SEMINARIO DI PALERMO/ IL SOFTPOWER ITALIANO E I GIOVANI ITALIANI NEL MONDO

PALERMO\ aise\ - Nel corso dell’assemblea ARS a Palazzo dei Normanni, tenutasi questo pomeriggio in concomitanza con il seminario per la Creazione di una Rete di Giovani Italiani nel Mondo, si è parlato di Softpower con un panel nel quale hanno parlato quattro relatori: Letizia Airos Soria, socia fondatrice e direttrice responsabile del network I-taly.org negli Usa e moderatrice del tavolo; Domenico De Maio, direttore dell’ANG Agenzia Nazionale Giovani; Antonino Laspina, direttore dell’Ufficio di Coordinamento Marketing dell’Agenzia ICE; Stefano Queirolo Palmas (DG Sistema Paese).
“Ci occupiamo di mostrare l’Italia agli americani a 360 gradi”, ha esordito Letizia Airos, “partendo dal concetto di Softpower, che potrebbe essere tradotto con “potere dolce” in italiano. È un termine usato nelle relazioni internazionali per indicare la facoltà di un politico di veicolare messaggi con fermezza, ma senza imporre nulla. È la costruzione del marchio di un Paese. L’Italia a sua volta ha una sorta di softpower troppe volte nascosto. Ne è un esempio il Made in Italy, l’Italian Way of Life, il vivere all’italiana, slogan coniato dal MAECI. Cucina, pizza, moda, cultura. Questo è il softpower italiano”. La parola è poi passata a Stefano Queirolo Palmas: “Sono un diplomatico”, ha esordito, “ e so bene cosa significhi rappresentare l’Italia all’estero. Cos’è il softpower e cosa c’entrano i giovani? Pensiamo ai corsi di lingua italiana, pensiamo agli Istituti italiani di Cultura, pensiamo, come ha già detto Letizia Airos, al “vivere all’italiana”, logo creato nel 2017 dal MAECI per valorizzare il marchio Italia, rafforzando l’immagine del Paese con la diplomazia culturale, senza dimenticare il ruolo delle comunità”.
Il diplomatico ha poi enumerato le varie iniziative targate MAECI e le ricorrenze, come quella di quest’anno, dei 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci e come quella del 2020 e del 2021, che saranno dedicate rispettivamente a Raffaello e Dante. “Questo è il softpower italiano. E avervi oggi qui”, ha detto rivolgendosi alla platea dei 115 giovani venuti da tutto il mondo, “è la certezza che questo patrimonio non verrà disperso. Ancora tanto si può e si deve fare e il testimone deve passare a voi”.
“Voi stessi forse non siete in grado di comprendere quanto siete importanti per rappresentare il softpower italiano”, è intervenuta nuovamente Letizia Airos, lasciando poi la parola a Domenico De Maio, direttore ANG: “Sono molto felice di essere qui. Qualche anno fa ho iniziato ad approcciarmi a questo mondo molto affascinante. Questa mattina ho incontrato molti ragazzi stranieri che hanno fatto un’esperienza inversa, venendo in Italia grazie ad ANG ed innamoratisi del nostro Paese. Oggi sono qui con voi, che avete fatto un percorso opposto. Questa complessità, questo intreccio è bellissimo. Il softpower è giovane e non potrebbe essere altrimenti. L’ANG è un ente di governo, che gestisce molti programmi dedicati ai giovani, tra cui il più famoso: l’Erasmus+. Gestiamo programmi che permettono ai ragazzi di fare esperienze di maturità, anche se non frequentano l’Università. È un modo, questo, per favorire l’ingresso in un campo dove c’è un grande bisogno di ricambio generazionale. Ed è proprio questo il rapporto che unisce i giovani e il concetto di softpower”.
“Il softpower è un mosaico, un’unione di punti diversi che possono rendere un Paese come l’Italia grande”, ha spiegato De Maio, “non c’è limite, qualsiasi cosa può diventare softpower. Noi creiamo strumenti di sistema che permettono di dar vita a ulteriori forme di questa entità che può sembrare astratta, ma che in realtà produce effetti molto concreti”.
La parola è poi passata a Laspina, dell’Agenzia ICE: “Le aziende italiane nel mondo sono moltissime. Di queste soltanto 220 mila esportano, ma non tutte in maniera stabile. Favorire una crescita del commercio estero significa rendere la nostra presenza nel mondo ancora più forte e significativa. L’apporto dei giovani in questo settore è fondamentale”.
La conclusione si è focalizzata sull’importanza di una formazione mirata ai giovani oriundi, affinché abbiano tutti gli strumenti necessari per rendere la promozione del sistema Paese davvero efficace. Sono intervenuti, a proposito, alcuni ragazzi dal pubblico, che hanno espresso il loro parere a riguardo, offrendo spunti di riflessione e fornendo la testimonianza delle proprie esperienze. (gianluca zanella\ aise)