VOTO ALL’ESTERO, IL PD PROPONE LA BLOCKCHAIN/ L’ESPERTO: “NON VA BENE PER OPERAZIONI ELETTORALI” – di Andrea Di Bella

ROMA\ aise\ - “L’altro giorno si è tenuta alla Camera dei Deputati una iniziativa tesa, alla fine, a proporre e sostenere la tecnologia blockchain per il voto degli italiani all’estero. Tra gli organizzatori dell’appuntamento la sen. Laura Garavini, Pd, eletta nella ripartizione estera Europa. Secondo Garavini, “la tecnologia blockchain è sicura ed efficace, per questo abbiamo scelto di applicarla al voto degli italiani nel mondo”. Ma che tale tecnologia venga in effetti applicata al voto estero è ancora tutto da vedere. Entriamo nel merito. Per capirne meglio di blockchain, Italiachiamaitalia.it ha contattato Cristiano Bernacca, Direttore Commerciale Spagna e Italia della SCYTL SECURE ELECTRONIC VOTING, impresa che si occupa di elezioni a 360 gradi, dall’organizzazione degli appuntamenti elettorali al voto online, fino allo scrutinio in tempo reale”. Ad intervistare Bernacca è stato Andrea Di Bella, direttore di “ItaliachiamaItalia.it”.
“SCYTL è l’unica referenza mondiale, per esempio, di voto di residenti all’estero a livello statale (Francia).
Abbiamo messo a confronto Bernacca con le dichiarazioni della Sen. Garavini e l’esperto ci ha subito fermato: “La Blockchain non va bene per operazioni elettorali”, ha sottolineato con enfasi. Perché?
“Qualsiasi tipo di blockchain permette 10.7 transazioni al secondo e tra le elaborazioni di ogni blocco possono passare da 5 a 10 minuti”, spiega Cristiano Bernacca. Un tempo infinito, in realtà, che potrebbe bastare a qualche male intenzionato per agire e cambiare l’esito del voto. “SCYTL invece fa tutto in tempo reale”, ci tiene a evidenziare.
Ancora: la blockchain “non si è mai applicata a processi elettorali, né in Italia né nel mondo. Se si trasferisce denaro, la gente capisce e accetta che un bonifico debba essere elaborato e arrivi il giorno dopo, nel caso del voto no. Il voto telematico deve garantire più velocità di quello normale”.
La Blockchain “ha un costo altissimo in termini di risorse e di energia, quindi di costi. La proposta del PD prevede un lettore di codici a barre e un numero verde che si può chiamare con intelligenza artificiale, quando in certi consolati, come quello di Barcellona, non siamo nemmeno in grado di garantire un numero di telefono. Sarebbe un disastro”.
Alla SCYTL, invece, giusto per fare un paragone, come funziona? “Noi abbiamo i logs immutabili, ovvero la LOCKCHAIN, privata, sicura, isolata, in tempo reale. Si può controllare tutto il processo da dentro, identificando chi fa cosa dentro il sistema, dando credenziali ad attori diversi (Ministri, Prefetti, Osservatori) e da un Dashboard centrale si può controllare in tempo reale tutto quello che succede”.
“Tutto quello che succede nel sistema (accessi, eventuali tentativi di infiltrazione, andamento dei voti) viene firmato digitalmente e ogni attività viene legata alla seguente da una firma digitale. Una catena CHAIN legata da firme digitali LOCK che ti danno in ogni momento la garanzia e la sicurezza della segretezza e dell’integrità della votazione”. Tutto un altro concetto di sicurezza ed efficacia rispetto alla tecnologia blockchain proposta dal Pd.
Forse varrebbe la pena approfondire. Politica e istituzioni, cosa aspettate?”. (aise)