PACCHETTO D'INVERNO DEL SEMESTRE EUROPEO

BRUXELLES\ aise\ - Promuovere gli investimenti, portare avanti politiche di bilancio responsabili e attuare riforme ben congegnate. Queste le priorità segnalate dalla Commissione Europea che oggi ha pubblicato la valutazione annuale della situazione economica e sociale negli Stati membri. Valutazione da cui emerge che i problemi variano notevolmente da un paese all'altro e, dunque, richiedono un'azione politica “adeguata e determinata”.
L'analisi delle sfide dei singoli paesi è effettuata sullo sfondo di un'economia europea che nel 2019 dovrebbe crescere per il settimo anno consecutivo, ma a un ritmo più moderato.
Il quadro generale
L'occupazione ha raggiunto livelli record e la disoccupazione registra un tasso storicamente basso. Anche le finanze pubbliche sono globalmente migliorate, sebbene il debito di alcuni paesi sia ancora elevato. Sussistono però determinati problemi. I livelli di produttività rimangono modesti, l'invecchiamento della popolazione si accentua e i rapidi mutamenti tecnologici hanno un'incidenza considerevole sui mercati del lavoro. In alcuni Stati membri il reddito reale delle famiglie è ancora inferiore ai livelli pre-crisi. Pur essendo stata notevolmente ridotta, la disoccupazione giovanile rimane a livelli inaccettabilmente elevati in certi Stati membri. Vista la maggiore incertezza che caratterizza il contesto mondiale, gli Stati membri dell'UE devono assolutamente intensificare l'azione per aumentare la produttività, migliorare la resilienza delle economie nazionali e garantire che la crescita economica produca effetti positivi per tutti i cittadini.
Con il pacchetto odierno la Commissione avvia per la prima volta una discussione sulle sfide e sulle priorità di investimento negli Stati membri e offre qualche spunto iniziale sul contributo che i fondi UE, in particolare quelli della politica di coesione, potranno dare nel prossimo periodo di programmazione 2021-2027. Questo servirà anche a garantire una maggiore coerenza tra il coordinamento delle politiche economiche e l'uso dei fondi UE, che rappresentano una parte consistente degli investimenti pubblici in diversi Stati membri. La nuova centralità di questo aspetto si riflette in tutte le relazioni per paese, ciascuna delle quali è corredata di un nuovo allegato sul possibile uso dei futuri fondi della politica di coesione dell'UE.
Progressi in relazione alle raccomandazioni specifiche per paese
Le relazioni per paese valutano i progressi compiuti dagli Stati membri nell'attuare le raccomandazioni specifiche per paese formulate dalla Commissione nel luglio 2018. Nel complesso, gli Stati membri hanno compiuto alcuni o maggiori progressi nell'attuare più di due terzi delle raccomandazioni formulate dal 2011, quando è stato istituito il semestre europeo. La maggior parte dei progressi degli Stati membri riguarda le raccomandazioni sui servizi finanziari, il che rispecchia la priorità attribuita alla stabilizzazione e alla solidità del settore finanziario successivamente alla crisi finanziaria. Si osservano buoni progressi anche per quanto riguarda le riforme volte a facilitare la creazione di posti di lavoro con contratti a tempo indeterminato e a ovviare alla segmentazione del mercato del lavoro.
Da qualche anno a questa parte, la Commissione aiuta gli Stati membri ad intensificare le riforme anche attraverso il programma di sostegno alle riforme strutturali (SRSP), che offre assistenza tecnica a tutti gli Stati membri dell'UE che la richiedono per l'elaborazione e l'attuazione di riforme volte a favorire la crescita, in cui rientrano anche le riforme evidenziate nelle raccomandazioni specifiche per paese.
Nell'ambito del pacchetto odierno la Commissione ha inoltre adottato il programma di lavoro 2019 del programma di sostegno alle riforme strutturali. Nel 2019 l'SRSP fornirà a 26 Stati membri assistenza tecnica per la realizzazione di più di 260 progetti, che vanno ad aggiungersi agli oltre 290 selezionati nel 2017 e nel 2018.
Correzione degli squilibri macroeconomici
A novembre, la Commissione ha avviato esami approfonditi relativi a 13 Stati membri per accertare l'eventuale presenza di squilibri macroeconomici e valutarne l'entità. La Commissione ha concluso che i 13 Stati membri presentano tutti squilibri o squilibri eccessivi, ma che in alcuni casi l'entità degli squilibri è diminuita.
Dai risultati degli esami approfonditi emerge che Bulgaria, Germania, Spagna, Francia, Croazia, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Romania e Svezia presentano squilibri economici; Cipro, Grecia e Italia presentano squilibri eccessivi.
La Commissione continuerà a esaminare gli sviluppi economici e le misure adottate da tutti gli Stati membri che presentano squilibri o squilibri eccessivi attraverso un monitoraggio specifico nell'ambito del semestre europeo.
L’Italia
Nel quadro macroeconomico italiano gli squilibri rimangono “cruciali”, si legge nella nostra scheda-paese in cui si richiama la necessità di una stabilità macroeconomica e fiscale, di investimenti mirati e strutturali e di riforme a sostegno della produttività e della crescita. Tra gli “sforzi fondamentali” per dare fiducia ai mercati, la Commissione indica in “via prioritaria” finanze pubbliche sane, pubblica amministrazione e giustizia più efficaci, sistema educativo e mercato del lavoro più efficienti, ambiente più favorevole alle imprese e un sistema bancario più resiliente.
L'Italia ha compiuto “progressi limitati” nell'affrontare le “Raccomandazioni specifiche per paese del 2018”. In particolare – si legge nella scheda – ci sono stati dei progressi nella lotta alla corruzione, nel settore bancario, nelle politiche attive del mercato del lavoro “anche grazie alle risorse aggiuntive assegnate a servizi pubblici per l'impiego”.
Ci sono stati “progressi limitati”, invece, nell’affrontare l'evasione fiscale, nell’accesso ai finanziamenti, nelle politiche a sostegno delle famiglie (assistenza e congedi parentali), nella promozione di ricerca, innovazione e competenze digitali.
Infine, non ci sono stati progressi in quattro ambiti: tassazione, revisione delle spese fiscali e valori catastali; previdenza (pensioni di vecchiaia), lunghezza dei processi e restrizioni alla concorrenza.
Quanto alle criticità, ai primi posti rimangono debito pubblico, la produttività e la disoccupazione, ma la scheda cita anche la competitività, le differenze nord-sud, e le sfide ancora aperte sul fronte dell’educazione e della ricerca.
Prossime tappe
Le relazioni per paese e i risultati degli esami approfonditi saranno discussi in sede di Consiglio. Nei prossimi mesi la Commissione terrà riunioni bilaterali con gli Stati membri basandosi sull'analisi delle rispettive relazioni. I vicepresidenti, i commissari e i servizi della Commissione si recheranno negli Stati membri per incontrare gli esponenti di governo e parlamento nazionale, le parti sociali e le altre parti interessate e discutere dei risultati delle relazioni. Queste visite comprenderanno anche discussioni specifiche sugli allegati che spiegano come i futuri fondi della politica di coesione dell'UE potrebbero contribuire a coprire il fabbisogno di investimento specifico degli Stati membri.
In aprile gli Stati membri presenteranno i programmi nazionali di riforma, in cui saranno specificate le rispettive priorità di riforma, e i programmi di stabilità (per gli Stati membri della zona euro) o di convergenza (per gli Stati membri non appartenenti alla zona euro), in cui saranno delineate le rispettive strategie pluriennali di bilancio.
Basandosi sull'insieme di questi programmi, in primavera la Commissione presenterà le proposte relative alla nuova serie di raccomandazioni specifiche per paese incentrate sulle principali sfide individuate per il 2019-2020. Le raccomandazioni comprenderanno anche orientamenti di bilancio basati sulle previsioni di primavera della Commissione, che ingloberanno i dati di bilancio definitivi per il 2018 convalidati da Eurostat. (aise)