BRUXELLES CELEBRA IL GIUDICE ROCCO CHINNICI COME UN AUTENTICO EROE ITALIANO ED EUROPEO

BRUXELLES\ aise\ - Un grande successo di pubblico belga e internazionale, la celebrazione alla memoria del Giudice Rocco Chinnici - che il 19 gennaio avrebbe compiuto 95 anni - svoltasi a Bruxelles ieri, martedì 21 gennaio, nello spazio Yehudi Menuhin del Parlamento Europeo.
Al termine dei toccanti interventi di Caterina e Giovanni Chinnici, figli del Giudice vittima della barbarie mafiosa, di Juan Fernando López Aguilar, già Ministro della Giustizia spagnolo e Presidente del Gruppo politico dell’Alleanza Socialista e Democratica del Parlamento Europeo, e del Procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho, è seguito il “Concerto per la Legalità”, ad opera della Fanfara del XII Reggimento Carabinieri Sicilia, diretto dal Maresciallo Maggiore Paolo Sena.
Tale concerto ha voluto essere un omaggio alla grande figura del Magistrato Rocco Chinnici, rispettando l’idea della figlia Caterina Chinnici – oggi europarlamentare – che ha fortemente voluto la presenza nel Parlamento Europeo della Fanfara del Reggimento Carabinieri operante sul territorio delle regioni del Sud Italia e principalmente in Sicilia e Calabria. Ed è proprio per fare emergere questo legame con la terra siciliana dove Rocco Chinnici nacque, visse e fu trucidato, espletando il suo alto incarico fino all’estremo sacrificio al servizio del Paese, che la Fanfara ha proposto nel concerto un programma musicale che, nell’ambito della tradizione della musica classica italiana, valorizzasse anche composizioni ricche di “sicilianitudine”.
Tra queste la colonna sonora del film “Nuovo Cinema paradiso”, brani della Norma di Bellini, oltre a Puccini, Marinuzzi e altri.
Al termine del concerto, con la platea commossa in piedi, il Canto degli italiani e l’Inno alla Gioia, in onore dell’Italia e dell’Europa: le due Patrie del Giudice martire.
La figura di Rocco Chinnici, cui il 6 marzo 2014, in occasione della terza Giornata europea dei Giusti, è stato dedicato un albero nel “Giardino dei Giusti di tutto il mondo” di Milano, è emersa dai ricordi e dagli interventi di tutti gli oratori come quella di un autentico eroe italiano ed europeo.
Perché, come è stato da tutti evidenziato, la barbarie mafiosa non è più un fenomeno solo italiano, ma europeo e mondiale. E che solo eliminando le frontiere agli investigatori, come hanno auspicato Cafiero De Raho e Fernando Lopez, si potrà competere con queste forze del male, per le quali le frontiere non sono mai esistite e non esistono.
Non a caso Rocco Chinnici sosteneva spesso, come ricordato, che “il fenomeno mafioso nella sua globalità e nelle sue implicazioni, è talmente complesso da costituire uno dei più gravi problemi dello Stato democratico” e che l’unica possibilità di vincerlo derivava dalla nascita di “una cultura antimafiosa”.
Rocco Chinnici fu ucciso alle 8 del mattino del 29 luglio 1983 con una Fiat 126 verde, imbottita con 75 kg di esplosivo parcheggiata davanti alla sua abitazione in via Pipitone Federico a Palermo, all'età di cinquantotto anni. Ad azionare il detonatore che provocò l'esplosione fu il sicario della mafia Antonino Madonia. Accanto al suo corpo giacevano altre tre vittime raggiunte in pieno dall'esplosione: il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico, Stefano Li Sacchi.
L'unico superstite fu Giovanni Paparcuri, l'autista.
I primi ad accorrere sul teatro della strage furono due dei suoi figli, ancora ragazzi, Elvira di 24 anni e Giovanni di 19, presente all’evento di Bruxelles, che erano in casa al momento dell'esplosione.
Poco tempo prima di morire, Rocco Chinnici lanciò un appello di speranza ai giovani. E tanti erano anche i giovani ieri presenti alla cerimonia. “Io credo nei giovani”, diceva il giudice eroe, creatore del pool di Palermo, di cui facevano parte i giovani Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “Credo nella loro forza, nella loro limpidezza, nella loro coscienza. Credo nei giovani perché forse sono migliori degli uomini maturi, perché cominciano a sentire stimoli morali più alti e drammaticamente veri. E in ogni caso sono i giovani che dovranno prendere domani in pugno le sorti della società, ed è quindi giusto che abbiano le idee chiare”.
Con questo pensiero ai giovani, ieri a Bruxelles, sotto l’impulso di Caterina Chinnici, una dei membri più attivi del Parlamento Europeo e della Commissione LIBE, è stato lanciato un segno di speranza, e di impegno europeo contro la Mafia. O meglio contro tutte le mafie. Delle quali la ‘ndrangheta calabrese, come sottolineato dal Procuratore Nazionale Anti-Mafia e Anti-Terrorismo, è oggi l’organizzazione criminale più forte in Italia, con articolazioni in molti paesi europei e americani che “muovono cocaina nel mondo al pari dei sudamericani, con infiltrazioni in grossi snodi commerciali europei quali Rotterdam e Anversa”.
Assieme a diversi parlamentari europei, e alle autorità civili e Militari presenti, tra i quali il Generale Claudio Graziano, Presidente del Comitato militare dell’UE, e rappresentanze delle Associazioni Nazionali Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI), Carabinieri (ANC), Finanzieri (ANFI) e degli Ufficiali in Congedo (UNUCI), anche il Rappresentante d’Italia presso l’UE, Maurizio Massari, e l’Ambasciatrice d’Italia in Belgio, Elena Basile. (alessandro butticé\aise)