COMITES E CGIE NON VANNO IN VACANZA
ROMA – focus/ aise - Lunedì scorso, 17 agosto, i consiglieri CGIE dell'Argentina Mariano Gazzola, Marcelo Romanello, Guillermo Rucci, Gerardo Pinto, Juan Carlos Paglialunga, Rodolfo Borghese e Marcelo Carrara, dopo alcune settimane di lavoro capillare, hanno riunito tutti i responsabili dei programmi radiofonici italiani nel Paese sudamericano.
L'incontro, informale e virtuale, ha fornito una occasione di confronto sulla tematica, con l’obiettivo di creare un'agenda comune per il pubblico nei prossimi mesi, in un periodo che è particolare e che, a caua dell'isolamento imposto dal covid, ha portato a rafforzare la funzione della radiodiffusione in tutto il territorio argentino.
L’incontro in videoconferenza è durato quasi tre ore e ha visto partecipare e intervenire i rappresentanti di circa 40 programmi radiofonici della comunità italiana insieme alla componente argentina del CGIE. Questi ultimi hanno illustrato i lavori del Consiglio sul tema della comunicazione affrontato nel corso delle ultime riunioni tematiche e continentali.
"È stato un incontro storico": questa la conclusione cui sono giunti tutti i rappresentanti dei programmi radiofonici della comunità italiana in Argentina. Una presenza molto variegata e importante nel territorio sudamericano: alcuni programmi con più di 30 anni di storia alla spalle, altre realtà più recenti ed altre ancora che, grazie alla tecnologia, nell'ultimo decennio hanno iniziato a trasmettere via web. Tutti però condividono due passioni: quella della radiodiffusione e quella dell'italianità.
Nelle prossime settimane ci sarà un nuovo incontro virtuale con l'intenzione di organizzare, pandemia permettendo, un raduno dal vivo nel mese di marzo 2021.
Nel mese di giugno, mese in cui viene celebrata la Festa della Repubblica Italiana, il COMITES di San Paolo ha organizzato una campagna di raccolta di fondi per le opere sociali della Chiesa Nossa Senhora da Paz, la chiesa degli italiani a San Paolo. Oggi sono arrivati i risultati di tale impegno: in totale sono stati raccolti 8.800,00 dollari, che saranno utilizzati dalla Missão Paz per azioni di emergenza per combattere la pandemia di COVID-19.
La Missão Paz, un'istituzione filantropica che supporta e accoglie immigrati e rifugiati nella città di San Paolo, lavora per il pubblico migrante dagli anni '30 e, nel corso della sua storia, ha ricevuto italiani, vietnamiti, coreani, cileni, boliviani, paraguaiani, peruviani, congolesi, angolani, nigeriani, colombiani, haitiani, venezuelani, tra tanti altri popoli nel mondo. L'istituzione attualmente serve persone di oltre 70 nazionalità.
La campagna è stata condotta animata dallo spirito della celebrazione della Repubblica Italiana, Patria Madre i cui tanti figli erano e sono ancora immigrati, al fine di contribuire alle attività della Missão Paz per continuare a pieno regime. Secondo padre Paolo Parise, coordinatore delle attività, appena durante la pandemia, la Missão aveva già distribuito 1.673 cestini di base, 106 confezioni di pannolini, 283 litri di latte, 561 kit di igiene personale, il tutto ancor prima della campagna organizzata dal COMITES. Con l'importo raccolto, tali azioni continueranno a verificarsi e potrebbero essere espanse.
L'azione ha avuto molto successo e ha contato con la collaborazione della Commissione Giovani del Comites di São Paulo, di associazioni italiane che hanno aderito alla campagna con donazioni e diffusione, oltre alle persone legate alla comunità italiana.
Convocata dalla presidente Nella Sempio, si terrà il 18 agosto la prossima assemblea del Comites di Basilea. I lavori inizieranno alle 19.30 nella sala conferenze della sede del Comites al 71 di Nauenstrasse.
Questo l’ordine del giorno: 1. Approvazione verbale del 11.02.2020; 2. Approvazione verbale del 14.05.2020; 3. Parere, ai sensi dell’art. 2 della legge 286/2003, sulla richiesta di contributo dell’Ente ECAP a valere sul capitolo 3153 per l’esercizio finanziario 2021; 4. Informativa e programmazione di iniziative di diffusione alla collettività circa il Referendum Costituzionale confermativo, relativo all’approvazione del testo della legge costituzionale recante “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, indetto nei giorni 20 e 21 settembre su decisione del Consiglio dei Ministri del 16 luglio 2020 e con decreto del Presidente della Repubblica del 17 luglio a.c.; 5. Relazione e aggiornamento sui servizi attivati dal Com.It.Es di Basilea e Circoscrizione Consolare a sostegno della collettività italiana per far fronte al periodo emergenziale da COVID-19 ; 6. Varie ed Eventuali.
“Sarebbe ora che ai venezuelani che volessero rientrare in qualsiasi Paese dell'Unione Europea, senza distinzione di nazionalità, venissero offerte possibilità di rinserimento e di studio per costruire o ricostruire un futuro migliore per loro e per le future generazioni”. A sostenerlo è Ugo Di Martino, presidente del Comites di Caracas e coordinatore dell’Intercomites in Venezuela.
“Da molti anni – scrive – i nostri connazionali italo-venezuelani, tra cui professionisti, emigrano spesso non in Italia come sarebbe naturale ma in Spagna, dove riescono a trovare lavoro (anche se la percentuale di disoccupazione è più alta che in Italia). La presenza degli italiani residenti in Spagna nell'ultimo anno è triplicata. Il Paese Iberico – aggiunge Di Martino – oltre ad accogliere i propri connazionali, fa anche una politica di apertura per chi arriva dal Venezuela, inclusi i nostri connazionali, facilitando il loro inserimento, riconoscendo immediatamente i loro titoli di studio, la patente di guida e così via”.
“Abbiamo modo di ascoltare dai media di eventuali piani di rientro e di rinserimento dei nostri connazionali anche in Italia”, aggiunge il presidente del Comites, “ma in questi momenti così drammatici, e qui in Venezuela in modo particolare, non riusciamo a percepire nulla di simile. Anche raggiungere non dico l'Italia, ma l'Europa è diventata un'odissea: ci sono persone che non riescono a ricongiungersi con i propri familiari, che non possono raggiungere le loro residenze”. Dunque, per Di Martino “sarebbe opportuno che l’Unione Europea operasse in modo più incisivo: i cittadini italiani, spagnoli e portoghesi, per sentirsi Europei, devono essere trattati come tali, senza differenze. Si parla tanto dei borghi ormai deserti per mancanza di abitanti, di crescita zero, di mancanza di professionisti e di mano d'opera: bene, sarebbe ora che a chi vuole rientrare in qualsiasi Paese dell'Unione Europea, senza distinzione di nazionalità, vengano offerte possibilità di rinserimento, di studio per costruire o ricostruire un futuro migliore per loro e per le future generazioni”. (focus\ aise)