e realizzato questa mostra – spiega Hovnanian - per avviare dialoghi complessi sulle relazioni moderne con la tecnologia. Con le mie opere voglio sfidare gli spettatori a confrontarsi con il potenziale futuro della comunicazione digitale, e sul ruolo che potrà avere l’umanità”.
“Rachel Lee Hovnanian è una delle prime artiste ad aver toccato il tema dei social media – spiega la curatrice Annalisa Bugliani –, infatti da anni ha capito che questi strumenti hanno cambiato e stravolto la nostra vita ed è questa la forma di dipendenza più forte che travolgerà tutto. Le nostre generazioni – aggiunge Bugliani – sono cresciute in un mondo senza telefonini e social media, ma siamo lo stesso dipendenti. La stessa artista ammette che gli viene l’ansia quando si scarica la batteria del telefonino. Ma poi si chiede: e i giovani? Il futuro lo rappresenta in una delle sue opere dove non si faranno nemmeno più figli, le coppie preferiranno far finta di essere genitori che genitori reali. Questa è una provocazione - conclude la curatrice - ma ci serve per fare una riflessione sul futuro che nessuno sa come andrà ma è abbastanza prevedibile”.
“Open Secrets” non si ferma solo al Palazzo Mediceo di Seravezza, ma ha il carattere di una mostra diffusa sul territorio della Versilia. Un’opera dell’artista sarà infatti esposta a Forte dei Marmi in Piazza Tonini, mentre la Galleria Poggiali di Pietrasanta ha allestito una mostra collaterale sempre con opere dell’artista, e - infine - una installazione di Rachel Lee Hovnanian sarà visibile, per il periodo della mostra, nel giardino della Boutique MALO a Forte dei Marmi che ha sostenuto l’evento. (aise)