VACANZE-LAVORO IN CANADA: MERLO RISPONDE A LA MARCA (PD) SUI POCHI PERMESSI CONCESSI AGLI ITALIANI

ROMA\ aise\ - Italia e Canada stanno lavorando ad un nuovo accordo sui programmi di scambi per vacanze-lavoro. Ad annunciarlo è il sottosegretario agli esteri Ricardo Merlo nella risposta alla interrogazione di Francesca La Marca (Pd).
La parlamentare eletta in Centro e Nord America aveva posto all’attenzione del Governo gli esigui numeri dei permessi di residenza permanente riconosciuti ai cittadini italiani (7.519 in 13 anni, pari 0,19%) dal Canada, citando l’entrata in vigore del provvedimento “Express Entry” e i dati sui visti per vacanze-lavoro concordato tra i due Paesi (1.000 all'anno), per la deputata “insufficiente a soddisfare la domanda”.
Nel rispondere alla deputata, Merlo scrive che “il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale sostiene da tempo la definizione di nuovi accordi bilaterali riguardanti programmi di scambi per vacanze-lavoro, quale valido strumento di creazione di opportunità per i giovani italiani. In questa materia – ricorda – è in vigore con il Canada un memorandum of understanding, firmato ad Ottawa il 18 ottobre del 2006, che ogni anno consente a 1.000 giovani tra i 18 e i 35 anni per ciascuno dei due Paesi di trascorrere fino a 12 mesi nel Paese partner, svolgendo un'attività temporanea di lavoro, regolarmente retribuito, per un periodo di sei mesi”.
“La normativa italiana, tuttavia, - precisa il sottosegretario – impone che su sei mesi di attività lavorativa non più di tre possano essere trascorsi con il medesimo datore di lavoro (confronta articolo 27, comma 1, lettera r), del testo unico n. 286 del 1998 e successive modifiche ed integrazioni e articolo 40, comma 20, del decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 1999 e successive modifiche ed integrazioni), al contrario del Canada che non pone tale limite. Il Governo canadese ha lamentato questa mancata corrispondenza, ritenendo in particolare che la divisione del semestre di lavoro in due diversi impieghi costituisse un disincentivo nella scelta dell'Italia come destinazione per il programma «vacanze-lavoro»; un disincentivo tale, nella visione canadese, da spiegare il perché il numero dei giovani canadesi che partecipano al programma sia stato finora costantemente di gran lunga inferiore a quello degli italiani”.
“Da parte del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale – aggiunge il sottosegretario – si è ritenuto quindi opportuno – acquisito il parere positivo dei competenti Ministeri dell'interno e del lavoro e delle politiche sociali – proporre alla controparte una revisione del testo dell'accordo con la previsione di un permesso di lavoro aperto per un intero anno. Tale estensione, implicando il superamento dei limiti temporali e procedurali imposti dalla normativa italiana, necessitava che il Memorandum of understanding fosse elevato al rango di trattato internazionale e soggetto a ratifica parlamentare”.
“Al fine di avviare i negoziati, nel dicembre 2015 una bozza di accordo è stata sottoposta all'attenzione delle competenti autorità canadesi. Finalizzate tutte le procedure interne per iniziare il negoziato, la controproposta canadese è giunta per le vie ufficiali nel settembre 2018. Il nuovo testo di accordo, sul quale si sta lavorando, oltre ad accogliere la proposta italiana di cui sopra, - anticipa Merlo – allarga la partecipazione ad altre due categorie di partecipanti: Young Professionals, dedicato a coloro i quali, già in possesso di un titolo di studio post-secondario (equivalente a una nostra laurea triennale), intendano acquisire un'esperienza lavorativa professionale nel Paese ospite e international coop, rivolto a studenti che, al fine di completare il proprio corso di studi postsecondario, intendano effettuare un tirocinio curricolare su materie correlate al proprio percorso di studio presso un'azienda operante nel Paese ospite”.
“L'inserimento di young professionals (YP) e international coop (IC) nell'ambito dell'accordo in negoziazione – conclude Merlo – consentirebbe al nostro Paese di sfruttare tutte le opportunità offerte dal cosiddetto International experience Canada, ampliando l'offerta per i giovani italiani che desiderino trascorrere limitati periodi in Canada acquisendo esperienza, senza rinunciare o diminuire le quote per le cosiddette vacanze lavoro”. (aise)