A MILANO I “4 MOTORI D'EUROPA” PER COMBATTERE IL CYBERBULLISMO

MILANO\ aise\ - “Il bullismo, il cyberbullismo e il sexting sono forme di lesione della dignità della persona che troppo spesso, purtroppo, rovinano le vite dei ragazzi, talvolta portandoli alla disperazione e a pensare o tentare di mettere in pratica atti estremi. È dovere delle istituzioni, ma anche delle famiglie, della scuola e degli educatori occuparsi di questi temi sempre, non solo quando si accendono riflettori su fatti tragici”. Con queste parole il sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia con delega ai Rapporti con le delegazioni internazionali, Alan Christian Rizzi, ha aperto i lavori del convegno sul cyberbullismo che si è tenuto questa mattina, 31 gennaio, a Palazzo Pirelli, nell’ambito delle attività dei “Quattro motori d’Europa”.
All’evento “Addressing children and youth digital-related distresses: the role of regional policies and territorial alliances”, a cui hanno presenziato rappresentanti delle istituzioni della Catalunya, dell’Auvergne-Rhone Alpes e del Baden-Wurttemberg, sono intervenuti diversi esperti di livello internazionale tra cui il professor Luca Bernardo, direttore della Casa pediatrica-Ospedale Fatebenefratelli di Milano.
Dal colloquio è fuoriuscita la necessità di un’alleanza tra istituzioni e società civile. “Regione Lombardia – ha spiegato Rizzi - favorisce progetti e iniziative di sostegno e prevenzione, con tutti gli strumenti che ha a disposizione, confermando eccellenza e azione propulsiva in Italia e in Europa anche su questa tematica. Per questo, durante la nostra presidenza dei Quattro motori d’Europa, abbiamo deciso di inserire un tavolo di confronto sul cyberbullismo e sul bullismo. Alla luce degli sforzi già compiuti dal 2017 a oggi, da quando abbiamo varato una legge regionale in materia, appare evidente come sia necessaria un'alleanza ampia tra livelli istituzionali e società civile. So che in Parlamento è stata proposta l’istituzione di una Commissione d’inchiesta su bullismo e cyberbullismo, sulla falsariga di quella che nella scorsa legislatura si occupò di femminicidio e violenza di genere con buoni risultati. Penso che sia la strada giusta. Perché tutti, nei rispettivi ruoli, dobbiamo dedicare tempo e impegno su questo tema che diventerà sempre più presente nella nostra quotidianità”.
Si è discusso anche sulla necessità di effettuare maggiori controlli da parte di chi gestisce i “social network”. Durante il dibattito sono emerse infatti importanti indicazioni per possibili azioni di contrasto su fenomeni che generano bullismo e cyberbullismo legati all’utilizzo dei nuovi media e piattaforme digitali. Numerosi e interessanti sono stati gli spunti forniti anche per quello che riguarda il sostegno alle vittime e il recupero degli stessi autori di atti di bullismo. Al riguardo, il professor Bernardo, che dirige il Centro nazionale per la prevenzione, la formazione e il supporto delle vittime della Rete, chiarisce: "Serve più controllo da parte di chi gestisce i “social”. A causa dell’insicurezza del Web, azioni di bullismo e cyberbullismo rendono gli aggressori popolari tramite i “like” e feriscono ulteriormente le “vittime”. Serve amore, basta violenza gratuita che cambia la vita dei ragazzi e delle ragazze. Va aiutato chi subisce violenza e che spesso si vergogna di denunciare gli attacchi. Vanno aiutati anche gli aggressori che spesso non sono consci di quello che fanno”. (aise)